Roma. La data è decisa: il 25 settembre gli italiani torneranno al voto. Dopo le dimissioni di Mario Draghi, il presidente Sergio Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento delle due Camere, controfirmato, come prevede la prassi costituzionale dal premier dimissionario che rimarrà in carica per il disbrigo degli affari correnti.
“Come ufficialmente comunicato – ha detto il capo dello Stato – ho firmato il decreto di scioglimento per indire nuove elezioni entro 70 giorni come previsto“. Questo significa che l’ultimo giorno utile per votare è, appunto, il 25 settembre. Ed è proprio questa la decisione comunicata da Draghi in consiglio dei ministri, secondo fonti governative riportate dalle agenzie di stampa. L’altra ipotesi era quella di anticipare ulteriormente al 18 settembre, che avrebbe avuto il vantaggio di non sovrapporsi alla vigilia del Capodanno ebraico ma sarebbe stata troppo ravvicinata.
“Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l’ultima scelta da compiere – ha aggiunto Mattarella – particolarmente se davanti alle Camere ci sono importanti provvedimenti da portare a compimento nell’interesse del Paese. A queste esigenze si affianca l’attuazione nei tempi concordati del Pnrr. La situazione politica che si è determinata ha condotto a questa decisione”.
“Dobbiamo essere molto orgogliosi del lavoro che abbiamo svolto, nel solco del mandato del presidente della Repubblica, al servizio di tutti i cittadini. L’Italia ha tutto per essere forte, autorevole, credibile nel mondo. Lo avete dimostrato giorno dopo giorno in questi mesi di governo – ha detto Draghi in consiglio dei ministri – Porterò con me un ricordo molto bello di queste riunioni, degli scambi che ho avuto individualmente con voi. Ci sarà ancora tempo per i saluti. Ora rimettiamoci al lavoro”.
“Voglio ringraziare prima di tutto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la fiducia accordatami e per la saggezza con cui ha gestito questa fase di crisi. Voglio poi ringraziare voi tutti, per la dedizione, la generosità, il pragmatismo che avete dimostrato in questi mesi”, ha aggiunto Draghi.
Intanto la caduta del governo Draghi continua a lasciare dietro di sé numerosi strascichi politici. Dopo l’addio di Mariastella Gelmini anche il ministro Renato Brunetta lascia Forza Italia: “Non votando la fiducia a Draghi, Forza Italia ha tradito la sua storia e i suoi valori. Non sono io che lascio, è Forza Italia che lascia se stessa”.
E anche nel suo caso il presidente ligure Giovanni Toti, leader di Italia al Centro e sostenitore di Draghi fino all’ultimo, lancia su Twitter un messaggio che sa di invito: “Questa storia può andare avanti perché i valori liberali, riformisti e popolari non sono morti e siamo in tanti a credere che si possano portare avanti con coraggio e serietà”.
Nuovi addii anche al Movimento 5 Stelle. La deputata Soave Alemanno lascia i grillini e aderisce a Italia Viva. Lo ha annunciato su Facebook, dicendosi “amareggiata” e spiegando che “quella scritta nell’ultimo periodo è una brutta pagina che non avrei voluto leggere”.