Contestazione

Aree protette, il governo impugna la legge ligure e il Pd: “Pessima figura di assessore e destra”. La replica di Piana: “Calcoli sbagliati”

"Solo l'inserimento di Urbe nel Parco del Beigua, previsto da questa legge, è stato un passo nella direzione giusta". L'assessore: "Il percorso che ha portato all'approvazione della legge ha visto il coinvolgimento di tutti i sindaci"

parco dell'aveto

Genova. L’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri della legge regionale sul riordino delle aree protette è l’ennesima dimostrazione dei pasticci dell’assessore Piana, della Lega e della Destra di Toti in fatto di tutela del territorio. Un’altra pessima figura da parte di chi non tiene in nessun conto ambiente e sostenibilità”, così il Gruppo Pd in Regione Liguria alla notizia dell’impugnativa da parte del consiglio dei Ministri.

“L’inserimento di Urbe nel Parco del Beigua, previsto da questa legge, è stato un passo nella direzione giusta, che ha infatti trovato la nostra approvazione, mentre fin da subito abbiamo contestato l’idea di ridurre l’estensione delle aree protette, e ora le motivazioni del Consiglio dei ministri lo confermano. E’ indispensabile avviare un percorso che vada nella direzione opposta rispetto a quello intrapreso dalla Giunta Toti che, in totale contraddizione rispetto allo sviluppo e alle necessità del territorio, riduce le aree protette anziché ampliarle”.

“La destra in Liguria – proseguono i consiglieri del Gruppo PD in Regione – ci prova da anni, prima con la legge ‘Tagliaparchi’ della Lega, poi impugnata, e con tante altre iniziative tese a depotenziare le aree protette regionali e a bloccare la creazione di nuovi Parchi Nazionali, come quello di Portofino, oppure la mancata estensione dei confini del Parco dell’Antola; delle Alpi Liguri o del Aveto, riducendo le superfici e sottraendole alla tutela naturalistica e paesaggistica senza coinvolgere il Ministero della Cultura. Il pasticcio di oggi è solo l’ultimo di una destra contro l’ambiente e la sostenibilità”.

L’assessore ai Parchi Alessandro Piana replica alla nota del PD: “Il gruppo PD non si stanca di mentire sapendo di farlo, a meno che non abbia bisogno di ripetizioni di matematica. Tutto è possibile, ma se da un parco si tolgono 160 ettari e se inseriscono 218 il risultato da noi, e credo non solo, è + 58. Dunque un saldo positivo, non negativo. Chi vuol capire capisce benissimo, così come chi vuole usare il buon senso è giusto che lo adoperi. Tanto più dopo le varie conferenze con gli Enti Locali e i tavoli tecnici realizzati seguendo alla lettera la sentenza della Corte Costituzionale che abbiamo rispettato per l’appunto introducendo il necessario coinvolgimento degli Enti Locali. Se un Comune vuole rivedere l’estensione delle aree protette e un altro desidera aumentarla non è forse compito dell’amministrazione improntare la sua azione sul bene comune? Sulle necessità del territorio? Perché se così non fosse allora i Parchi sarebbero da considerarsi alla stregua di una setta, non con ingressi motivati, ma con scelte sataniche da cui sarebbe impossibile fare retromarcia”.

“E se così fosse i Comuni ci penserebbero bene prima di entrarci. Aderiamo convintamente all’estensione prevista dalla Strategia Europea della Biodiversità: l’ambiente resta una delle nostre priorità. Non accettiamo che alcuni argomenti diventino schermaglie politiche prive di fondamento. Ricordo che il percorso che ha portato all’approvazione della legge regionale di ridefinizione dei confini delle aree protette ha visto il coinvolgimento di tutti i sindaci dei territori attraverso lo svolgimento delle conferenze degli Enti Locali previste dalla Legge 394/91 e introdotta dalla norma quadro regionale proprio a seguito della sentenza della corte costituzionale del 2020. A seguito di questa pronuncia la Regione Liguria ha modificato prima la norma quadro regionale e poi ne ha dato attuazione recependo le volontà del territorio. E proprio nessun territorio resta tagliato fuori da adeguate tutele. Avremo modo di dipanare quanto affermato dal Ministero della Cultura entrato a gamba tesa nella sfera di competenza del Ministero della Transizione Ecologica che, sulla norma, non ha avuto nulla da eccepire. Atteniamoci alla legge quadro nazionale che ha valenza di norma speciale e riportiamo i grandi temi sul concreto, senza vacue ideologie”. Così l’assessore ai Parchi Alessandro Piana replica alla nota del PD.

Sulla questione, anche la consigliera regionale della Lista Sansa Selena Candia: “La legge regionale sul riordino delle aree protette impugnata oggi dal Consiglio dei ministri è l’ennesima brutta figura della Giunta Toti sui temi ambientali e di tutela del territorio”. Commenta così la notizia arrivata da Roma la consigliera regionale della Lista Sansa, Selena Candia.

“Tre giorni fa sono stata ad Urbe per festeggiare con una camminata nei boschi l’inserimento del Comune all’interno del Parco del Beigua – spiega Candia – e questa è stata una delle poche note positive di quella legge regionale sul riordino delle aree protette che oggi il Consiglio dei ministri ha impugnato”.

“La legge regionale n.7 del 15 luglio 2022 prevedeva infatti come note positive l’ingresso dei Comuni di Urbe nel Parco del Beigua, Molini di Triora nel Parco delle Alpi liguri e di Montoggio nel Parco dell’Antola – sottolinea la consigliera regionale -. Sempre la stessa legge, però, prevedeva significative riduzioni di superfici tutelate in molti comuni e per questo il Governo ha accusato la Regione di aver ridotto le superfici sottraendole alla tutela naturalistica e paesaggistica in assenza di copianificazione con il Ministero della Cultura”.

“La legge regionale impugnata è l’ennesima dimostrazione di come a questa giunta regionale non stiano a cuore i temi della tutela dell’ambiente, della biodiversità e della sostenibilità della nostra Liguria – conclude Candia -. Ricordiamo tutti, infatti, i tentativi portati avanti in questi anni dalle Giunte Toti prima con la legge “Tagliaparchi” della Lega (impugnata anche questa), poi con i tentativi di bloccare il nuovo Parco nazionale di Portofino, e, non da ultime, le mancate estensioni dei confini del Parco dell’Antola, delle Alpi liguri e dell’Aveto”.

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