Il processo

Morta dopo l’asportazione di un neo, gli imputati dell’omicidio di Roberta Repetto respingono le accuse

La psicologa Dora: "Ho visto la ferita e le ho detto di andare a farsi vedere ma lei odiava gli ospedali"

Centro Anidra

Genova. Udienza fiume oggi per la prima udienza del processo che si svolge con rito abbreviato nei confronti del ‘santone’ del centro Anidra di Borzonasca, Paolo Bendinelli, del medico bresciano Paolo Oneda e anche della psicologa Paola Dora, compagna di Oneda.

Sono tutti accusati di omicidio volontario in concorso per la morte della 40enne Roberta Repetto, uccisa dalle metastasi di un melanoma dopo che un neo sulla schiena le era stato asportato senza anestesia e soprattuto senza istologico sul tavolo da cucina del centro. ù

Paolo Bendinelli, difeso dall’avvocato Alessandro Vaccaro ha rilasciato dichiarazioni spontanee. Secondo la sua versione nel centro Anidra ognuno era libero di fare quello che voleva, “non c’era nessuna costrizione da parte mia. Il percorso olistico e tantrico era basato sulla condivisione. Io sono un naturalista ma non sono mai stato contro la medicina normale”.

Il medico bresciano Paolo Oneda e anche la psicologa Paola Dora, compagna di Oneda e presente all’operazione sono stati interrogati e hanno negato ogni responsabilità anche se sono caduti in contraddizione. “Dissi a Roberta di farsi vedere da un medico per la ferita alla schiena – ha detto Dora – ma lei odiava gli ospedali”. Tutti e tre sono accusati di omicidio volontario in concorso.

Il gup deciderà sul rinvio a giudizio di Teresa Cuzzolin, responsabile legale di una delle aziende collegata al centro Anidra che non ha chiesto l’abbreviato, imputata insieme a Bendinelli di circonvenzione di incapace. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Gabriella Dotto, Repetto era stata operata nel centro Anidra, su un tavolo della cucina, senza alcuna anestesia e senza che il neo fosse analizzato. La donna (i cui familiari sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Sciacchitano e Andrea Andrei) aveva iniziato a stare male ma era stata curata con tisane e meditazione fino alla morte. La procura, prima della morte di Roberta, aveva già avviato una indagine sospettando che la dottoressa Dora indirizzasse ragazze fragili nel centro dove poi venivano plagiate per partecipare a rapporti di gruppo, donare ingenti quantità di soldi e lavorare gratis.

La prossima udienza con le conclusioni del pm e delle parti civili è fissata per giovedì, mentre il 7 luglio parleranno gli avvocati difensori degli imputati. La sentenza potrebbe arrivare a luglio ma più probabilmente slitterà a settembre

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