Genova. Oggi le elezioni anticipate sembrano più vicine che mai, buona parte del centrodestra spinge per un governo senza il M5s che, nel frattempo, è in concilio per trovare una strategia condivisa in vista dell’appuntamento di mercoledì, quando il premier Mario Draghi, le cui dimissioni sono state respinte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tornerà in parlamento per intervenire e forse verificare la possibilità di una nuova fiducia.
In questa fase di profonda incertezza, accentuata sia dal fatto che parte del Movimento non è d’accordo con Conte nel rinnovare la fiducia sia per il fatto che lo stesso Draghi sembra essere tutto tranne che intenzionato a proseguire il lavoro con una maggioranza che, lo ha detto, non c’è più, a lanciare un appello – uno dei tanti – a favore della tenuta di governo sono gli amministratori locali.
I sindaci, tra cui Marco Bucci, con una lettera aperta, si rivolgono al presidente del consiglio: “Mario vai avanti”. La richiesta in nome della stabilità e del tentativo di scongiurare il rischio che, senza un governo o con un governo di transizione in vista delle elezioni, si possano perdere partite importantissime come l’impiego di alcuni fondi del Pnnr ancora in forse e altri finanziamenti per molte opere cruciali ma anche che i mercati, lunedì, tornino ad accusare il colpo.
E poi c’è il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – che da leader centrista non ha mai smesso di sperare in una prosecuzione del governo – che chiede agli altri presidenti di Regione di condividere e moltiplicare la portata del suo appello a Draghi.
“La caduta del Governo Draghi metterebbe a rischio molti investimenti a favore dei cittadini delle nostre Regioni – scrive Toti su Facebook invitando tutti i colleghi – affinché Draghi rimanga al suo posto e i partiti mettano con generosità a disposizione la propria forza parlamentare”.
“Servono stabilità e decisioni rapide. Come nei tempi più cupi della pandemia dalle Regioni deve arrivare un appello alla responsabilità”, aggiunge e ribadisce il governatore.
Stesso tema al centro della lettera aperta firmata da 11 sindaci tra cui Marco Bucci, i sindaci di Roma e Milano Gualtieri e Sala, ma anche dai presidenti dell’Anci e dell’Upi, l’unione delle province, Decaro e De Pascale.
“Noi sindaci, chiamati ogni giorno alla difficile gestione e risoluzione dei problemi che affliggono i nostri cittadini, chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al parlamento le buoni ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo“, si legge nel testo.
Ma l’appello è anche alle forze di governo: “Allo stesso modo chiediamo con forza a tutte le forze politiche presenti in Parlamento che hanno dato vita alla maggioranza di questo ultimo anno e mezzo di pensare al bene comune e di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interno – proseguono i sindaci – ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia”.
Per quanto riguarda la Liguria le grandi opere che rischiano di subire ulteriori ritardi se non di saltare definitivamente sono ad esempio la Gronda di ponente, per cui entro luglio era atteso il via libera del ministro Giovannini. Dubbi anche sul futuro della nuova diga del porto di Genova, la cui gara è andata deserta, e per il raddoppio ferroviario del ponente.