Sviluppo

Tempi, costi, lavoro e “il mare che non legge i contratti”: a Tursi in scena tutti i dubbi sulla nuova diga

Durante la commissione consiliare molte domande poste dall'opposizione. Bucci: "Ci dicevano anche che non avremmo costruito il ponte in 14 mesi". Signorini: "A settembre aggiudicazione dell'opera"

nuova diga

Genova. I tempi, l’incognita mare, gli extracosti, le possibili beghe giuridiche, la tenuta occupazionale durante i cantieri. Sono tante le domande emerse durante la commissione consiliare sulla nuova diga del porto di Genova. La commissione, voluta fortemente dal Pd, ha visto – per la prima volta a una commissione dal 2017 – la partecipazione del sindaco Bucci, anche in qualità di commissario alle opere per lo sviluppo portuale. A rispondere ai quesiti dei consiglieri anche il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. Tra gli auditi i rappresentanti delle varie sigle sindacali, tecnici della Regione e Rina Consulting, project manager dell’infrastruttura.

In sistesi. Quattro chilometri l’opera integrale, poco più di tre quelli relativi alla prima fase di costruzione, 929 milioni di euro la base d’asta andata deserta il 30 giugno, cifra riproposta per la negoziazione diretta a cui hanno partecipato i due raggruppamenti di imprese: Webuild con Fincantieri, Fincosit e Sidra la prima, Gavio-Caltagirone, Acciona e Rcm la seconda, hanno presentato le loro controfferte. 1,3 milioni, il costo stimato dell’intera opera. Il 2026 è il termine di tempo entro cui concludere l’opera per legge per non perdere i fondi del Pnrr, 500 milioni rispetto al plafond totale a disposizione.

“I costi? Sono sotto controllo, ma se ci fossero davvero 200 o 300 milioni di euro in più, pensate possano essere un freno per il futuro? Pensate che mi arrenderei?” ha detto Marco Bucci riferendosi alle stime circolate sull’aumento della spesa pubblica necessaria a finanziare l’opera. Nei giorni scorsi da parte di Autorità portuale sono arrivate rassicurazioni alle imprese interessante e anche se di fatto la base d’asta non è stata modificata le istituzioni (Mims compreso) hanno fatto capire che i soldi non saranno un problema.

“Non siamo gufi ma davvero pensare che si riescano a realizzare quattro chilometri di diga con cassoni a 50 metri di profondità, in Italia, ci sembra poco probabile. Cosa succede se non si rispettano i tempi?”, ha detto Luca Pirondini, M5s. Domanda più specifica quella di Donatella Alfonso, consigliera Pd: “Il mare non legge i contratti, e se periodi prolungati di maltempo dovessero impedire alle aziende di rispettare i tempi? Quali saranno le ricadute?”.

Questione spinosa, questa, anche per il fatto che come spiegato dallo stesso presidente del Porto, Signorini, nella negoziazione diretta non è stata modificata la base d’asta (altrimenti non sarebbe stato possibile in base all’articolo 32 della direttiva Ue 2014 bypassare l’indizione di una nuova gara) ma le aziende hanno chiesto di modificare la clausola di rischio geologico e la partita delle penali in caso di ritardi.

Sui tempi Bucci ha dichiarato: “Ricordo ai signori che dicevano che era impossibile fare il ponte sul Polcevera in 14 mesi che lo abbiamo fatto, le cose si possono fare se si vogliono fare”.

Bucci ha anche chiarito i motivi per cui non si sono volute prendere in considerazione ipotesi progettuali alternative come quella di posizionare i depositi chimici sulla nuova diga: “Servirebbe un ponte girevole per collegarla con la riva per permettere il passaggio di camion e treni, non è impossibile ma molto difficile”. Poi la questione fondali: “Non possiamo fare la nuova più vicina alla riva perché esiste la diga attuale, storica, de De Ferrari, e non si può abbattere”.

Signorini, che ha dato rassicurazioni sulla tenuta giuridica delle procedure succedute alla gara andata deserta e sulle nuove proposte ricevute dalle imprese e sui tempi di aggiudicazione: “Contiamo di chiudere con l’inizio di settembre”.

Altri dubbi sollevati dai banchi dell’opposizione sono stati sull’impatto ambientale e sulla tenuta della viabilità, visto il grande numero di tir che dovranno attraversare la città per trasportare il materiale di costruzione. A dirlo sono stati Monica Russo, Pd, e Filippo Bruzzone, Verdi-Lista Sansa-Linea Condivisa.

Mentre Ariel Dello Strologo (Genova Civica) ha sottolineato, tra le varie cose, come non siano mai arrivate risposte sulle critiche avanzate dall’ex consulente del Rina per il progetto nuova diga, Piero Silva, ma solo indicazioni sulla bocciatura della sua proposta alternativa.

I sindacati hanno sottolineato l’importanza prioritaria dell’opera. Alcune sigle – tra cui l’Usb – ha espresso preoccupazione per la tenuta occupazionale negli anni in cui saranno portati avanti i cantieri portando ad esempio i posti di lavoro a rischio per le aziende oggi collocate nelle aree dei lavori del nodo di San Benigno.

Simone D’Angelo, capogruppo Pd, ha criticato l’assenza dell’assessore al Porto Francesco Maresca e il fatto che il sindaco abbia lasciato la riunione a un’ora dalla fine per impegni presi precedentemente. In apertura di commissione ha elencato i tre punti che la minoranza avrebbe voluto chiarire: “La certezza sulla realizzazione dell’opera, la trasparenza nell’assegnazione e come si rapporterà con lo sviluppo del bacino portuale di Sampierdarena e della città”. Chiarimenti che sono arrivati solo in parte. Ma la commissione sarà aggiornata.

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