Genova. Un alunno ligure è stato costretto a scrivere a mano le prove d’esame scritte, mentre il suo piano didattico personalizzato per i disturbi dell’apprendimento prevedeva la possibilità di usufruire di computer con videoscrittura, correttore ortografico, stampante, scanner e sintetizzatore vocale.
Per questo il Tar della Liguria ha accolto la richiesta presentata dai genitori e ha sospeso la bocciatura dopo i voti insufficienti. Il giovane potrà rifare l’esame, entro quindici giorni, data l’imminenza dell’inizio dell’anno scolastico, come stabilito da un’ordinanza dei giudici amministrativi su ricorso presentato contro il Ministero dell’Istruzione.
I genitori del ricorrente hanno denunciato che al proprio figlio “non siano state effettivamente concesse, nel corso delle prove, le misure compensative e dispensative previste dal Piano didattico personalizzato (Pdp), come l’uso del computer” e che comunque, ai fini della valutazione, “non si sia tenuto conto della sua particolare condizione”.
Attraverso il ricorso è stato richiesto anche il “risarcimento del danno non patrimoniale patito”. “Il Pdp prevedeva, quale misura compensativa, che l’alunno affetto da Dsa specifico della scrittura e della compitazione e che le valutazioni fossero “più attente alle conoscenze e alle competenze di analisi, sintesi e collegamento con eventuali elaborazioni personali, piuttosto che alla correttezza formale – spiega il Tar nell’ordinanza -. Le prove scritte d’italiano e matematica sono state redatte a mano, dunque senza uso del computer, e non risulta che siano stati adottati criteri di valutazione specifici per il ricorrente, diversi da quelli previsti in generale per gli studenti privi di DSA. Se non venisse concessa la tutela cautelare, il ricorrente subirebbe un danno grave e irreparabile, dato l’imminente inizio dell’anno scolastico: l’istituto comprensivo dell’alunno deve provvedere entro 15 giorni a una riedizione delle prove d’esame e della relativa valutazione nel rispetto del PdP”.