Genova. Clima rovente per la sanità in Liguria. Al di là della temperatura esterna, a scaldare gli animi nell’ambiente alle soglie di Ferragosto è l‘ipotesi di fusione tra il policlinico San Martino e gli ospedali gestiti da Asl 3 (compreso Villa Scassi) contenuta nella bozza del nuovo piano sociosanitario della Regione anticipata alcuni giorni fa dalla Repubblica. Ipotesi che la maggioranza targata Giovanni Toti non ha smentito, parlando di una “proposta” ancora in fase interlocutoria. Al momento nessun commento sull’operazione né dalla Asl 3 né dall’ospedale San Martino.
L’idea alla base della fusione, teorizzata dal manager Giuseppe Profiti che guida la struttura di missione in Regione, è quella di separare la sanità territoriale, che rimarrebbe in capo alle Asl, dagli ospedali, sempre più specializzati nelle cure ad alta complessità. L’obiettivo finale è la creazione di un’azienda ospedaliera metropolitana genovese che tenga insieme San Martino e Villa Scassi, quest’ultimo sede di un’eccellenza come il centro grandi ustionati, ma anche Gallino e Micone. Con l’incognita di Erzelli: sulla collina del parco tecnologico sorgerà un nuovo Irccs a vocazione tecnologica, finanziato dal Governo con 400 milioni, che dovrebbe restare a gestione pubblica e quindi integrarsi nel sistema.
Non si fanno attendere le reazioni della politica, tra cui anche quella di Fratelli d’Italia, forza di maggioranza, che ha criticato il piano. Il consigliere Gianni Pastorino di Linea Condivisa ha chiesto la convocazione di una commissione urgente: “Questa è una questione delicata che rappresenta un mutamento di quadro importante: non ci possono essere sconti circa la capacità di interventi e prestazioni sanitarie nei confronti della popolazione. La Regione dovrà chiarire se questo è un progetto che riguarda solo il San Martino e il Villa Scassi oppure è un progetto che riguarda, sottotraccia, il rapporto tra strutture ospedaliere e territorio. Vorremmo che eventuali progetti non fossero calati dall’alto ma fossero trasparenti e condivisi sia dalle parti politiche ma anche dalle parti sociali e territoriali, senza nessun infingimento”.
“La fusione dell’ospedale San Martino con Villa Scassi è una proposta fatta all’interno di un quadro in cui la casella principale è vuota: da anni manca il piano sociosanitario, lo strumento base per discutere l’organizzazione della rete ospedaliera e dell’offerta territoriale – attacca il gruppo del Pd in Regione -. Le scelte sono fatte a rate, con forzature Scsenza un confronto col territorio e con il mondo sanitario. La fusione è una scelta devastante: una scelta fatta in un’ottica per favorire gli interessi di pochi. Ancora una volta non c’è una programmazione ponderata delle necessità del territorio, non c’è ascolto degli operatori sanitari che con dedizione affrontano quotidianamente il loro lavoro e che meglio di tutti ne conoscono le specificità organizzative. Si continua a privilegiare una risposta ospedalocentrica e residenziale con una forte vocazione verso il privato, rispetto ad una assistenza territoriale diffusa e adeguata ai bisogni dei cittadini”.
“Siamo ancora in fase interlocutoria e saranno ascoltati tutti gli attori – sottolinea la Lista Toti in una nota -. Il piano sanitario, infatti, deve essere ancora delineato ed il confronto sarà sempre alla base dei provvedimenti, solo a tempo debito e seguendo l’iter normativo corretto. I continui attacchi ai progetti sanitari, spesso palesemente strumentali, non fermeranno il cambiamento strutturale del sistema sanitario regionale, volto al miglioramento ed al progresso di un organismo che deve evolvere per rispondere al meglio alle esigenze dei cittadini e di modernizzazione. Si andrà avanti ascoltando ogni proposta propositiva e non mugugni senza fondamento, sempre rivolgendosi all’obiettivo finale: una sanità pronta alla continua evoluzione positiva”: E poi, rivolti al Pd: “Capiamo d’altronde che ci sia una campagna elettorale in corso e, non avendo altri argomenti, i dem si affidino a un sempreverde. Buttarla in caciara sulla sanità, spargendo un po’ di no preventivi anche su ipotesi di lavoro ancora da abbozzare è il loro sport preferito.
Sul fronte sindacale è la Fials a intervenire, esprimendo sfiducia verso le rassicurazioni della maggioranza: “Intanto annotiamo i fatti: l’ultimo in ordine di tempo è la chiusura del centro ictus a Villa Scassi (temporaneamente chiuso per Covid e mai più riaperto). Stessa sorte per i primi interventi a Sestri e Gallino, e per tre reparti di cure intermedie spariti dai radar nei presidi di Sestri, Gallino e Scassi. Aggiungiamo il netto ridimensionamento degli organici nelle cure domiciliari e il mancato rafforzamento del territorio dove in quattro anni Regione e Asl non sono neppure riusciti a trovare la sede per il Sert del Distretto 9. In attesa di vedere meglio le carte ribadiamo, se mai ce ne fosse bisogno, i nostri punti fermi. I lavoratori non devono pagare il prezzo: vanno preservati organici, operatività, sedi e retribuzioni. I servizi non possono essere ridimensionati, privatizzati e meno che meno chiusi. La sanità territoriale non va separata da quella ospedaliera ma al contrario va maggiormente integrata. Se la Regione ha altre intenzioni ci troverà pronti a sbarrarle la strada”.