Intervista

Genoa, Tomáš Skuhravý: “Giocatori pronti o in Serie B sarà dura, 777 Partners? Tanto da dimostrare”

"Il Genoa ha tifosi unici al mondo, i giocatori devono rendersi conto di che cosa rappresentano"

Facendo una capriola si va in basso con la testa, si vede il mondo alla rovescia ma alla fine si ritorna su. E di capriole se ne intendeva il bomber del Genoa degli anni 1990 Tomáš Skuhravý. Quante volte la Nord ha invocato la capriola dopo i suoi tanti goal, ben 67 tra il 1990 e il 1996. Fisico, come era soprannominato, ha legato il suo nome ad alcune delle pagine più dolci della storia rossoblù in Italia, quarto posto in campionato, e in Europa, con la semifinale di Coppa Uefa.

La Liguria è rimasta nel cuore di Skuhravý, che attualmente vive nel savonese. Impegnato in un camp estivo a Borgio Verezzi, ha con piacere parlato della situazione attuale del suo Genoa, che ha l’obiettivo di risalire dopo essere andato giù. Proprio come durante una capriola.

Nonostante la retrocessione, si respira grande entusiasmo tra i tifosi del Genoa…

È giusto così. Bisogna lasciare lavorare la nuova proprietà, che però deve ancora dimostrare tanto. Lo scorso anno ho assistito a un paio di partite, ho visto una squadra molla e lunga.

Problema tecnico o psicologico?

Bisogna lavorare tanto psicologicamente. Far capire ai giocatori cosa significa indossare la maglia del Genoa.

C’è un leader in questo Genoa? Sturaro?

Non saprei, i giocatori devono dimostrare sul campo la loro leadership. Senza sudare la maglia e se non si lotta davvero per questi colori diventa davvero difficile tornare in Serie A. La Serie B è un campionato di lotta. Bisogna conoscere bene la categoria.

Che tipo di mercato ci vorrà?

Servono giocatori abituati alla Serie B. O meglio, giocatori abituati a giocare la B per vincerla.

Massimo Coda sembra essere perfetto per tentare la scalata…

È un ottimo acquisto, ma non basta. Servono dei centrocampisti che siano in grado di servigli il pallone. Senza Bortolazzi, Eranio e Ruotolo né io né Aguilera avremmo potuto fare tanti goal. C’ è bisogno di una squadra completa, con giocatori che sappiano rischiare la giocata quando arrivano nei pressi dell’area.

Qual è stato l’apporto di mister Alexander Blessin?

Non lo posso giudicare perché non lo conosco personalmente. Ha dimostrato di far bene con i giovani. Per prima cosa deve imparare l’italiano per poter comunicare bene con i giocatori. Deve cercare di far stare la squadra più corta. Come mi insegnavano allenatori come Bagnoli, la squadra deve essere corta per poter pressare. Se è il mister giusto per la Serie B? Lo dovrà dimostrare. Ho paura perché non conosce la categoria.

Un salto nel passato recente. Più luci o ombre con Preziosi?

Non posso dire molto perché non ho vissuto quel periodo da dentro. In ogni caso, è stato l’unico all’epoca a prendere il Genoa e lo ha fatto stare in Serie A.

Andiamo ancora più indietro. Qualche ricordo particolarmente dolce del tuo passato genoano?

Ogni giorno è stato bello: le partite, gli allenamenti, quando si incontravano le persone. La tifoseria genoana è speciale, lo stadio era sempre pieno. In ogni categoria. I giocatori devono rendersi conto di cosa rappresentano. Sono rimasto tanti anni perché penso sia una piazza unica al mondo.

Tanti volti nuovi nel Genoa. Yeboah non ha inciso nonostante le grandi attese.

Penso che non ci sia il tempo per “aspettare” dei giocatori. Deve iniziare a segnare. Si possono aspettare tre o quattro partite ma non degli anni. Bisogna salire subito in Serie A.

 

 

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