Genova. Mentre la Liguria si appresta a chiedere lo stato di emergenza per quanto riguarda la siccità, e mentre ci si interroga sui dissalatori, in città spuntano nuove sorgenti. Nostro malgrado. Da alcune settimane, infatti, in cima a via Caffaro, esattamente sotto il muraglione che sorregge corso Paganini, l’acqua ha preso a scorrere, emergendo da una infiltrazione interna, percolando all’esterno, goccia dopo goccia.
Ad accorgersene prima di tutti la vegetazione. Basta un colpo d’occhio per capire l’origine del problema, con la parete adornata da piante di tutti i tipi spuntate tra le crepe di un arido muro di pietra, mattoni e intonaco. Una vera selva spontanea che ha attirato l’attenzione di tanti residenti che ogni giorno passano dalle scalinate che collegano Castelletto con la strada sottostante. Da lì la segnalazione a Genova24, e poi il nostro sopralluogo.
Arrivati sul posto, la perdita, le piante, le infiltrazioni e le macchie di umido su tutto il muro sono ben visibili. Le sorprese, però, non finisco qui. Ci raggiunge infatti Andrea, meccanico, la cui officina sta proprio sotto il ponte ottocentesco. “Hai visto che roba? Ma guardate dietro di voi e vi stupirete”, ci incalza, portandoci dall’altra parte della strada dove la situazione è ancora peggiore, se possibile, con una vera e propria pioggia perenne, tra felci e piante nate ovunque. Una piccola foresta tropicale. “Io sono qua dal 2006 – racconta – e questa perdita l’ho sempre vista, mentre quella di prima è più recente, qualche mese forse. Ho fatto diverse segnalazioni, ma non è cambiato nulla. Sono venuti a pulire e levare un po’ di piante vicino alla mia officina, ma poi basta. Anzi, hanno lasciato un cumulo di terra in un angolo. Mi han detto che passeranno a prenderlo dopo le analisi. Ho anche provato a capire quanta acqua stiamo buttando via, credo che sia acqua potabile, non ci sono odori e miasmi di fogna, anzi, tiene quasi fresco. Raccogliendo queste gocce si riesce a riempire una bottiglia da litro e mezzo in un minuto. Fate voi i conti“.
E i conti sono presto fatti: se fosse acqua potabile, sarebbero almeno 90 litri all’ora, cioè 2160 litri al giorno. Vale a dire il fabbisogno giornaliero di circa 900 persone. “Ma non è finita – ci dice Andrea portandoci al di là del ponte – qua abbiamo addirittura il lago con sopra i fichi spontanei nati tra le pietre del muro”. La pozza effettivamente è estesa, e dal muro un’altra sorgente, la terza, da cui scorre senza sosta un piccolo rigagnolo d’acqua. “E quando piove dovreste vedere come si riduce questo posto”.
Queste tre perdite, dislocate nel giro di pochi metri, e quindi presumibilmente derivanti da una sola grande criticità, da tempo insistono in questo angolo di città: “Mi sono presentato anche dalla polizia locale – conclude Andrea – ma non è servito a nulla. Questo spreco è inaccettabile, soprattutto in un momento come questo“. Abbiamo contattato Iren che ha preso in carico la nostra segnalazione assicurando una verifica immediata della situazione. Nel frattempo, però, l’acqua continua a sgorgare dai muri. E se nei prossimi giorni entreremo veramente in stato di emergenza per la siccità, qualche domanda in più dovremo farcela.
IL RISULTATO DELLE VERIFICHE DI IREN