Genova. Una stagione ricchissima: ben 17 produzioni (e co-produzioni) su 65 spettacoli, a cui se ne aggiungono altri 6 di un progetto del maggio 2023.
La conferma di essere ancora Teatro Nazionale per il prossimo triennio, con un ottimo punteggio ricevuto dal ministero e un bilancio 2021 in equilibrio oltre che l’aumento del contributo ministeriale.
Una serie di nomi e di titoli per tutti i gusti. Classici e drammaturgia contemporanea e una filosofia di fondo che è data dall’impronta che il direttore Davide Livermore ha impresso da quando è arrivato: essere Teatro pubblico vuol dire avere la responsabilità di spendere bene i soldi ricevuti, di formazione degli spettatori e di nuove leve grazie alla Scuola di Recitazione, di garantire quell’esercizio di memoria necessario per costruire la comunità, anche quando ci si confronta con una storia terribile, com’è accaduto l’anno scorso con i nove spettacoli per il G8 di Genova (premio speciale dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro), di essere aperto alle collaborazioni con altre realtà e ‘invadere’ il territorio.
La nuova stagione del Teatro Nazionale di Genova si aprirà con un ospite internazionale al Teatro Modena: Milo Rau e il suo Grief & Beauty dal 12 al 14 ottobre, prodotto dallo stesso teatro genovese. Direttore del Teatro Nazionale di Gent, tra i maggiori protagonisti della scena internazionale, scava nell’intimità dell’ascolto e della condivisione tra esseri umani. E riflette su uno dei temi cardine della storia dell’umanità: il lutto.
Maria Stuarda di Friedrich Schiller, diretta da Davide Livermore, aprirà invece la stagione al teatro Ivo Chiesa dal 18 al 30 ottobre. Protagoniste due giganti del palcoscenico: Laura Marinoni ed Elisabetta Pozzi. Curiosità: i costumi saranno firmati da Dolce & Gabbana.
Livermore firmerà anche la doppia Orestea di Eschilo: Agamennone dal 14 al 19 marzo e Coefore/Eumenidi dal 21 al 26 marzo. Da definire le date per vederli entrambi nello stesso giorno.
Le altre nuove produzioni (o co-produzioni) sono Thom Pain (Teatro Duse) con Alberto Giusta su testo del drammaturgo americano contemporaneo Will Eno dal 25 ottobre al 6 novembre; Lemnos (sala Mercato del Modena) dall’8 al 20 novembre, che prende le mosse da una riflessione sul mito di Filottete, confrontandosi con l’omonima tragedia di Sofocle e con le vicende biografiche, i diari, le poesie, i racconti delle tante persone antifasciste greche che vennero confinate, torturate, uccise in Grecia dal 1946 al 1974; Lady Gray (sala Mercato), sempre di Will Eno, dal 25 novembre al 4 dicembre: una misteriosa “signora in grigio” protagonista di un monologo affascinante e conturbante; Il cacciatore di nazisti (Teatro Duse) dal 2 all’11 dicembre è il nuovo spettacolo di Giorgio Gallione con Remo Girone: la storia di Simon Wiesenthal, che dopo essere sopravvissuto a cinque diversi campi di sterminio dedica il resto della sua esistenza a dare la caccia ai responsabili dell’Olocausto; I maneggi per maritare una figlia (Teatro Ivo Chiesa) con Tullio Solenghi ed Elisabetta pozzi dal 20 al 31 dicembre approda a Genova dopo il grande successo a Camogli; Kakuma (Sala Mercato) dal 24 al 29 gennaio è un testo che racconta come funziona uno dei più grandi campi profughi del mondo al confine tra Kenya e Sud Sudan; Arturo Cirillo dirige e interpreta Cyrano de Bergerac (Teatro Modena) dal 14 al 26 febbraio, una riscrittura che contaminata per “similitudini” tra nasi; Il Giardino dei ciliegi (Teatro Modena) dal 28 febbraio al 12 marzo avrà Milvia Marigliano come protagonista, I racconti della peste (Teatro Duse) è un’opera teatrale, inedita per l’Italia, che lo scrittore premio Nobel peruviano Mario Vargas Llosa ha creato nel 2015, prendendo le mosse dal celebre Decameron di Boccaccio, in scena dal 12 al 22 aprile; Valerio Binasco dirige e interpreta Sei personaggi in cerca d’autore (Teatro Ivo Chiesa) dal 9 al 14 maggio.
Riproposte le produzioni dello scorso anno: Lady Macbeth (Teatro Modena) dal 2 al 3 novembre, Autunno in Aprile (Teatro Duse) dall’11 al 17 novembre e La mia vita raccontata male (Teatro Ivo Chiesa) che a causa del Covid non è andato in scena a Genova.
Sulle ospitalità c’è l’imbarazzo della scelta: torna Marco Paolini, con Sani! dal 3 al 5 novembre; si rinnova la collaborazione con il Festival dell’eccellenza al femminile; Il crogiuolo (dal 16 al 20 novembre) dà la possibilità di vedere uno dei testi tra i meno rappresentati di Arthur Miller; spazio a Shakespeare dal 24 al 27 novembre con Il mercante di Venezia, dal 30 novembre al 4 dicembre con l’Otello, dal 25 al 29 gennaio con La Tempesta e dal 15 al 19 marzo con Sogno di una notte di mezza estate.
Pippo Delbono propone Amore dal 7 al 10 dicembre, Eros Pagni torna con Cosi è (se vi pare) dall’11 al 15 gennaio. L’elenco è lungo: Davide Enia con Italia Brasile 3 a 2, Fedra, Spettri di Ibsen. Qui l’intera stagione.
“L’anno scorso, nonostante il Covid, il Teatro Nazionale di Genova ha dato vita a 390 recite a Genova, 130 recite in Italia e dato lavoro a oltre 200 persone − racconta il presidente Alessandro Giglio – con le produzioni della prossima stagione daremo lavoro a 69 attrici e 54 attori. Risultati importanti”.
“Siamo un’eccellenza di questa città e di questo territorio − commenta Livermore − una responsabilità che sentiamo e desideriamo portarci addosso per la creazione di spettacoli di altissimo livello che creino comunità e temi che la gente sente come importanti in un periodo storico come questo, visssuto con distanze, in cui eravamo diffidenti. Oggi, dopo due stagioni presentate a spizzichi e bocconi, finalmente presentiamo un cartellone intero, con nomi eccezionali, con un’attenzione importante di grandi industrie e grandi gruppi. Genova deve essere capace di restituire la drammaturgia classica e contemporanea e mostrare la straordinarietà del teatro oggi, l’importanza di essere comunità nel qui e ora, del sentire l’umanità che ci accomuna”.
Questo è il messaggio anche dell’immagine che caratterizza la stagione 2022-2023: gli allievi della Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale sono stati fotografati dall’alto su un prato steso sul palco, dalla pluripremiata Simona Ghizzoni “famosa per il suo impegno sui diritti umani e delle donne − sottolinea Livermore − un’artista di grandissima sensibilità che ci ha chiesto di rappresentare il desiderio di stare insieme”.
Gli abbonamenti alla nuova stagione saranno in vendita dal 13 settembre.