Riflessi

Cinque assessori liguri candidati alle politiche, Toti prepara il rimpasto di giunta

Seggio quasi assicurato per Alessandro Piana e Gianni Berrino, buone chance per Ilaria Cavo, partita difficile per Marco Scajola, impossibile per Simona Ferro

Generico agosto 2022

Genova. Cinque assessori su sette in lista, due dei quali con la certezza quasi matematica di andare in parlamento. La giunta Toti rischia di uscire completamente stravolta dalle elezioni politiche del 25 settembre. E per il governatore, una volta terminata la campagna elettorale nazionale da leader di Italia al Centro, si prospettano altri giorni di lavoro per quella che potrebbe essere, più che un semplice rimpasto, una squadra da ricostruire quasi da zero.

Due componenti, salvo sorprese, saluteranno piazza De Ferrari per accomodarsi a Palazzo Madama. Uno è il vicepresidente Alessandro Piana, titolare delle deleghe ad Agricoltura, Caccia e Pesca, Marketing e promozione territoriale, candidato come capolista della Lega in Senato. Se il Carroccio sarà la terza forza politica dopo Fratelli d’Italia e Pd, come risulta da tutti i sondaggi finora pubblicati, il seggio per lui scatterà in automatico. L’altro, ancora più “blindato”, è l’assessore al Turismo e al Lavoro Gianni Berrino, schierato nel collegio uninominale di Ponente in quota Fratelli d’Italia. Nella parte occidentale della regione il centrodestra è sempre stato preponderante, per cui sulla carta non ci sono rischi per lui.

Leggermente più complessa la partita per Ilaria Cavo, assessora a Formazione e Cultura, in corsa alla Camera nel collegio uninominale di Genova Ponente che comprende i quartieri occidentali del capoluogo e il Savonese fino a Varazze inclusa. A provocare incertezza sono le roccaforti rosse che ancora resistono in Valpolcevera, nel Ponente genovese e in buona parte del relativo entroterra, voti che confluiranno nella saccoccia della sfidante Katia Piccardo, sindaca di Rossiglione e vicesegretaria provinciale del Pd. Se invece dovesse spuntarla – scenario che appare comunque probabile – sarebbe la terza a lasciare la giunta Toti dopo ben sette anni.

Entrare in Parlamento sarà più difficile per l’assessore all’Edilizia Marco Scajola, che correrà da capolista al Senato per Noi moderati e quindi con le insegne di Italia al Centro. I seggi in quota proporzionale per la Liguria sono solo tre e, a meno di un exploit della “quarta gamba” del centrodestra sulla falsariga delle recenti amministrative, conquistarne uno non sarà affatto semplice. Se accadrà, sarà probabilmente a danno della Lega: in questo caso Scajola partirebbe, ma resterebbe Piana. È invece una candidatura “di testimonianza” quella di Simona Ferro, seconda nella lista di Fratelli d’Italia per il Senato.

“Rimpasto? Non ne abbiamo ancora parlato, prima bisogna vedere chi sarà eletto – si è limitato a commentare ieri il segretario regionale della Lega Edoardo Rixi alla presentazione delle liste -. Se ne parlerà il 25 settembre. Il tema vero è fare in modo che la nostra regione abbia il maggior numero di rappresentanti possibili”. Ma da parte di Rixi, probabile ministro delle Infrastrutture in un futuro esecutivo di centrodestra, arriva anche un’altra suggestione: “Tra ministri e sottosegretari un governo è composto da una settantina di persone. E molti, con questo parlamento ridotto all’osso, saranno esterni”. Come a dire: a Palazzo Chigi potrebbero aprirsi spazi anche per i non eletti.

Comunque sia, una volta terminate le pratiche a Roma, bisognerà sbrogliare la matassa a Genova. A livello teorico gli equilibri tra forze politiche che hanno determinato la composizione dell’attuale giunta dovrebbero rimanere invariati: tre assessori totiani, due alla Lega e due a Fratelli d’Italia. D’altra parte, se l’esito delle politiche dovesse evidenziare grossi cambiamenti rispetto al 2020, sarebbe difficile non tenerne conto. A reclamare un posto potrebbe essere ad esempio Forza Italia, che dall’attuale compagine è risultata completamente esclusa (ma ha ottenuto un posto nella giunta Bucci con Mario Mascia).

Sullo sfondo c’è poi la magna quaestio che ha inasprito i rapporti tra Toti e la Lega (ma anche Fratelli d’Italia): la delega alla Sanità. Al governatore era stato rinfacciato di occuparsene troppo poco per curare gli interessi nazionali del suo partito. Lui rispondeva che la scelta di lasciare quella materia in capo alla presidenza era stata condivisa da tutta la coalizione, e che in ogni caso “prima o poi” l’avrebbe ceduta a un assessore. Probabile che quel “prima o poi”, a questo punto, coincida col post-elezioni.

Molte le ipotesi percorribili, per quanto premature. Tra le new entry in giunta potrebbero esserci il capogruppo della Lista Toti Angelo Vaccarezza e il varazzino Alessandro Bozzano (a sua volta candidato alla Camera), ma anche il presidente della commissione Sanità Brunello Brunetto, al quale potrebbe toccare proprio la delega corrispondente, e Alessio Piana, entrambi della Lega. Ma attenzione anche a Lilli Lauro, pronta a entrare come quota rosa e quota Toti al posto di Ilaria Cavo. Un’altra possibilità è quella che vede Giacomo Giampedrone, unico dei fedelissimi non inserito nelle liste per il Parlamento, nel ruolo di super-assessore: oltre a Infrastrutture e Protezione civile, materie già delicate, assumerebbe anche la Sanità che in questo modo non uscirebbe dalla sfera d’influenza politica del governatore, sebbene alcuni rumors negli scorsi mesi la attribuissero a Marco Scajola. In quota Fratelli d’Italia, vista la probabile elezione di Gianni Berrino a senatore, potrebbe subentrare Stefano Balleari, già assessore di Bucci.

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