Equilibri

Elezioni, Toti: “Di certo non andremo con Pd e M5s, ma non darei nulla per scontato”

"Il centrodestra deve accettare la pluralità di posizioni al suo interno, altrimenti andrei a cercare altrove la possibilità di dire la mia"

giovanni toti

Genova. “Certamente posso dire che non andremo con Pd e Movimento 5 Stelle. Questa settimana ci metteremo ad ascoltare cosa succede per decidere a chi dare il nostro appoggio. Non darei nulla per scontato“. Una prima cosa l’ha messa in chiaro Giovanni Toti, uno dei protagonisti di quell’area politica di centro ancora in cerca di una collocazione per le elezioni del 25 settembre. Un messaggio che suona come un segnale rassicurante per gli alleati in Regione che a più riprese gli hanno chiesto di fare chiarezza sulle proprie intenzioni.

Negli ultimi giorni il governatore e leader di Italia al centro è parso più vicino a ricucire il rapporto con Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia che allo strappo. E le sue ultime considerazioni oggi a La7 vanno in questa direzione: “Il centrodestra è la coalizione che mi ha consentito di governare e fare molte cose in questa regione. Dall’altra parte, quella del Pd e dell’armata che sta mettendo insieme, ho visto più no alle infrastrutture, ricorsi al Tar, un ambientalismo un po’ peloso. Credo che il centrodestra, con tutte le difficoltà di una coalizione che è cambiata, è stata sicuramente la coalizione che ha guardato alla modernizzazione del Paese, alle imprese, al libero mercato più dell’altra”.

D’altra parte, insiste Toti, “il centrodestra deve accettare l’idea che ci sia pluralità di posizioni al suo interno, altrimenti andrei a cercare altrove la possibilità di dire la mia”. Quell’altrove potrebbe essere allora un terzo polo con Renzi, Calenda (che tre giorni fa lo accusava di aver già fatto l’accordo col centrodestra) e gli altri centristi? “Il terzo polo è ancora tutto da costruire e la legge elettorale con cui andremo a votare dice che le grandi coalizioni partono avvantaggiate”.

Anche perché gli “amici” del centro, dice Toti, “non ho ancora capito cosa faranno: Calenda dice una cosa e poi un’altra, Renzi prima dice che va da solo e poi si dichiara disponibile. Quello che nessuno ha ancora messo in fila è per fare cosa”. Così come continua a non essere esclusa l’ipotesi di una corsa in solitaria: “Se non troveremo accordi con nessuno non abbiamo alcun problema ad andare alle elezioni politiche per conto nostro e difendere la nostra bandiera”.

Intanto, mentre Letta e Calenda bisticciano a distanza sul nodo delle alleanze, oggi Toti incontrerà a Roma i vertici del centrodestra, passaggio che potrebbe essere decisivo in vista di un futuro accordo elettorale. Il punto di partenza è il programma in 12 punti che Italia al centro ha presentato la scorsa settimana a Roma, “punti ai quali non intendo rinunciare”, avverte il governatore.

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