Genova. Bombe e moschetti nascosti sotto mezzo metro di pietre ma che col il caldo, e i decenni di logoramento, hanno preso fuoco sotto il sole cocente di luglio, dando il via ad un incendio che ha consumato 24 ettari di bosco e macchia mediterranea.
Questo è il primo esito dell’indagine dei carabinieri forestali che nella giornata di ieri si sono recati sulle alture di Sestri Ponente per capire le cause del grosso incendio divampato nel pomeriggio. “Dalle testimonianze di cittadini del luogo e grazie al Metodo delle Evidenze Fisiche si identificava il punto di innesco all’interno di una pietraia sita nel mezzo del bosco – si legge nella nota dei carabinieri – Sul posto venivano rinvenuti numerosi elementi che, al momento, fanno ricondurre con ragionevole certezza le cause dell’innesco all’accensione di residuati bellici della seconda guerra mondiale, ben nascosti da decenni sotto circa mezzo metro di sassi. Sono anche stati rinvenuti i resti, assai deteriorati, di due moschetti dell’epoca”.
“E’ possibile – continua la nota – anche se fatto da confortare con successivi riscontri investigativi e scientifici, che tali prodotti esplodenti si siano spontaneamente accesi a causa delle elevate temperature atmosferiche e del loro progressivo naturale deterioramento chimico che, in alcuni casi e a seconda del tipo di esplosivo, può renderli altamente instabili”.
Secondo alcune testimoni presenti sul posto, come Genova24 ha raccolto ieri durante il reportage dell’incendio, si sarebbero udite alcune esplosioni durante le prime fasi dell’incendio. La presenza di armi era “leggendaria” per la zona, e la tradizione del posto parla di armi lasciate probabilmente da qualche squadra partigiana. L’area e gli oggetti rinvenuti sono stati sequestrati e dei fatti verrà comunque informata l’autorità giudiziaria competente.