Genova. Una nuova massicciata ai piedi della scarpata per spezzare la furia delle onde e salvare dall’erosione la falesia su cui sorgono abitazioni e un tratto dell’Aurelia. Questo in sintesi il progetto presentato dal Comune di Genova agli uffici tecnici di Regione Liguria per provare a mettere in sicurezza la oramai storica frana di Capolungo, dopo il crollo del 2014.
Il progetto, avviato alla fase di screening per un eventuale passaggio di valutazione di impatto ambientale, prevede la realizzazione di una scogliera in massi naturali posta al piede della falesia franata. La scogliera avrà una berma orizzontale a quota tre metri con una larghezza media di circa 12 m, pendenza verso mare di un metro di profondità ogni 2,5 e profondità massima del piede di circa meno 2 metri sotto il livello del mare. Sono inoltre previsti dei rinforzi alti 4,5 metri per dare robustezza alla struttura soprattutto nei punti più critici dove sono presenti lesioni di muro e roccia.
Non è prevista la rimozione dei massi attualmente al piede del versante, per evitare di innescare nuovi potenziali movimenti franosi. Sarà̀ solo valutata l’opportunità di rimuovere alcuni massi presenti nel fondale antistante l’area, per agevolare l’accesso dei mezzi marittimi., visto che tutto l’intervento dovrà essere svolto con accesso e conferimento dei materiali da mare, mediante natante attrezzato, ed esecuzione dei lavori con escavatore arrivato via mare: i fondali non consentono la costruzione dell’opera direttamente da mare, in relazione ai mezzi marittimi che usualmente operano nell’area ligure. Nelle successive fasi progettuali verranno approfondite le fasi operative e definite le misure di sicurezza necessarie per operare nell’area al piede della frana.
Secondo quanto si legge dalla relazione depositata questo potrebbe essere solamente il primo intervento per la messa in sicurezza di tutta l’area, quello che potrebbe garantire l’esecuzioni di interventi successivi sulla falesia. Falesia che sorregge un tratto fondamentale dell’Aurelia e che deve essere messo in sicurezza. Ancora da capire le tempistiche del progetto, il cui iter burocratico è appena agli inizi. Solamente otto anni dopo.