Carabine incrociate

Cacciatori in sciopero contro le regole anti-peste suina: i cinghiali uccisi devono essere consegnati ad Asl

In questo modo vengono svolte le analisi sugli animali. La protesta di Coldiretti: "Inaccettabile"

cacciatori peste suina montoggio

Liguria. “Nonostante la normativa regionale e le indicazioni ministeriali i cacciatori di 36 squadre dell’Atc1 Savona-Levante si rifiutano di abbattere i cinghiali, dal momento che, a causa dell’epidemia della Peste suina africana (Psa), una volta uccisi dovrebbero consegnare gli animali all’Asl2 Veterinaria per le analisi del caso”. Lo rendono noto Gianluca Boeri, presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale.

“Tutto questo non è accettabile – proseguono – la situazione è ormai insostenibile e non è pensabile, a ridosso dell’apertura della stagione venatoria, ritardare ancora l’abbattimento degli ungulati. I cinghiali rappresentano il principale veicolo di diffusione della Peste suina africana (Psa), con oltre 2,3 milioni di animali che stringono d’assedio città e campagne, da nord a sud della Penisola. Bloccare in questo modo le operazioni che consentirebbero il contenimento dell’epidemia, limitando altresì l’invasione degli animali e i conseguenti danni alle colture della zona, causerebbe un danno enorme in termini sia economici che di sicurezza”.

“La stagione di caccia è ormai alle porte: dal prossimo 2 ottobre il PRIU prevede che si potranno abbattere fino a 35.451 cinghiali, vale a dire il 180% di quanto fatto nell’ultimo anno. In virtù di ciò, all’interno della nota del 12 settembre, lo stesso Ministero della Salute – nell’ambito di un aggiornamento della situazione epidemiologica e normativa della PSA in Italia – ha caldamente invitato la nostra Regione (testualmente) ad ‘attuare quanto prima le misure previste dal piano integrato di eradicazione, trasmesso con nota DGSAF prot. n. 18714 del 3 agosto 2022, trasmettendo altresì alla Commissione europea l’integrazione del Piano di sorveglianza nazionale PSA 2021/2022 per quanto riguarda le misure di eradicazione in Liguria e nel limitrofo Piemonte per il 2022′”.

“Se i cacciatori si rifiutano in tal modo di mettere in atto gli abbattimenti, opponendosi allo svolgimento di attività fondamentali per la sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori della Liguria – concludono Boeri e Rivarossa – rischiano di confermare l’ipotesi di interessi economici che vanno ben oltre il concetto di caccia sportiva. Le istituzioni devono prenderne atto, e comunque trovare una via alternativa per portare a termine le operazioni, anche mettendo in campo l’esercito se necessario. Il territorio deve essere tutelato e messo in sicurezza: è fondamentale che le disposizioni ministeriali vengano rispettate nell’interesse di tutta la comunità, e nessuno può arrogarsi il diritto di rallentare tali operazioni”.

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