Il profilo

Indagato perché va a combattere in Ucraina, il 19enne genovese sui social: “L’altro ieri ho perso un amico”

L'ultima foto è stata postata una settimana fa in un bosco: il giovane imbraccia una mitragliatrice

Genova. La guerra “vissuta” fino a poco tempo fa solo come un gioco appassionante che consente di indossare abiti militari e imbracciare armi giocattolo nelle partite di softair, le idee di ultradestra e la militanza in Casapound con la partecipazione a manifestazioni neofasciste non solo a Genova, la rabbia di un ragazzino di periferia sfogata in una nota palestra popolare a Cornigliano quartiere dove abita con la madre o meglio abitava prima di decidere di andare a fare la guerra vera in Ucraina per combattere contro Putin.

Kevin Chiappalone, che compirà 20 anni a ottobre e che su Facebook si definisce “triste, arrabbiato ma felice” , ha lasciato l’ultima traccia social di sé una settimana fa, il 1 agosto sul suo profilo Instagram.

Mostra il dito medio al fotografo, quasi certamente un altro giovane combattente nella Brigata internazionale Ucraina, imbraccia una mitragliatrice leggera, indossa un elmetto e ha il volto nascosto da un paio di occhiali scuri e da un passamontagna.

In un altra foto, nascosto in un bosco osserva con i binocoli un punto all’orizzonte. Il 6 giugno aveva pubblicato una foto dove tenerla in braccio un cucciolo di pastore tedesco citando Charles M. Schulz, l’autore di Linus “La felicità è un cucciolo caldo”. Sotto il post tuttavia, a un amico che gli chiedeva come stava ha risposto “L’altro ieri ho perso un amico”.

Tra le foto più recenti sui social una lo ritrae con altri due giovani a volto scoperto e sorridenti: due di loro indossano già abiti militari, Kevin no. E’ stata scattata a Cracovia in Polonia il 29 aprile, pochi giorni prima che i volontari (con lui c’è un ragazzo spagnolo) varcassero il confine con l’Ucraina. Gli investigatori della Digos hanno cercato a lungo di capire come un ragazzino poco più che maggiorenne abbia fatto a fare tutto da solo, dai contatti con la brigata internazionale all’organizzazione del viaggio ed erano convinti dell’esistenza di una rete di reclutatori a Genova o quantomeno in Italia, ma nulla del genere è emerso finora dalle indagini.

Più probabilmente invece, nell’epoca in cui sono i social lo strumento più immediato e a volte aggiornato per avere informazioni e notizie su qualcuno, sono probabilmente sempre i social che ti consentono di fare qualunque cosa compresa la guerra.

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