Roma. Un cerchio diviso in due, la parte superiore azzurra (più grande) col logo di Noi con l’Italia e la parte inferiore arancione (più piccola) col logo di Italia al centro. È il simbolo della lista per le elezioni politiche del 25 settembre che oggi Giovanni Toti ha presentato a Roma insieme a Maurizio Lupi. Una lista che sancisce ufficialmente la permanenza del governatore ligure nella coalizione del centrodestra, un appoggio che lo stesso presidente definiva “non scontato” fino a due settimane fa, quando era ancora in corso il dialogo con Renzi e Calenda.
Ma da allora tutto è cambiato: il leader di Azione ha stipulato l’accordo col Pd e per Toti la prospettiva di voltare le spalle agli alleati (che gli avrebbero fatto mancare la maggioranza in Regione) è diventata surreale: “In Liguria il partito del no alle grandi opere, della sindrome Nimby, dei ricorsi al Tar è sempre stato dall’altra parte”, dice oggi categorico. E pure nei confronti del suo (ex) interlocutore non usa parole dolci: “Arriveranno a mettere veti su loro stessi. Ormai manca l’espulsione di Calenda medesimo da parte di Calenda“.
Di qui la decisione di non cambiare famiglia nonostante i ripetuti screzi, prima nei giorni delle elezioni per il Quirinale, poi per la mancata fiducia di Salvini e Berlusconi al governo Draghi: “Ad oggi, per come si è impostata la campagna elettorale, ritengo che il centrodestra, oltre ad essere la casa da cui tutti noi proveniamo per cultura e la maggioranza politica con cui molto ho fatto in Liguria, è anche l’unica coalizione in grado di realizzare davvero il programma di cui il Paese ha bisogno“.
I cronisti in sala stampa fanno notare che il simbolo è sbilanciato nelle proporzioni: più Lupi che Toti. Le ragioni sono molteplici, spiega il governatore: “Maurizio Lupi è oggi l’unico candidato in parlamento, perché io continuerò a governare la regione. Noi con l’Italia ha una storia più antica di Italia al centro. E l’ultima è la ragione per cui siamo qua: se dovessimo raccogliere le firme oggi a 50 gradi – scherza – io mi avvicinerei a Maurizio come forma fisica ma il risultato sarebbe deludente”. Incombenza che in effetti non ci sarà, visto che le forze parlamentari sono esentate dall’obbligo. Una collaborazione, quella tra Lupi e Toti, “messa su negli ultimi due giorni”, ma non del tutto inedita: alle ultime comunali Noi con l’Italia aveva inserito i propri candidati nella lista civica Vince Genova a supporto di Bucci.
Con la scelta di restare organici al centrodestra i totiani avranno certamente un ritorno in termini di candidature nei collegi uninominali. Sembra scontato che almeno uno debba essere in Liguria, territorio in cui Toti spera di racimolare più voti: in pole position ci sarebbero gli assessori Marco Scajola e Ilaria Cavo, fedelissimi del governatore e campioni di preferenze.
Ma a parte le strategie, nonostante i meccanismi della legge elettorale vigente, c’è fiducia in un buon risultato: “Questa è una lista che nasce per fare più del 3% – afferma Toti – per affermarsi in tutti i collegi proporzionali di Camera e Senato. È un polo moderato pragmatico, concreto e responsabile che vuole dare davvero un apporto nella prossima legislatura”. E ribadisce: “Porta aperta a tutti coloro che vogliono dare il loro contributo”. Addirittura “spalancata” per Luigi Brugnaro, suo compagno di viaggio ai tempi (non lontani) del partito fucsia Coraggio Italia, oggi assente.