Genova. Scatta da oggi il bollino rosso per ondata di calore a Genova, il livello massimo del sistema di allarme del ministero della Salute. In città si prevede una temperatura di 35 gradi con 36 gradi percepiti, valori che potrebbero variare a seconda dei quartieri. Condizioni che rimarranno invariate anche nella giornata di domani (giovedì) mentre si attendono i prossimi aggiornamenti per capire come evolverà l’emergenza, destinata probabilmente a durare per tutta la settimana.
Ieri pomeriggio si è riunito a Palazzo Tursi il Coc, comitato operativo comunale, predisponendo le azioni previste dal piano di emergenza per ondate di calore. “Si raccomanda pertanto di osservare regole utili a prevenire i rischi – si legge nel comunicato del Comune -. Si deve evitare, per quanto possibile, di uscire e comunque di prolungare l’esposizione nelle ore più calde della giornata, dalle 11 alle 18. Tale comportamento è particolarmente necessario per gli anziani, i bambini e le persone con patologie. Si consiglia di bere acqua con regolarità, escludere gli alcolici e le bibite gassate o gelate e consumare pasti leggeri e poco conditi”.
I servizi sociali monitoreranno gli anziani presi in carico dagli Ats. Sono attivi servizi di assistenza domiciliare, affido anziani e custodi sociali. Previsto il potenziamento, se necessario, del progetto Meglio a casa per le dimissioni ospedaliere.
Inoltre sarà predisposto dalla protezione civile un servizio di distribuzione di acqua nelle zone di imbarco e nelle aree di San Benigno e Guido Rossa, a più elevato rischio di formazione di code, zone già rafforzate dal servizio di polizia municipale. In caso di necessità potranno essere disponibili i gruppi di volontari civici.
Quella trascorsa in Liguria, intanto, è stata l’ennesima “notte tropicale” con temperature ampiamente sopra i 25 gradi su gran parte della regione. Il record spetta ad Alassio, nel Savonese, con 32,5 gradi registrati in prima mattinata, ma subito dopo arriva Cogoleto con 32,1 gradi alle 2.30, temperatura poi scesa nel corso della notte. Nel centro di Genova la temperatura è scesa sotto i 30 gradi solo intorno alle 2.00.
IL PIANO CALDO DELLA SANITÀ REGIONALE
Questa situazione obbliga ad una stretta sorveglianza clinica dei soggetti ospiti delle strutture socio-sanitarie. “Ricordiamo – sottolinea Ernesto Palummeri, coordinatore del centro regionale per la prevenzione delle ondate di calore – che la maggior parte degli eventi negativi dovuti al caldo in un ambiente tutelato, come le strutture ospedaliere e gli istituti che erogano assistenza socio-sanitaria, è efficacemente contrastabile predisponendo misure di prevenzione, un attento monitoraggio ed un pronto intervento”.
Come sottolineato nell’avviso del centro regionale, i più importanti interventi di prevenzione all’interno delle strutture di assistenza riguardano i seguenti punti
TEMPERATURA E UMIDITÀ RELATIVA
– E’ raccomandato il monitoraggio di temperatura e umidità dei locali che non devono in nessun caso superare i 24°C e 61% di Umidità relativa, oppure i 25°C e 62% di Umidità relativa (tabella in allegato per i dettagli sulle temperature indicate)
– di conseguenza va regolata la climatizzazione affinché rimanga all’interno di questi limiti, senza scendere al di sotto dei 24°C. La climatizzazione dovrebbe essere estesa a tutte le aree di degenza o almeno nelle sale di socializzazione e ristoro. Temperature superiori ai limiti indicati portano alla inibizione dell’uso delle palestre riabilitative (che dovrebbero appunto essere dotate di climatizzazione);
– in caso di climatizzazione limitate alle aree di socializzazione e palestre, far trascorre agli ospiti delle strutture almeno 8 ore diurne nelle aree climatizzate;
– Si ricorda infine che per temperature percepite (Humidex) superiori a quelle indicate, l’uso del ventilatore può comportare peggioramento dello stato di disidratazione
IDRATAZIONE, ALIMENTAZIONE e ATTIVITÀ FISICA
– L’apporto di acqua deve essere monitorato e regolato a seconda delle condizioni cliniche. In assenza di cardiopatie e nefropatie l’apporto di acqua deve essere tra 1500 e 2000 mL/die;
– Rivedere con il personale i protocolli di intervento riguardanti la disidratazione, i colpi di calore e le ipertermie;
– Particolare attenzione alle persone affette da deterioramento cognitivo sia perché non spesso non avvertono il senso della sete, sia perché spesso in trattamento con antipsicotici che per l’attività anticolinergica riducono la sudorazione provocando ipertermie maligne, attivarsi per promuovere protocolli di intervento alternativo per i disturbi comportamentali che possono essere anche sintomi legati alla disidratazione;
– Per lo stesso motivo considerare con attenzione la somministrazione per via generale di farmaci ad attività anticolinergica.
– Il menù deve essere leggero evitando grassi animali e condimenti e preferendo ortaggi, legumi e frutta – Mettere gratuitamente a disposizione dei pazienti acqua da bere.
– L’attività motoria deve avvenire solo in ambiente climatizzato.