Genova. “A forza di celebrare minuti di silenzio abbiamo messo insieme anni di vergogna”, Egle Possetti presidente del comitato Ricordo vittime ponte Morandi con la voce rotta dall’emozione e citando una frase riferita alla strage di Bologna ha chiuso, con il suo intervento, la cerimonia di commemorazione delle 43 vittime di ponte Morandi.
Il passaggio di Aspi a Cdp, il rischio di perdita della memoria del disastro, il mancato cambiamento nella società, sono stati al centro del suo messaggio.
“Questi sono stati quattro anni di dolore, di speranza e di illusione, non abbiamo mai provato invece l’orgoglio e la percezione del cambiamento – ha detto – abbiamo sperato che dopo questa vergogna immensa potesse emergere un senso di rivalsa, ma guardandoci intorno non abbiamo percepito nessun tremore, nessuno stravolgimento”.
Poi su Autostrade: “Con la definitiva cessione di Aspi a Cdp si è compiuto un atto che non potremo mai accettare, noi pensiamo che la revoca della concessione fosse l’unica via da percorrere, nessun restyling della società potrà mai cancellare quello che è avvenuto, e i media avrebbero dovuto essere inclementi con Autostrade come lo sono stati con Marco Pantani a cui non fu certo concesso il beneficio del dubbio”.
“Noi parenti delle vittime sentiamo un grande peso sul cuore ogni volta che andiamo a trovare i nostri cari al cimitero, ma non dobbiamo arrenderci nelle nostre battaglie, non possiamo permetterci di crollare come quel povero ponte che da cinque anni si sapeva essere a rischio, noi oggi vogliamo risposte in tempi celeri alla domanda chi sapeva? chi non ha agito?”, Egle Possetti, presidente del comitato ricordo Vittime ponte Morandi sottolinea ancora una volta gli obbiettivi: il giudizio nel processo, il memoriale, la legge che tuteli gli orfani delle vittime di incuria.
“Chiediamo che il memoriale venga riconosciuto come monumento di interesse nazionale riconoscendone così il valore, dovrà essere un monito, emozionare, far riflettere, abbiamo avuto rassicurazioni sulla costruzione in tempi accettabili e almeno su questo vogliamo essere fiduciosi”, ha detto.
E poi sul disegno di legge: “Si è perso nella crisi di governo, dovremo ripartire da zero ma speriamo che i rappresentanti delle forze politiche presenti oggi e anche quelli non presenti possano comprendere l’importanza di questa memoria e possano riflettere sulle strategie da mettere in atto”.
L’intervento di Possetti è stato più volte interrotto da applausi. Alla fine del discorso il pubblico si è alzato in piedi.
Gli interventi delle istituzioni
Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria
“Oggi è un giorno di memoria, un giorno che nessuno potrà mai dimenticare. Oggi è il giorno del ricordo delle vittime di quella tragedia ma anche il giorno della rabbia perché quelle vittime non avrebbero dovuto essere vittime. Nella civile e moderna Italia e nella civile e moderna Genova un ponte non sarebbe mai dovuto crollare. Sono quattro anni che ci troviamo qua e il tempo non asciuga le lacrime ma ci permette di analizzare quello che è stato fatto davvero e cosa resta da fare” a dirlo il presidente della Regione Liguria, intervenuto oggi durante la cerimonia commemorativa a quattro anni dal crollo di Ponte Morandi avvenuto il 14 agosto 2018.
“Una cosa che resta da fare è avere la verità giudiziaria che ristabilisca il rapporto di fiducia tra le persone che hanno subito il torto e le istituzioni della Repubblica italiana – aggiunge il presidente della Regione Liguria –. Una verità che spero arrivi presto e auguro buon lavoro ai magistrati che hanno saputo condurre con grande sobrietà un processo difficile”.
“Una cosa importante l’ha detta il presidente della Repubblica Mattarella questa mattina. Bisogna che queste vittime abbiano una tutela; non ci sono vittime diverse dalle altre ma ci sono vittime che una grande democrazia ha il dovere di certificare per legge come “diverse”. In questo caso la legge che chiedono da sempre i parenti delle vittime deve andare avanti e il timbro del presidente Mattarella spero possa essere un gigantesco sprone al prossimo Parlamento per proseguire su questa strada”.
