Genova. È allarme povertà anche a Genova a causa dei rincari che rischiano di mandare sempre più famiglie nel baratro. Lo sanno bene realtà come la Caritas diocesana e la Comunità di Sant’Egidio, da sempre impegnate per fornire assistenza alle fasce più deboli, che da una parte stanno già registrando un aumento consistente delle richieste d’aiuto e dall’altra stanno lavorando per mettere a punto un piano straordinario in vista della stagione invernale, quando l’emergenza sociale potrebbe deflagrare.
“Agosto è un mese particolare ed è complicato avere un ritorno numerico verificabile – spiega Sergio Casali, portavoce della Comunità di Sant’Egidio -. Tuttavia nell’ultimo trimestre di cui abbiamo a disposizione i dati, aprile-maggio-giugno, abbiamo registrato 850 nuove persone tra le mense e la consegna di pacchi alimentari, mentre in media ne contavamo 150 in più a trimestre. E in tutti i centri cresce il numero di italiani che si rivolgono a noi. Senza dubbio è un dato molto significativo, e in ogni caso percepiamo un aumento evidente della sofferenza e dell’insicurezza rispetto al futuro: le persone hanno sempre più paura di non farcela”.
Sensazioni simili alla Caritas, dove si sta lavorando in vista dei prossimi mesi: “Avremo bisogno di un piano molto articolato che stiamo già costruendo, anche se è ancora in bozza – racconta il condirettore genovese Franco Catani -. Cercheremo di avere aiuti sia dalla comunità sia da fondazioni e stakeholder. Ad oggi il contributo ai centri d’ascolto è di 1,4 milioni di euro all’anno, è una cifra molo elevata, ma faremo una campagna a 360 gradi”. A questa rete oggi si appoggiano circa 5mila famiglie, numero che potrebbe crescere ancora in autunno, quando bollette e inflazione alle stelle faranno saltare gli equilibri più precari.
Rincari con cui gli stessi enti del terzo settore dovranno fare i conti: “Stiamo cercando di fare convenzioni coi gestori che ci assicurino il miglior prezzo – prosegue Catani – e poi abbiamo una serie di emergenze abitative. Gestiamo una trentina di alloggi con utenze da pagare, inoltre per l’accoglienza dei profughi ucraini abbiamo attivato altri 30 alloggi. Anche noi siamo direttamente coinvolti. In qualche modo ci aspettiamo di sopperire, ma non sarà facile”. Altro tema cruciale è la lotta allo spreco del cibo: “Se ne butta via ancora troppo in città. Tutte le iniziative che ci portano a recuperare cibo aiutano i poveri nella distribuzione. Abbiamo già attivo il progetto Cibo al Centro per il centro storico, avvieremo iniziative per i negozi di quartiere. Tutto quello che si può recuperare cercheremo di canalizzarlo e darlo alle persone”.
Non solo bollette e carrello della spesa: “Si parla poco dei rincari scolastici – denuncia Casali di Sant’Egidio – non solo per i libri ma anche per il resto del materiale. Per chi ha i conti già molto tirati la situazione diventa complessa. Abbiamo 13 centri tra scuola elementare e secondaria in cui seguiamo circa 400 minori in tutta la città. Entriamo nelle loro case, conosciamo le loro famiglie, parliamo con le scuole che spesso ci segnalano per prime le situazioni di fragilità”.
A Genova la Comunità offre un pasto ogni giorno a 450 persone e consegna 5.200 pacchi alimentari ogni due settimane in tutti i nove centri distribuiti in città. L’autunno e l’inverno si preannunciano difficile. “Ci stiamo organizzando sia per reperire le risorse sia per chiedere supporto di volontari – prosegue il portavoce -. L’obiettivo è riuscire a essere presenti sul territorio per intercettare le domande di aiuto. Negli anni ci siamo accorti che il nodo è far sì che le situazioni delle persone non arrivino in condizioni di gravità estrema. Ciò che va evitato è lo scollamento tra le persone fragili e le persone che le possono aiutare”.