Genova. Il Mei – Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana è stato designato tra i vincitori della quinta edizione del premio Memorie Migrate, promosso dal Comune di Castelluccio, dalla Pro Loco e dalla Regione Basilicata. La cerimonia della consegna dei premi e la lettura delle motivazioni è in programma a Castelluccio Inferiore in Largo S. Nicola in provincia di Potenza, giovedì 4 agosto, alle ore 21.
La motivazione: per la valorizzazione del prezioso patrimonio sull’emigrazione.
Nel corso della serata il sindaco di Castelluccio consegnerà a Pierangelo Campodonico, amministratore unico della Fondazione Mei, alcuni reperti originali sull’emigrazione italiana che verranno conservati presso il Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana a Genova.
“Sono onorato di questo riconoscimento – commenta Pierangelo Campodonico, il primo ricevuto a pochi mesi dall’apertura del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana a Genova − ci auguriamo che, progressivamente, questo gioiello venga sempre di più riconosciuto dalla comunità nazionale, internazionale e da tutte le persone che si occupano di emigrazione. Il Mei, infatti, è il frutto di mesi di lavoro dedicati a un progetto partecipato che ha coinvolto tantissime realtà sia italiane che del resto del mondo, attraverso una forte sinergia con numerose associazioni di italiani diffuse in tutti e cinque i continenti”.
IL MUSEO
Il percorso espositivo, 2800 mq, si sviluppa su 3 piani suddivisi in 16 aree, costruite intorno alle storie di vita dei protagonisti dell’emigrazione: le esperienze dei singoli sono proposte al visitatore attraverso fonti primarie come le autobiografie, i diari, le lettere, le fotografie, i giornali, i canti e le musiche che accompagnavano gli emigranti. Documenti, arrivati da enti, istituzioni statali e locali, archivi, musei, associazioni di emigrati, si fondono in un’unica narrazione, che mostra il fenomeno migratorio nelle sue numerose sfaccettature e articolazioni.
Un museo in movimento, come suggerisce il tema del viaggio. I visitatori lungo il percorso incontrano migranti di epoche diverse – dall’Unità d’Italia ad oggi -, ascoltano le loro storie, testimoni sia della loro povera casa contadina, come dei contesti attuali, e così affrontano il delicato momento della scelta di partire, riflettendo su quanto l’immaginario di nuove terre e nuove opportunità sia stato determinante nella scelta di lasciarsi alle spalle il lavoro, la casa e la famiglia di origine.
I dati sulle partenze, i ritorni, le destinazioni, il lavoro, la salute, l’alimentazione, il razzismo, l’accoglienza, le tante motivazioni diverse per lasciare l’Italia che rappresentano il grande mosaico della migrazione sono restituiti al visitatore attraverso strumenti interattivi e multimediali.
Se il viaggio è il focus dell’esposizione al vicino Galata Museo del Mare, di cui il Mei rappresenta la continuazione e il completamento, al MEI l’attenzione va a quello che si trova dopo il viaggio: la ricerca del lavoro e della casa, imparare una nuova lingua, inserirsi in una società diversa a volte ostile.