Genova. Il ‘nuovo corso’ di Aspi contro il vecchio, Roberto Tomasi contro Giovanni Castellucci: il nuovo ad di Aspi infatti è uno dei 178 testi citati dalla procura di Genova come testi dell’accusa nel processo per il crollo di ponte Morandi che è costato la vita a 43 persone. Tomasi sarà sentito in particolare “sul ruolo e sulle sue funzioni in Aspi, sui controlli sulla sicurezza delle opere” dopo il crollo del viadotto, ma anche sugli esiti delle ispezioni e sul loro raffronto con quelli evidenziati da Spea prima del crollo nonché sulle ragioni dell’estromissione della stessa Spea dalla attività di sorveglianza e manutenzione”
Ma nel lungo elenco appena depositato, in vista della prima udienza del processo del 7 luglio, dove i testi sono suddivisi in ben 18 sottotemi, ci sono anche manager molto vicini alla famiglia Benetton, come Gianni Mion.
Ci sono gli ex ministri delle Infrastrutture Graziano Delrio e Antonio Di Pietro. C’è Maurizio Morandi, figlio dell’ingegnere e progettista Riccardo, che sarà sentito sui “tempi e modalità dell’acquisizione da parte di Aspi del progetto originale del viadotto”.
C’è ovviamente Placido Migliorino, ispettore del Mit che in questi anni ha ispezionato ponti e gallerie liguri per vedere le condizioni delle opere.
Ci sono alcuni dei testimoni oculari del crollo e quelli che nel crollo sono rimasti feriti. Lungo E poi la parte più strettamente di inchiesta, ci sono 15 finanzieri, a cominciare dall’ex comandante del Primo Gruppo di Genova Ivan Bixio che hanno