Sondaggio

Elezioni politiche 2022, il pensiero dei genovesi: “A votare anche se non servirà a niente”

Tra le voci raccolte ci sono quelle di persone decise, indecise e astenute ma la maggior parte dei genovesi il 25 settembre si presenterà alle urne

Genova. “Sì, andrò a votare ma con molte perplessità e con la convinzione che non servirà a nulla“, risponde così Sandro, 60 anni, genovese, circa la sua decisione in vista delle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento in programma il 25 settembre.

Sondando il terreno per capire se si andrà o meno a votare – tra decisi, indecisi e astenuti – il pensiero di Sandro rispecchia quello della maggior parte dei genovesi incontrati nel pomeriggio in centro storico e a cui è stata posta la domanda su come si comporteranno alle prossime elezioni.

Quasi tutte le persone ascoltate – sia adulti sia giovani – hanno infatti risposto che sì, sicuramente il 25 settembre si presenteranno alle urne, ma sottolineando le grandi incertezze dovute a uno scenario politico ancora molto nebuloso.

“Bisogna assolutamente andare a votare perché in questi anni siamo stati purtroppo obbligati a governi che sono stati messi lì con ‘inciuci'” dice Silvana, 58 anni, genovese.

A seguire ci sono gli incerti, che non sanno ancora – per diversi motivi – cosa fare il 25 settembre.

“Sono ancora un po’ indeciso, perché c’è ancora molta confusione a livello politico, le parti litigano ancora tra di loro, quindi devo capire bene dove indirizzare il mio voto” dice Andrea, 48 anni, di Piacenza, in vacanza a Genova.

Infine tra le voci raccolte ci sono anche quelle di chi a votare invece non andrà affatto, senza dubbio, perché non ripone alcuna fiducia nel sistema politico attuale e ritiene che indipendentemente dall’esito delle elezioni la situazione in Italia non cambierà.

“Non andrò a votare, si assiste sempre alle solite storie, è come una minestra riscaldata” spiega invece Michela, 59 anni, di Genova.

A livello nazionale invece, la partecipazione alle prossime elezioni politiche sarà inferiore a quella del 2018, le ultime consultazioni politiche, quando l’affluenza si attestò, tra Camera e Senato, intorno al 73%, già in calo rispetto al 2013.

Proseguirà dunque il trend di disaffezione dei cittadini alle urne, sostenuto da una crescente crisi di sfiducia nei partiti, che le vicende degli ultimi giorni, che hanno portato alla caduta del governo di unità nazionale, hanno rafforzato.

I sondaggisti, interpellati dall’Adnkronos, concordano sulla previsione che sia questa la tendenza per il voto di settembre, seppure ventilando la possibilità che la delusione per forze politiche divise e litigiose possa invece dare spazio a un sussulto di partecipazione.

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