Genova. L’ultimo episodio violento risale a ieri intorno alle 18 e vede come uno dei protagonisti un 14enne che insieme a un 18enne e a un gruppo di giovanissimi ha accerchiato e rapinato di poche decine di euro un libanese di 30 anni ai giardini Caviglia a Brignole. I due sono stati rintracciati da lì a poco dalle volanti della polizia e denunciati per rapina in concorso. Poco prima, un altro gruppetto di ragazzini aveva accerchiato un signore palpeggiandogli la borsa ma l’uomo li aveva scacciati e aveva chiamato il 112.
Nella zona di Brignole, confermano fonti investigative, si concentrano durante il girono molti ragazzi stranieri non accompagnati che vengono instradati da altrettanti maggiorenni e che spesso si dividono in piccole gang per la commissione di diversi reati. Non di rado, lì come ai giardini di Quinto le risse scoppiano per motivi apparentemente futili, come una battuta o uno sguardo di troppo a una ragazza.
Il problema che sta creando allarme è il flusso in costante crescita di questi giovani o giovanissimi che arrivano senza alcun punto di riferimento che vengono alloggiati nei centri messi a disposizione dal Comune. Ovunque siano collocati, da lì a poco cominciano i problemi, con risse interne tra i vari gruppi almeno secondo quanto denunciato dai residenti dei quartieri interessati.
Dopo il caso Oregina divampato questa primavera, sabato nel centro per minori non accompagnati di passo dell’Aquidotto c’è stata una megarissa tra 40 giovanissimi schierato in base alla nazionalista: albanesi contro nordafricani. E dopo che una parte di loro sono stati trasferiti in via del Molo, la stessa cosa è successa anche nell’ex Massoero, anche se i giovanissimi sono solo una decina. In meno di un mese ci sarebbero stati diversi interventi delle volanti e altrettanti della polizia locale su richiesta dei residenti per schiamazzi, urla o vere e proprie risse.
“Ovunque li metti il problema rimane – dice il presidente del municipio Centro Est Andrea Carratù che oggi ha incontrato i residenti del passo dellAcquidotto – servono delle ‘regole’ di ingaggio per questi ragazzi. Lunedì 18 c’è un incontro in Prefettura, vediamo cosa esce perché è chiaro che è un problema nazionale”.
Le ripercussioni però diventano iperlocali, basti pensare all’assalto al centro per minori non accompagnati che era stato allestito nell’ex ospello di Oregina.
“Anche al passo dell’Aquidotto sono infuriati – racconta Carratù – tra chi abita di sotto e lamenta che gli viene lanciato di tutto, chi ha assistito all’aggressione di un ragazzino per rubargli il telefono e chi a quella a una giovanissima che è stata minacciata con un accendino. Ora loro vogliono costituirsi in comitato per far sentire le loro ragioni: io sto continuando a chiedere un presidio fisso nella zona da parte delle forze dell’ordine per evitare che la situazione degeneri”.
“Siamo in piena emergenza – ribadisce l’assessore comunale ai servizi sociali Lorenza Rosso – con nuovi arrivi quasi quotidiani. Per limitare il più possibile il ricorso alle strutture alberghiere, è stata trovata una soluzione temporanea al piano terra di vico Bottai con entrate separate e dedicate rispetto al resto dell’edificio del Massoero” spiega.
Stamattina l’assessore Rosso ha incontrato gli enti del terzo settore “per trovare soluzioni di sistema e condividerle anche con prefettura, questura e altri enti e nell’incontro chiederò formalmente un intervento del governo. Noi stiamo dando una risposta a tutti con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, senza lasciare nessuno solo: anche il Comune non può essere lasciato nella gestione in solitario di questa situazione”.
Sulla situazione al Massoero è intervenuto anche il capogruppo di opposizione nel municipio centro Est Stefano Giordano che lamenta come la richiesta di un sopralluogo al Massoero sia stata negata da Tursi, e punta il dico contro l’amministrazione comunale che avrebbe abbandonato anche “i lavoratori dei centri di accoglienza” visto che “non è mai stata in grado di affiancarli nella gestione degli ospiti con regole ben precise”.
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