Genova. “Una siccità del genere non l’avevo mai vista, peschiamo praticamente con i piedi sul fondale che si vede si vede a occhio nudo a pochi metri”. Questo il commento rassegnato di un pescatore che con la sua attrezzatura si sta accingendo ad entrare nell’alveo asciutto del lago Val Noci, alle prese in queste settimane con una delle ‘secche’ più importanti degli ultimi decenni e un ammanco d’acqua tra i più severi di sempre.
Il piccolo invaso artificiale alle spalle di Genova, infatti, in queste settimana si sta rimpicciolendo a vista d’occhio, mentre la struttura della diga, costruita negli anni trenta del secolo scorso emerge dalle acque sempre più alta e asciutta. Le foto lo dimostrano: il lago è quasi irriconoscibile e sono molti i ‘nuovi’ sentieri che si sono aperti sulle dune ghiaiose oggi costrette a seccare sotto il sole cocente di questa arida estate.
E se non bastasse ecco i numeri: su una capienza massima di 3,3 milioni di metri cubi, oggi il Val Noci ne contiene 1,2 milioni. Un terzo. Nello stesso periodo dell’anno scorso di acqua ce n’era più del doppio con 2,8 milioni di metri cubi registrati il 30 giugno 2021. Un mesa fa erano 1,6 milioni, con una riduzione in un mese di 400 mila metri cubi. Tradotto, se continua così a fine agosto tecnicamente il lago potrebbe essere quasi scomparso.
Quella del Val Noci, però, ad oggi è la situazione più estrema per quanto riguarda gli invasi genovesi, che sono sì ‘sotto stress’ e alle prese con una severa siccità, ma conservano ancora un tesoretto complessivo di 26,3 milioni di metri cubi di preziosissima acqua. L’anno scorso a fine giugno erano 34,7: mancano di fatto 8,4 milioni rispetto a quello che può essere considerato lo standard stagionale. Trenta giorni fa, ad inizio di giugno, il totale delle riserve idriche genovesi raggiungeva i 30,6 milioni di metri cubi: in 30 giorni sono andati consumati 4,3 milioni. Un dato che potrebbe tranquillizzare visto che di questo passo a fine agosto potremmo arrivare con oltre 16 milioni di metri cubi di scorta.
Ma come stanno gli altri laghi genovesi? Come dicevamo il Val Noci è quello che maggiormente sta accusando il colpo della siccità, mentre gli altri invasi hanno sì degli ammanchi, ma più contenuti a livello percentuale. Il Brugneto, che è il nostro vero grande serbatoio, oggi ha 16,5 milioni di mc, contro i 22,6 dell’anno scorso; il Busalletta contiene 3,5 milioni contro i 4,4 del 2021, il Lavezze 1,8 milioni contro i 2,3 di un anno fa, mentre il lago Lungo è “in positivo” con i 3,2 milioni di oggi contro i 2,5 milioni della scorso fine di giugno.
Come trapela anche da Iren, che gestisce in nostro “tesoro blu”, ad oggi non ci sono reali allarmi per quanto riguarda la siccità per la nostra città. L’ammanco d’acqua però è reale e consistente e i prossimi due mesi potrebbero essere decisivi per la tenuta del sistema: farà caldissimo, si consumerà più acqua per dissetarsi e rinfrescarsi, ci saranno decine di migliaia di turisti in più a pesare sulle riserve idriche, come tutta la “fase” estiva delle aziende agricoli e degli orti domestici. Insomma, aprire il rubinetto a metà o chiuderlo per non far scorrere l’acqua mentre ci si lava i denti potrebbe essere necessario per fare un favore a tutti noi. Un piccolo sforzo per non finire a secco per davvero, consapevoli che il problema comunque dovrà essere affrontato dalle istituzioni con una discreta urgenza. A livello locale come nazionale e comunitario.
Nel frattempo i pescatori sportivi continuano ad lanciare i propri ami nell’acque turchesi del Val Noci: “Con questa acqua basse è più facile pescare – osserva con amarezza Giorgio mentre sistema la canna dopo aver lanciato – ma temiamo possa essere una delle ultime volte” Ma il lago è mezzo pieno o mezzo vuoto, chiediamo cercando di sdrammatizzare sfoderando l’antico dilemma logico: “Lago? Questo non è più un lago, sta diventando una pozzanghera. Deve piovere per davvero sennò sono dolori”. Già, ma non tutto insieme.