Investimento

Ospedale del Ponente e Centro di medicina dell’Iit, firmata a Roma l’intesa per un valore di 405 milioni

Il nuovo ospedale sarà un Irccs (istituto di ricerca e cura a carattere scientifico), il primo in Italia a vocazione tecnologica

firma roma toti draghi

Roma. È stato firmato questa mattina alla presenza del premier Mario Draghi e del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti il protocollo d’intesa che porterà sulla collina degli Erzelli i 405 milioni necessari per realizzare l’ospedale del Ponente e il Centro di medicina computazionale e tecnologica, progetto bandiera di rilievo nazionale della Regione Liguria ‘finalizzato al trasferimento sulla clinica dei risultati della ricerca relativa all’impiego del calcolo computazionale ai modelli biologici e ai programmi di gestione delle tecnologie robotiche d’uso biomedico e al loro successivo sviluppo come prototipi’.

“Genova diventerà Centro di ricerca a livello europeo sulla salute e il ponente genovese avrà un ospedale di assoluta eccellenza. Il tutto valorizzando la nostra Università, l’Irccs San Martino e l’Istituto italiano di tecnologia − scrive Toti su Facebook − uno straordinario risultato per la Liguria, tra le prime 6 regioni in Italia a firmare oggi il protocollo d’intesa a Chigi con il premier Draghi per l’avvio del nostro progetto bandiera del Pnrr, grazie ai 405 milioni di euro di investimenti complessivi che abbiamo ottenuto. Un’eccellenza ligure, fatta da liguri per il Paese”.

Lo schema di protocollo d’intesa tra Regione, ministero degli Affari regionali, ministero della Salute e ministero dell’Università e della ricerca era stato approvato dalla giunta regionale. Il nuovo ospedale sarà un Irccs (istituto di ricerca e cura a carattere scientifico), il primo in Italia a vocazione tecnologica, e si avvarrà della collaborazione di Università, Iit, Cnr e aziende come Leonardo.

“Credo che questo progetto possa portare veramente beneficio alla ricerca di questo Paese in ambito sanitario – aggiunge il governatore – alla cura dei cittadini con un nuovo ospedale, alla produzione di brevetti e alla loro industrializzazione per l’impresa biomedicale che a Genova ha aziende importanti. E credo che risponda pienamente allo spirito del Pnrr: aumentare la capacità scientifica, la capacità di cura, la capacità didattica e anche il prodotto interno lordo del Paese. Il Pnrr ha scadenze ravvicinate, con la definizione entro fine anno di tutti i bandi e le gare, entro il 2025 la realizzazione ed entro il 2026 la rendicontazione di tutte le spese. Nei prossimi quattro anni il progetto prenderà forma, affiancando quel grande campus universitario di Ingegneria che questo governo ha già finanziato nello stesso luogo, sulla collina degli Erzelli, nel cuore del Mediterraneo e quindi con un’ambizione non solo nazionale ma anche internazionale importante”.

Il quadro dei finanziamenti per 405 milioni di euro complessivi comprende 280 milioni di euro nell’ambito del programma di investimento di Inail tra le iniziative di investimento immobiliare di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria (per acquisizione delle aree, progettazione e realizzazione delle strutture destinate alle attività di assistenza sanitaria e ricerca traslazionale e di base collegate alle attività cliniche), 60 milioni di euro dall’ex articolo 20 della legge 67/88 relativamente alle dotazioni tecnologiche, tecniche e arredi, 65 milioni di euro dal Pnrr, per le ulteriori dotazioni tecnologiche, le infrastrutture di ricerca di base e i programmi di attività scientifica di base e traslazionale.

