Genova. Come previsto è stata una domenica bollente in Liguria a causa dell’anticiclone africano Apocalisse4800. In provincia di Genova la temperatura più alta è stata raggiunta a Mele con 37,6 gradi registrati alle 14.00 dalla centralina Arpal, mentre in regione il record di giornata appartiene a Padivarma, in bassa Val di Vara, con 38,8 gradi rilevati alle 15.00. E considerando i tassi di umidità ben oltre il 50%, in molti casi i valori percepiti hanno superato i 40 gradi. Ma nei prossimi giorni sarà anche peggio.
Situazione che si fa critica per chi è più sensibile agli effetti del disagio fisiologico da caldo. Oggi Genova è stata contrassegnata dal bollino arancione assegnato dal ministero della Salute per le ondate di calore, ma non è escluso che nel prossimo bollettino il livello di allerta possa salire a rosso, il massimo della scala, che scatta quando il caldo anomalo supera i tre giorni consecutivi. In condizioni del genere le ripercussioni sulla salute potrebbero riguardare non solo le fasce di popolazione a rischio (bambini molto piccoli, anziani e fragili) ma anche persone sane e attive.
Lo scenario non dovrebbe mutare in maniera significativa, ma per lunedì le temperature sono previste ancora in aumento, specie nei valori minimi, con un ulteriore rialzo nella giornata di martedì. Questo significa che il termometro in molte zone non scenderà sotto i 30 gradi nemmeno di notte, rendendo difficile il sonno a chi non è provvisto di condizionatori e ventilatori.
In giornata il termometro potrebbe raggiungere i 37 gradi anche in città (a Genova finora sono stati superati i 36 gradi solo in Valpolcevera), un caldo che tuttavia sarà più torrido che afoso grazie ai flussi di aria secca da Nord. A offrire un po’ di refrigerio potrebbe essere qualche isolato temporale e rovescio sui rilievi, come quelli visti domenica nell’entroterra del Levante.
Nel frattempo un nuovo allarme arriva dal mondo dell’agricoltura: il caldo torrido sta letteralmente bruciando frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano perdite che in alcune zone arrivano al 70% del raccolto, dai peperoni ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane che non riescono neppure a crescere. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti in relazione all’ultima ondata di alte temperature.