A mali estremi...

A Genova i dehors inutilizzati nelle strade saranno demoliti a spese del Comune

Affidato il servizio ad Aster per una spesa massima di 10mila euro, Bordilli: "Addebiteremo i costi alle aziende inadempienti"

dehors vuoto

Genova. Il Comune rimuoverà e demolirà a sue spese i dehors rimasti inutilizzati per le strade della città: lo prevede una determinazione dirigenziale della direzione Commercio che affida il servizio ad Aster per tutto il 2022 per un importo massimo di 10mila euro, fatta salva la “successiva rivalsa” sui soggetti inadempienti.

Nel mirino ci sono soprattutto le strutture degli esercizi che nel frattempo hanno chiuso senza però provvedere a liberare lo spazio occupato sul suolo pubblico. Gli episodi si sono moltiplicati vista la decisione di Tursi di rilasciare le concessioni gratis per l’emergenza Covid (misura prevista al momento sino a fine 2022). Un problema che nei mesi scorsi ha scatenato l’ira dei residenti, specie nei quartieri in cui i tavoli esterni di bar e ristoranti cancellano parcheggi che già scarseggiano. Emblematico il caso della Foce, dove nelle ultime settimane sono stati rimossi due dehors in via Rivale e via Magnaghi, mentre un terzo è stato individuato in corso Torino. In altri casi pedane e coperture vanno smantellate perché non rispettano i criteri di decoro oppure perché sono state installate abusivamente.

A livello cittadino sono almeno tre i casi già censiti di cui si occuperà Aster nei prossimi giorni. “Due di queste erano concessioni temporanee Covid, cioè rilasciate dopo il 2020, mentre in un altro caso si trattava di un permesso definitivo rilasciato per più anni – spiega l’assessora al Commercio Paola Bordilli -. In qualche modo queste strutture vanno rimosse e, se non lo fanno loro dopo la nostra ingiunzione, dobbiamo intervenire noi come Comune addebitando poi il costo all’azienda”.

Come ricorda il testo del provvedimento, “ove le concessioni adottate dall’amministrazione perdano efficacia, i soggetti che ne sono stati titolari sono tenuti, a proprie spese, a rimuovere le opere installate nello spazio pubblico precedentemente occupato e, in generale, a ripristinare quest’ultimo nel suo stato originario”. Se così non fosse, “si pone l’esigenza di conseguire in altro modo lo spedito sgombero dello spazio pubblico” e “occorre che tale sgombero avvenga in maniera efficace e sollecita, onde evitare che lo spazio urbano resti ingombrato da strutture degradate, inutilizzate o, in ogni caso, installate in violazione delle prescrizioni a vantaggio dell’interesse pubblico, con potenziale pregiudizio al decoro, all’igiene, alla sicurezza e alla vivibilità urbana“.

Per l’amministrazione “non è possibile preventivare la quantità di interventi necessari, dipendendo questi ultimi dal numero di concessioni che perdano la propria efficacia, nonché dalla correttezza e puntualità nell’adempimento degli obblighi di ripristino dei luoghi da parte dei soggetti titolari delle stesse”. E, vista la difficoltà di trovare imprese disponibili, si è deciso di affidare le rimozioni in house direttamente ad Aster fino al 31 dicembre 2022 “con possibilità di rinnovo alle stesse condizioni, per un ulteriore periodo di cinque mesi”, con pagamenti effettuati a misura sulla base delle prestazioni effettivamente richieste.

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