Disastro

Autotrasporto, il sindacato Ruote Libere: “Speculazioni fuori controllo, ci hanno abbandonato”

"L'autotrasporto potrebbe essere il primo settore a crollare, ma, senza una pacificazione collegata a un immediato stop alle speculazioni, a cascata potrebbe rovinare l'intera economia italiana"

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Genova.”Siamo ormai arrivati anche alla fine di agosto e gli autotrasportatori attendono ancora il “bonus” sul gasolio promesso ormai sei mesi fa, frutto del protocollo sottoscritto dalla vice ministra Bellanova e le associazioni dell’Albo. Non ci sono più parole per rappresentare l’assurdità di questa situazione, in un contesto di calma piatta irreale. Le associazioni silenti da oltre un mese, la vice ministro impegnata in campagna elettorale completamente disinteressata ai problemi dell’autotrasporto, gli autotrasportatori rassegnati al loro destino. I 500 milioni che avrebbero dovuto compensare l’eliminazione dei rimborsi accise per i mezzi Euro 5 ed Euro 6 quando arriveranno non serviranno neppure a compensare il mancato rimborso ordinario delle accise del secondo e terzo trimestre e con l’umiliante meccanismo del click day, probabilmente non verranno accettate diverse domande”. A parlare è la portavoce di Ruote Libere Cinzia Franchini.

“In questo contesto il prezzo del petrolio riprende la sua corsa al rialzo. Mentre scriviamo infatti il Brent ha superato nuovamente i 100 dollari al barile e il WTI oltre i 90 dollari: rialzi che vedono simultaneamente una crescita ai distributori. Del resto ormai siamo abituati a fotografare sulle strade italiane un immediato adeguamento al rialzo del costo del Diesel e una stasi quando il barile è al ribasso”.

“E’ questo del resto la cartina di tornasole immediata delle speculazioni fuori controllo di fronte alle quale il Governo appare inerme. Lo stesso dicasi per il prezzo del gas naturale liquefatto che quotidianamente raggiunge nuovi record penalizzando così ancora una volta quegli imprenditori che hanno investito in mezzi ecologici – chiude Cinzia Franchini -. Lo stop alle speculazioni deve andare di pari passo con una politica che promuova concretamente la fine del conflitto in Ucraina. E’ evidente infatti che l’aumento dei costi dell’energia è legato solo parzialmente alla risposta della Russia alle sanzioni dell’Europa, ma in questo momento a fronte di una dipendenza ancora alta dell’Italia rispetto al petrolio e al gas proveniente dall’Est, occorre mettere da parte ogni demagogia e cercare soluzioni che consentano alle imprese e alle famiglie del nostro Paese di sopravvivere. L’autotrasporto potrebbe essere il primo settore a crollare, ma, senza una pacificazione collegata a un immediato stop alle speculazioni, a cascata potrebbe rovinare l’intera economia italiana”.

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