In classe, in piazza

Caro vita, anche gli studenti genovesi si preparano alla protesta: “Troppi 1300 euro per mandare a scuola un figlio”

Cancelleria aumentata del 7%. Anche la carta e quindi i libri potranno subire rincari. "L'istruzione non deve essere un privilegio" dicono dalla Rete degli studenti medi di Genova

corteo studenti contro la maturità 2022

Genova. 1300 euro per mandare un figlio a scuola solo per libri e articoli di cancelleria. Praticamente una mensilità di stipendio per garantire a un ragazzo un anno di istruzione. Una cifra troppo alta secondo la Rete degli studenti medi di Genova e che quest’anno rischia di essere persino più pesante a causa del caro vita e dell’aumento delle materie prime che incideranno anche sulla carta, e quindi sui libri.

“È di pochi giorni fa il comunicato stampa con cui il Codacons annuncia, a seguito dell’annuale analisi sul caro-scuola, un nuovo rincaro dei prezzi dei materiali scolastici. Nel comunicato, si legge di un aumento dei prezzi della cancelleria del 7%“, ricordano dalla Rete degli Studenti Medi di Genova, esprimendo ferma condanna verso questo fenomeno.

“Andare a scuola – spiega Francesco Devoti, segretario metropolitano della Rete degli Studenti Medi – è un diritto per tutti i ragazzi e tutte le ragazze del nostro Paese, ma questo diritto viene annualmente minato dall’enorme costo di tutto il materiale necessario a frequentare le lezioni”.

Quest’anno i costi determinati dall’acquisto dei libri e dell’intero corredo dei beni necessari per andare a scuola potranno arrivare sino a 1300 euro.

“Non possiamo accettare che la situazione rimanga così com’è, anche a fronte del fatto che, in presenza di più figli o figlie, la spesa di ogni famiglia può anche raddoppiare, triplicare e così via. Da anni denunciamo le criticità che si presentano nella vita di studenti e studentesse, tra le quali primeggiano il caro-libri e l’elevato costo dei beni di cancelleria, come quaderni, astucci, zaini, matite, penne e così via”.

La problematica evidenziata dal sindacato studentesco è chiara: non si può pensare di andare avanti sostenendo queste spese per andare a scuola, per avvalersi di un diritto costituzionalmente riconosciuto.

“Non è possibile – prosegue Devoti – che nonostante le belle parole sulla scuola e sul futuro di cui il nostro sistema si fa sbandieratore, il nostro diritto allo studio, che rivendichiamo con fermezza e con forza, venga costantemente messo in discussione, con ostacoli diversi, in base alla circostanza. Questa volta è stata la volta dell’innalzamento dei prezzi”.

“Vogliamo che le istituzioni ci ascoltino, perché andare a scuola non deve essere un privilegio, appannaggio di quei pochi e quelle poche che possono permetterselo, ma deve essere un diritto garantito a tutti e a tutte, come previsto dalla nostra Costituzione.” Queste le parole con cui il sindacato degli studenti e delle studentesse contesta la difficile situazione del caro-scuola.

Anche gli studenti, quindi, così come tante categorie economiche si preparano a protestare contro l’aumento del costo della vita e a chiedere risposte strutturali alla politica e alle istituzioni. Si prepara un autunno di lotta: dal 14 settembre con la ripresa delle lezioni in Liguria.

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