Linfa vitale

Edilizia a gonfie vele in Liguria: “Merito del Superbonus, ma deve essere prorogato al 2030”

I dati della Cassa edile evidenziano una forte crescita rispetto al 2021, Tafaria (Filca Cisl): "Senza proroga rischiamo di perdere nuovamente occupazione"

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Genova. Continua il momento di grazia per l’edilizia in Liguria. Gli ultimi dati disponibili forniti dalle Casse edili, riferiti ad aprile 2022, evidenziano un miglioramento su tutti i fronti rispetto allo stesso mese del 2021: +9,25% di ore lavorate, +14,65% di lavoratori, +13,53% di imprese e +11,49% di massa salari. Enorme, ovviamente, il divario rispetto al 2020, anno del lockdown: +322,37% le ore lavorate, +270,01% la massa salari. Per Genova il dato migliore è quello delle imprese iscritte alla Cassa edile, che sono aumentate del 13,25% in un anno.

Il merito? È tutto (o quasi) del Superbonus 110% e delle misure analoghe per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico degli edifici, finanziate attraverso la cessione del credito d’imposta. Un vero e proprio traino per tutto il settore che tuttavia rischia di essere una panacea temporanea se i suoi benefici non saranno resi effettivi a lungo termine.

“Tutte le imprese stanno lavorando, qualcuno ha proseguito anche durante le ferie facendo i turni – riferisce Andrea Tafaria, segretario della Filca Cisl Liguria -. Speriamo che il Superbonus vada avanti, altrimenti assisteremo a un nuovo calo dell’occupazione. Noi chiediamo al futuro governo di prorogarlo non solo fino al 2025, ma anche fino al 2030. Dobbiamo mettere in sicurezza tutto il nostro patrimonio immobiliare”.

E mentre i sindacati spingono per una rifinanziamento della misura, visti gli effetti indiscutibilmente positivi, i costruttori lanciano l’allarme perché non riescono a recuperare liquidità. La colpa sarebbe della norma che introduce la responsabilità in solido di tutte le parti coinvolte in caso di irregolarità, norma che induce le banche a rifiutare di acquistare il credito d’imposta accumulato dalle ditte col meccanismo dello sconto in fattura. “I lavori già avviati procedono, anche perché altrimenti le imprese dovrebbero pagare grosse penali, ma questa situazione impedisce di aprire nuovi cantieri e i consorzi non acquisiscono più commesse”, conferma Tafaria.

“La misura com’è oggi rischia di mettere a rischio il sistema di credito, e di conseguenza il mercato – ha commentato a proposito il segretario generale della Filca Cisl, Enzo Pelle -. Bisogna rendere possibile la cessione del credito del Superbonus 110% per i lavori privati, visto che il problema principale resta l’impianto normativo sulla responsabilità solidale per le somme concesse e la sua valutazione diligente, che ha di fatto bloccato il meccanismo di cessione del credito. C’è bisogno di un provvedimento che faccia chiarezza e metta il sistema in condizione di poter operare anche nell’ottica di rendere stabili e strutturati gli investimenti nel futuro”.

E se il Superbonus non dovesse essere riconfermato? “Il problema sarà rimpiazzare i posti di lavoro che si perderanno – replica il sindacalista della Cisl -. I livelli di occupazione non sono ancora tornati quelli del 2008, anche se abbiamo recuperato circa l’80%. Per questo speriamo comunque che partano le grandi opere come la nuova diga e la Gronda. Per fortuna il nodo ferroviario e il Terzo Valico vanno avanti e sono ripresi i lavori dello scolmatore. Ma serve nuova linfa perché il settore non si fermi di nuovo”.

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