Il progetto prevede la realizzazione di un complesso integrato composto da un nuovo ospedale sede di Dea di I livello, con presenza di specialità di medio alta complessità e una dotazione di circa 520 posti letto, di cui una quota tra il 20 e il 25% focalizzata sulle specialità cliniche maggiormente ‘tech-computational intensive’; da un’area di ricerca traslazionale (ricerca-clinica-ricerca) sede di ‘joint lab’, laboratori di scienze computazionali congiunti tra la parte clinico-biomedica (l’Irccs, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) e la parte tecnologica-computazionale (con IIT, Cnr, Università) destinata alle attività di costruzione, valutazione e sperimentazione in ambito clinico delle applicazioni computazionali e delle tecnologie robotiche; da un Centro di ricerca tecnologica e di scienze computazionali (con IIT, Cnr, Liguria Digitale, Leonardo Lab) destinato allo studio, alla gestione e allo sviluppo dell’infrastruttura di calcolo dedicata; da un’area Officina di sperimentazione prototipi e sviluppo modelli computazionali e tecnologici, sede delle iniziative di partnership con le componenti ricerca&sviluppo delle aziende del settore operanti sul territorio (tra cui Esaote, Asg Superconductors, Carestream, Siemens, Leonardo).

“Individuate le fonti di finanziamento, tra i fondi Inail per l’edilizia sanitaria, il Pnrr e l’ex articolo 20 della legge 67/88 per 405 milioni di euro complessivi – aggiunge Giuseppe Profiti, coordinatore della Stem, struttura di missione per la sanità ligure – ci sono già oggi tutte le condizioni per rendere molto veloce la tempistica di realizzazione del progetto e offrire al ponente metropolitano e a tutta la Liguria non solo una risposta adeguata in termini di offerta ospedaliera di media e alta complessità di cura, ma anche una leva di sviluppo per il territorio legata alla ricerca, in considerazione della concentrazione di eccellenze in questo settore, sia scientifiche che industriali. Sarà un unicum a livello nazionale, legato alla medicina computazionale: il sogno di poter sostituire le sale operatorie con stanze di calcolatori e il bisturi con un algoritmo. La possibilità di applicare queste tecnologie in modo specifico alla sanità è dunque un’opportunità unica a livello nazionale, facendo sistema con una platea di soggetti unica in Italia, a partire dall’Iit. L’obiettivo è sviluppare un punto di riferimento di carattere italiano anche per l’applicazione di queste nuove tecnologie nel campo della sanità”.

Nello stesso luogo troverà sede, costituendo un fattore moltiplicativo delle potenzialità dell’ospedale, il Polo di Ricerca e Didattica della Scuola Politecnica dell’Università di Genova, dedicato all’alta formazione specialistica di giovani ingegneri e in grado quindi di alimentare con continuità il fabbisogno di risorse professionali ad elevato valore aggiunto, indispensabili nell’ambito del progetto.

“Con la stipula dell’accordo odierno si consolida una strategia regionale − afferma il rettore dell’Università degli Studi di Genova Federico Delfino − che punta sull’innovazione come elemento trainante delle dinamiche di sviluppo territoriale. L’ambito di ricerca della Medicina Computazionale e Tecnologica consentirà all’Università di Genova di far dialogare i saperi che la contraddistinguono nelle aree dell’ingegneria, del calcolo e delle scienze mediche, creando un plus valore sia per l’attività assistenziale dell’ospedale sia per i nostri studenti e laureati, a cui saranno garantite sul campo un’alta formazione specialistica e nuove opportunità di crescita professionale. Sono certo che nei prossimi anni la collina degli Erzelli diventerà il cuore pulsante dell’innovazione ligure”.

Tra gli elementi cardine, l’integrazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, che è già presente sulla collina degli Erzelli con il suo Center for Human Technologies (Cht): “La nascita di questo centro che vede tra i protagonisti anche IIT consolida e concretizza la vocazione al trasferimento tecnologico dell’Istituto − dice Giorgio Metta, direttore scientifico dell’Iit − permettendo di portare a beneficio delle persone i risultati della ricerca sviluppata nei laboratori IIT nel campo delle neuroscienze, della medicina personalizzata e della robotica riabilitativa, che si avvalgono di strumenti avanzati come microscopi di ultima generazione, supercomputer e algoritmi di intelligenza artificiale. La creazione del nuovo polo ospedaliero degli Erzelli, grazie al supporto di tutti i partner coinvolti, rappresenta una incredibile opportunità per migliorare l’efficienza e l’offerta terapeutica per un gran numero di pazienti, impattando significativamente sulla qualità della loro vita”.

 

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