Genova. “A livello nazionale i sondaggi ci davano intorno al 6-7% prima dell’accordo col Pd. L’obiettivo in Liguria è riprodurre le stesse percentuali nazionali, quindi lavoriamo in questa direzione”. A parlare è Roberto Donno, ricercatore dell’Iit e coordinatore regionale di Azione, il partito di Carlo Calenda. Saltata l’alleanza col Pd, la priorità adesso è raccogliere le firme per potersi presentare alle prossime elezioni in caso di corsa in solitaria. Ed è per questo che malvolentieri si parla di candidature, anche se qualche nome era già trapelato negli scorsi giorni.
A Genova e in Liguria sarebbe la prima volta che il simbolo di Azione compare su una scheda elettorale. Alle ultime comunali, dopo l’endorsement di Carlo Calenda a Marco Bucci, cinque esponenti del partito erano stati inseriti nella lista civica Genova Domani. Uno di loro è stato eletto a Tursi: il 25enne Lorenzo Pasi, membro del direttivo genovese, rientrato in carica dopo essersi autosospeso in occasione della candidatura. “Spero che il nostro appoggio a Bucci possa influenzare in meglio il risultato – è l’auspicio di Donno – e spero che chi ha dato il voto a Bucci e alle sue liste civiche possa guardare a noi con molto interesse“.
Si punta, insomma, all’elettorato “civico” e moderato. Guarda caso, lo stesso cui si rivolge Giovanni Toti, che Calenda l’aveva pure ospitato alla prima convention di Italia al Centro a Roma e oggi invece lo accusa di aver fatto una sceneggiata. “Quelle sono dichiarazioni dettate dalla campagna elettorale – commenta Donno -. Toti e il suo partito hanno deciso di riunirsi al centrodestra e va bene così, ma non mi sento di assimilarlo alla stessa area di Fratelli d’Italia. Poi ognuno all’interno del suo partito fa i suoi conteggi per avere seggi e posizioni di governo. Noi avevamo col Pd un accordo abbastanza simile, ma è molto più importante la coerenza”.
È chiaro che, senza un grande partito alle spalle, serviranno nomi di peso per riuscire a piazzarli in Parlamento. “Abbiamo avviato una discussione interna per capire chi era disponibile, ma prima bisogna passare dal nazionale e confrontarci, cosa che non è ancora avvenuta, proprio perché era atteso il patto col Pd”, frena il coordinatore regionale. E le voci su Ariel Dello Strologo? “Per la correttezza e la stima che ho per lui voglio precisare che non c’è stato nessuno contatto. La candidatura è stata avanzata da +Europa: liberi di proporlo, ma avrei preferito che si confrontassero con noi prima di farlo uscire“. L’ex sfidante di Bucci, tra l’altro, potrebbe rientrare pure nella rosa del Pd. “In ogni caso ora siamo concentrati al mille per mille sulla raccolta delle firme”, ribadisce Donno.
Scenario che, peraltro, potrebbe mutare in due casi. Il primo – ad oggi improbabile – è quello in cui Emma Bonino sciogliesse l’accordo col Pd e rimanesse insieme ad Azione: in quel caso l’uso del simbolo di +Europa sgraverebbe Azione dalla raccolta delle firme. Il secondo, ancora in bilico, è quello dell’alleanza con Italia Viva, visto che il partito di Matteo Renzi aveva costituito un gruppo parlamentare prima del 31 dicembre 2021. In tutti gli altri casi i seguaci di Calenda dovrebbero raccogliere 36.750 adesioni per la Camera e 19.500 per il Senato, cioè 750 per ogni collegio.