Austerity

Caro energia, condomini verso l’auto-razionamento: “Meno riscaldamento e vestiti più pesanti”

Salvetti (Sicet): "I provvedimenti del Governo non bastano, bisogna tagliare ancora". D'Angelo (Anaci): "I condomini siano i primi attori del risparmio"

valvola termostatica

Genova. Tagliare ulteriormente le ore di accensione degli impianti di riscaldamento centralizzati e munirsi di coperta di lana per guardare la tv sul divano, se si vuole evitare una maxi-stangata sulle spese condominiali. È quanto consigliano in maniera trasversale i sindacati degli inquilini e le associazioni degli amministratori di condominio a Genova in vista di un inverno che si preannuncia molto difficile sul fronte energetico. Al di là dei futuri interventi del Governo per arginare i rincari sulle bollette, quello che verrà richiesto a molte persone sarà un cambiamento radicale delle abitudini domestiche per contenere costi già oggi insostenibili.

La situazione è difficilissima, drammatica – esordisce Stefano Salvetti, presidente ligure del Sicet e del coordinamento regionale delle associazioni dei consumatori -. Le indicazioni che diamo sono di estrema oculatezza. È chiaro che bisognerà modificare i nostri comportamenti. Si parla di accorciare la fascia oraria e di abbassare di un grado: ritengo che sia insufficiente. È opportuno che i condomini si riuniscano prima dell’accensione dei riscaldamenti per valutare un’ulteriore riduzione dell’utilizzo degli impianti anche al di là degli interventi normativi del Governo. Ora non ce ne accorgiamo, ma i bilanci vengono approvati poi a luglio quando i consumi sono già stati effettuati. E si rischia di trovare un conto salatissimo”.

La città di Genova ricade nella zona climatica D che di solito prevede l’accensione degli impianti per un massimo di 12 ore al giorno tra il 1° novembre e il 15 aprile, salvo diverse ordinanze del sindaco. I provvedimenti del ministro Cingolani, oltre a posticipare l’inizio e anticipare la fine della stagione del riscaldamento, ridurrebbero la fascia giornaliera a 10 ore. Per ottenere un risparmio ancora maggiore, l’ipotesi al vaglio è quella di restringere ancora questa finestra, fermo restando che ogni condomino ha la facoltà di intervenire sulle valvole termostatiche per regolare i propri consumi e quindi le proprie spese.

“Stiamo incontrando i termotecnici per quantificare i possibili risparmi – riferisce Pierluigi D’Angelo, presidente di Anaci Genovasempre che le assemblee approvino eventuali riduzioni. I condomini dovranno essere i primi attori: se si tengono accesi solo alcuni caloriferi, lasciandoli spenti nelle stanze che non si usano e nelle camere da letto, ecco che già si risparmia. Lo abbiamo visto già l’inverno scorso: grazie alle valvole abbiamo assistito a una riduzione notevole dei consumi”. Impossibile per ora quantificare gli aumenti futuri: “Il prezzo varia in continuazione, è difficile capire cosa accadrà – continua D’Angelo -. Coi fornitori è una partita dura perché hanno loro il pallino in mano e impongono i prezzi. Abbiamo proposto di aumentare le rate per rendere meno pesanti le spese per i condomini”.

Il pericolo maggiore è che altre persone non siano più in grado di pagare. “A Genova la morosità è già al 25% e aumenterà ancora – prosegue il rappresentante degli amministratori di condominio -. Non vorremmo dover subire chiusure dei servizi come è già capitato con l’acqua”. Anche secondo Salvetti del Sicet “chiaramente avremo un aumento della morosità, il nostro telefono squilla di continuo. Una signora si è rivolta a me dicendomi che il proprietario ventilava già un aumento del canone, lei non riesce a sostenerlo. Ovviamente i contratti hanno una durata e vanno rispettati”.

In ogni caso sembra essere finita l’epoca delle vacche grasse. E i consigli di chi da anni si occupa di difendere i diritti degli inquilini e dei consumatori vanno proprio in questo senso: “È un momento difficile e non sappiamo quando finirà. Bisogna intervenire subito sui fattori speculativi, ma anche sui comportamenti individuali. Non si può più stare in casa con la maglietta, come siamo abituati. Una volta alla sera ci si metteva un plaid con la borsa dell’acqua calda, si indossava un vestito in più e si viveva lo stesso. Non si tratta di sacrifici – conclude Salvetti – ma di tornare alla normalità”.

Intanto Assoutenti oggi ha lanciato l’allarme: “Con gli stoccaggi e gli approvvigionamenti di gas attuali le aziende fornitrici non sono in grado di fornire il gas a tutti i propri clienti e riusciranno a coprire il fabbisogno energetico invernale per un periodo non superiore ai 45 giorni, dopo di che sarà il caos, con pesanti razionamenti, case gelate e stop alle attività per industrie e imprese”.

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