Sollievo

Giornata mondiale della Fisioterapia dedicata all’osteoartrosi: gli specialisti liguri spiegano come ridurre il dolore

Vi sono ancora molti miti da sfatare nei confronti delle cause e delle conseguenze dell’osteoartrosi

fisios fisioterapia

Liguria. Per ricordare l’anniversario della fondazione della World Physioterapy, precisamente l’8 settembre 1951, in questa data si celebra ogni anno la Giornata mondiale della Fisioterapia, durante la quale, approfondendo un tema specifico, i fisioterapisti si impegnano a promuovere la professione mostrando il loro ruolo fondamentale per il mantenimento della salute e del benessere dei cittadini.

«Per la Giornata mondiale della Fisioterapia di quest’anno – ricorda Luca Francini, presidente della commissione di albo dei Fisioterapisti dell’Ordine dei Tsrm e Pstrp di Genova, Imperia e Savona – il tema scelto è quello dell’Osteoartrosi, ovvero la più comune problematica articolare e principale causa di disabilità nel mondo».

«Per quanto ad oggi i meccanismi legati all’insorgenza dell’artrosi non siano completamente chiari – precisa Mirco Montedonico, consigliere della Commissione di albo – sono comunque stati identificati alcuni fattori di rischio, tra i quali il sovrappeso o l’obesità, la storia di traumi articolari precedenti, interventi chirurgici, senza dimenticare la genetica».

«Nel trattamento dell’osteoartrosi l’esercizio fisico gioca un ruolo fondamentale – evidenzia Anna Maria Dell’Eva, vicepresidente della Commissione di albo – rivolgersi a un fisioterapista permette di individuare strategie per la gestione di questa problematica e seguire pochi e semplici consigli potrebbe essere sufficiente per ridurre il dolore legato a questo quadro clinico, nonché migliorare la mobilità articolare, la forza e l’equilibrio, riducendone in questo modo l’impatto sulle attività della vita quotidiana».

«Oggigiorno – come ricorda Guido Frosi, consigliere della commissione di albo – essere affetti da osteoartrosi non rappresenta necessariamente un destino segnato. Ben due terzi delle persone con questa problematica, infatti, anche attraverso l’adozione di uno stile di vita sano e facendosi seguire da un fisioterapista abilitato e regolarmente iscritto all’Ordine professionale, mostrano miglioramenti nel dolore e nella disabilità che ne deriva, con ricadute estremamente positive per il mantenimento della propria indipendenza».

«L’attività fisica, infatti, apporta molti benefici al corpo ed alla mente – sottolinea Valeria Prada, consigliere della commissione di albo – molte persone credono, ad esempio, che la corsa danneggi la cartilagine articolare e possa arrecare danno alle ginocchia ed alle anche. In realtà la ricerca sembra invece suggerire un ruolo protettivo della corsa amatoriale e chi la pratica ha meno probabilità di doversi sottoporre in futuro ad interventi per l’impianto di protesi di ginocchio. Anche chi non ha mai praticato questo sport e soffre di osteoartrosi vi si può approcciare in maniera graduale e comunque sempre sotto la supervisione di un Fisioterapista».

«Vi sono ancora molti miti da sfatare nei confronti delle cause e delle conseguenze dell’osteoartrosi – aggiunge Erika Chiavacci, segretario della commissione di albo – tra le credenze errate più comuni vi sono quella che l’osteoartrosi colpisca solamente le persone anziane, mentre sappiamo che fino alla metà dei giovani ha una maggiore probabilità di sviluppare artrosi nei 10-15 anni successivi ad una lesione articolare; oppure quella che associa l’intensità del dolore alla gravità del danno articolare, mentre è ormai acclarato che maggiore dolore non significa necessariamente maggiore danno alle strutture articolari».

«Anche quest’anno poi, riprendendo quanto già organizzato in quelli precedenti – come ricorda Samanta Foi, consigliere della commissione – è stata riproposta l’indicazione, ai fisioterapisti e ai cittadini che vogliono sostenere questa iniziativa, la richiesta di indossare un nastro sul braccio di colore azzurro a simbolo del valore, della bellezza e dell’importanza della nostra professione nel miglioramento della qualità di vita dei milioni di persone che si affidano alle nostre cure».

 

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