Il gesto

Squadra di sub volontari ripianta un raro corallo nero sul relitto della Haven

L'impresa dell'associazione Marevivo nelle acque al largo di Arenzano. Il corallo nero è la "casa" di molte specie di pesci

marevivo sub haven corallo nero

Arenzano. Una squadra della divisione sub dell’associazione Marevivo ha ripiantato un corallo nero di 1,5 metri che era stato violentemente reciso, probabilmente da una rete o una lenza da pesca. Il corallo si trovava ad una profondità di sessanta metri ed era cresciuto sulla ringhiera del relitto della Haven, protagonista del più grave disastro ambientale del Mediterraneo.

Incendiata nel 1991 nelle acque al largo di Arenzano, trent’anni dopo la petroliera Haven rappresenta ancora il più grande relitto del Mediterraneo sul quale, grazie all’incredibile potere del mare, sono nate moltissime forme di vita. Tra queste, appunto, anche il corallo nero, una specie rara che si trova tra i 50 e i 200 metri di profondità e forma grandi colonie arborescenti i cui rami biancastri possono essere lunghi fino a due metri e sono la casa di diverse specie di pesci.

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Il corallo nero è un organismo filtratore che si ancora fortemente alle rocce oppure, come in questo caso, colonizza le pareti metalliche dei relitti. Questo tipo di corallo è inserito nella Convenzione di Barcellona e nella Convenzione di Washington e le sue colonie costituiscono un ecosistema vulnerabile da proteggere dalle pratiche distruttive, come ad esempio la pesca a strascico.

“Quando ci hanno segnalato la presenza di un corallo nero strappato dal relitto dove era cresciuto, abbiamo organizzato l’intervento nel minor tempo possibile – spiega Massimiliano Falleri, responsabile della divisione sub di Marevivo – ì. Grazie a una tecnica sperimentale, già provata con successo in passato, abbiamo ricostruito la base e ripiantato il corallo. Operazioni di questo tipo, svolte a sessanta metri di profondità, richiedono precisione e preparazione e una squadra formata da più persone. Questa giornata, che ha coinvolto persone e passione, vuole essere l’esempio che l’uomo può e deve aiutare il mare”.

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Il salvataggio è avvenuto grazie alla cooperazione tra gli otto volontari di Marevivo insieme ai subacquei Roberto Bottini, Andrea Fattore, Alessandro Geo Ruga, Cristina Freghieri, Stefano Bruno, Antonella Casareale, Enrico Ascani e Stefano Sibona. In autunno i sub torneranno nelle acque liguri per un monitoraggio della crescita del corallo.

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