Genova. Una campagna elettorale “balneare” e rapidissima. Resta meno di un mese di tempo – la scadenza è il 24 agosto – per la presentazione delle liste. Countdown che risulta ancora più striminzito se si pensa che neppure sono state definite le alleanze, inevitabili se si vuole governare, visto che la legge elettorale con cui andremo al voto – il Rosatellum – di fatto non garantisce una maggioranza in parlamento a chi vince le elezioni.
A questo quadro di incertezza si aggiunge un’ulteriore difficoltà, per la politica ligure, ovvero il fatto che i posti a disposizione tra Senato e Camera scenderanno da 24 a 15. Futuro opaco anche per i due liguri eletti “fuori casa”, Orlando e Pinotti, entrambi Pd.
Quelli che meno probabilmente faranno il secondo giro a Montecitorio e Palazzo Madama sono gli otto parlamentari (quasi tutti ex, tranne Roberto Traversi) eletti con il M5s. Un ex pentastellato con possibilità di fortuna alle urne, Mattia Crucioli, sembra invece deciso a dedicarsi al consiglio comunale, dopo la candidatura a sindaco e l’elezione in aula rossa. Il varazzino Sergio Battelli passato nel gruppo di Di Maio, filo-draghiano, potrebbe tentare il bis dalle file di quella compagine “democratica e progressista” basata sull’agenda del governo uscente di cui in queste ultime ore ha parlato Enrico Letta.
Ed è proprio in casa Pd che il gioco delle sedie potrebbe creare le esclusioni più eccellenti. Vito Vattuone e Franco Vazio non sono in pole per una rielezioni ma potrebbero essere inseriti in lista. Se la giocheranno alle urne. Una corsia preferenziale in Liguria potrebbe invece arrivare per Roberta Pinotti e Andrea Orlando che nel 2018 erano stati candidati rispettivamente in Piemonte ed Emilia e ora invece potrebbero diventare i capilista in Liguria.
Le elezioni anticipate rispetto alla scadenza naturale del 2023 rendono un po’ più complicata il ritorno in gioco di figure come quelle di Alessandro Terrile, ex consigliere comunale, fattosi da parte dopo la nomina nel cda di ente bacini, di Lorenzo Basso e di Giovanni Lunardon. Potrebbe (ri)provarci invece l’esponente di Base Riformista Pippo Rossetti.
E Valentina Ghio? Molti la preferirebbero saldamente alla guida del partito regionale (per poi sfidare Toti alle prossime regionali) ma potrebbe finire in lista anche solo per una questione di quote di genere. Rumors giornalistici citano anche la ex segretaria della Cisl Annamaria Furlan.
A proposito di donne, intoccabile la candidatura di Raffaella Paita, Italia Viva, qualsiasi sarà la collocazione dei renziani. Sull’agenda Draghi sicuramente accostabili anche al centro di Toti così come al Pd “di governo”. Potrebbe quindi trovarsi nella stessa lista di Lilli Lauro, macchina da voti, ex Fi, oggi Italia al centro, corteggiatissima anche dal partito della Meloni, e di Ilaria Cavo, assessore della giunta Toti per cui da tempo si parla di una partenza per Roma.
Sul fronte del centrodestra, che vede rinnovato il gioco di squadra tra Lega, Forza Italia e Fratelli D’Italia, l’unico partito che non teme nulla dalle urne – e non solo in Liguria – è quest’ultimo. Nel 2018 Fdi la nostra regione non aveva eletto alcun parlamentare mentre questa volta potrebbe piazzarne almeno due o tre. Il coordinatore ed ex consigliere regionale Matteo Rosso è sicuramente uno dei più papabili per le liste ma scalpitano anche Giancarlo Vinacci e l’assessore regionale Gianni Berrino.
La Lega, di contro, potrebbe uscire ridimensionata dalla sfida del 25 settembre, così come accaduto a Genova per le elezioni comunali. Gli intoccabili, ad ogni modo, sono Edoardo Rixi e Francesco Bruzzone. E da tempo si parla di una possibile promozione romana per Alessio Piana.
Ci sono poi altre incognite sparse: il sindaco di Bogliasco Luca Pastorino, deputato di Leu, non sembra intenzionato a dedicarsi solo alla sua cittadina e a sorpresa potrebbe ritrovarsi nella compagine pro Draghi. Anche per il candidato sindaco di Genova Ariel Dello Strologo la collocazione naturale sarebbe quella di una sinistra riformista e centrista ma qualcuno potrebbe vedere di cattivo occhio la volontà di partire per Roma dopo poco più di un mese dallo sbarco in Comune. Di contro la sinistra ambientalista e radicale potrebbe puntare a ricreare anche per le politiche quell’alleanza rossoverde sperimentata alle amministrative genovesi. Chissà che l’ipotesi “anguria”, visto il periodo, non porti fortuna.