Contromosse

L’ombra del dolo nell’estate degli incendi, dopo il quarto rogo al Cep si valuta un presidio fisso di polizia

Il consigliere delegato Fabio Ariotti, residente nella zona: "Forze dell'ordine o telecamere, a rischio l'incolumità dei residenti". La procura di Savona indaga sul disastro nell'albenganese

incendio cep

Genova. L’autocombustione esiste in natura ma è un fenomeno estremamente improbabile. Anche eventi fortuiti come quello che ha scatenato qualche settimana fa un vasto incendio alle spalle di Sestri Ponente – armi della seconda guerra mondiale che hanno preso fuoco per il caldo – sono casi più unici che rari.

Nell’estate più secca degli ultimi 10 anni, con temperature diurne che da giorni non si schiodano dai 30 gradi, a Genova, è più semplice pensare che ci sia la mano dell’uomo dietro ai roghi che si stanno verificando ripetutamente. Finora, soprattutto nel ponente cittadino.

Stamani nel quartiere del Cep, alle spalle di Voltri, ha preso fuoco un’area verde tra via Calamandrei e via della Benedicta, un punto dove già lo scorso anno si erano verificati incendi quanto meno misteriosi e non distante dalla scarpata di sterpaglie che aveva preso fuoco la scorsa settimana in via 2 dicembre, con le fiamme che erano arrivate a lambire i palazzi.

Già in quell’occasione Fabio Ariotti, consigliere comunale già delegato all’edilizia popolare e residente al Cep e oggi alla Partecipazione dei cittadini associazioni e comitati sulle scelte della civica amministrazione, aveva ipotizzato il dolo. Oggi torna sul tema. “La questione è grave, per quello che è accaduto nei giorni scorsi e per il rischio ogni giorno di nuovi incendi – dice – soprattutto se si tratta di persone, o anche di una sola persona che si diverte a dare fuoco. Non è la prima volta che succede e, oltre a devastare la natura, si mettono in serio pericolo gli abitanti, non possiamo continuare con questo rischio, devono essere fatte indagini approfondite e trovare il colpevole”.

Nelle ultime ore, secondo quanto raccontato dallo stesso consigliere comunale, qualcosa si sta muovendo. Le forze dell’ordine, a partire dalla polizia locale, starebbero valutando l’organizzazione di postazioni fisse serali, per provare a cogliere sul fatto i piromani o almeno a creare un elemento di deterrenza.

Secondo Ariotti un’altra soluzione potrebbe essere quella di estendere la rete di telecamere di sorveglianza a quelle vie che portano alle colline o alle aree verdi.

Ricordiamo che l’area del Cep di Ca’ Nova nei prossimi mesi sarà interessata da una riqualificazione finanziata dal bando Pinqua e in base alla quale spazi oggi abbandonati al degrado e alla vegetazione incolta diverranno percorsi per lo sport e per la cittadinanza.

Intanto, per quanto riguarda l’incendio – di ben più vaste dimensioni – che sta interessando da giorni diversi comuni dell’albenganese, la procura di Savona ha aperto un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti e ha affidato le indagini ai vigili del fuoco e al nucleo forestale dei carabinieri.

Anche in quel caso non si esclude che l’incendio che ha distrutto 400 ettari tra bosco e macchia mediterranea possa avere un’origine dolosa. “Questi roghi non possono essere un caso”, l’affermazione dell’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone.

Non ci sono fascicoli in atto, invece, da parte della Procura di Genova per gli incendi che hanno interessato il capoluogo.

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