“Per quanto riguarda il memoriale – ha concluso il presidente della Regione Liguria – tutto quello che è stato fatto e faremo qui è stato e sarà un memoriale alle vittime. Tante persone da quel giorno si spese perché quel ponte non fosse crollato invano. Da chi lo ha ricostruito a chi ha permesso che Genova rialzasse la testa”.
Hanno partecipato alla commemorazione presso la Radura della Memoria anche gli assessori regionali all’Istruzione, alla Protezione Civile e Infrastrutture, all’Edilizia e Urbanistica e ai Trasporti e Occupazione.
Marco Bucci, sindaco di Genova
“Genova non dimentica, Genova vuole crescere, Genova vuole giustizia”, così il sindaco di Genova Marco Bucci ha concluso il suo intervento dal palco della commemorazione delle vittime del crollo di ponte Morandi.
In apertura ha invece letto il messaggio inviato dal presidente del consiglio Mario Draghi. “Il mio primo pensiero va alle vittime e ai familiari delle vittime – ha detto – Genova non vuole dimenticare, noi saremo sempre vicini ai parenti di chi ha perso la vita, Genova scolpirà nella pietra questa data: il 14 agosto”.
Il secondo pensiero del sindaco va “alla città che ha molto sofferto, soprattutto in questi due quartieri Certosa e Sampierdarena, ma c’è un grande progetto per quest’area, e anche per il memoriale ci sono stati intoppi ma ci rimboccheremo le maniche e lo faremo”. “Il terzo pensiero – conclude Bucci va al futuro della città e della società civile, è compito dell’amministrazione proteggere i propri cittadini e fare in modo che non accadano più cose simili”.
Enrico Giovannini, Ministro delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili
Monsignor Marco Tasca, arcivescovo di Genova
“Onorare la memoria significa anche avere procedimenti giudiziari efficaci e celeri che accertino le responsabilità del disastro”.
Un riferimento al processo da parte dell’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, nel suo intervento dal palco alla commemorazione delle vittime del crollo di ponte Morandi.
“Non si può circoscrivere quanto accaduto il 14 agosto 2018 nelle pagine di un libro di storia, il tempo che passa non potrà servire per cancellare il dolore di chi ha perso i propri cari o di chi ha perso la casa o il lavoro”.
Nella sua preghiera l’auspicio: “Oggi siamo qui insieme per ricordarci che la vita e la solidarietà sono più forti della morte, della precarietà e dell’egoismo, per affermare che la giustizia e la solidarietà sono l’unica strada da percorrere”.
Marco Scajola, assessore regionale all’Urbanistica
“Il 14 agosto sarà per sempre una data indimenticabile. Le 43 vittime del crollo del ponte Morandi, la sofferenza delle famiglie, le centinaia di sfollati che in poche ore hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni. Ad un mese dalla tragedia portai con me, alla prima commemorazione, mia figlia Vittoria, perché le nuove generazioni devono comprendere quali drammi possono accadere nella vita e che ognuno deve impegnarsi affinché certe disgrazie non si ripetano” – afferma Marco Scajola, che conclude: “Oggi sono venuto con mio figlio Edoardo per la stessa ragione. Quei giorni tremendi tra lacrime, preghiere e l’incessante lavoro, per dare una casa a chi non l’aveva più e l’orgoglio di una comunità che ha saputo reagire e ricostruire il ponte in tempi record”.
Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia
“Non ci sono parole che possono cancellare il dolore. Sono trascorsi quattro anni dalla tragedia del Ponte Morandi e la cicatrice causata da quel drammatico incidente è sempre viva nel cuore di ognuno di noi, della Liguria e dell’Italia. Oggi ricordiamo le 43 vittime e stringiamo in un forte e commosso abbraccio le famiglie di chi perse la vita quel 14 agosto 2018. A loro va tutta la nostra vicinanza e la promessa che verrà fatta piena chiarezza e giustizia”, lo scrive in una nota il sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè, nel giorno dell’anniversario.