Manifestazione

Mobilitazione dei rider in piazza della Vittoria, lo studente-lavoratore: “Chiediamo un lavoro subordinato e più tutela” fotogallery

Oggi in piazza della Vittoria i rider di varie aziende si sono mobilitati per esortare le istituzioni comunitarie ad approvare la direttiva europea volta a regolamentare il lavoro mediante piattaforme digitali

Manifestazione rider in piazza della Vittoria

Genova. “Vorremmo essere completamente dipendenti e lavoratori subordinati a tutti gli effetti” spiega Marco Pisciarino, rider genovese di 21 anni, studente di Biologia, da oltre un anno impegnato nelle consegne a domicilio con Just Eat, che questa mattina si è ritrovato in piazza della Vittoria, con altri colleghi e alla Cgil Genova insieme a Filt e Nidil, nell’ambito di una giornata di mobilitazione europea a tutela del lavoro.

E continua: “In primis vorremmo poter usufruire di mezzi aziendali, motorini o biciclette, e non dover far ricorso, obbligatoriamente ai nostri, che si usurano e la manutenzione è a nostro carico. Per esempio, io mi muovo con una bicicletta a pedalata assistita, acquistata da me ad un prezzo piuttosto elevato”.

Poi prosegue puntando il dito contro le carenze che contraddistinguono Genova da altre città: “Chiediamo inoltre che venga creata anche qui una ‘Casa del rider, come esiste già a Roma, La Spezia e altre città, fondamentale per noi. Si tratta di una sorta di hub o punto di riferimento, in cui poter non solo ricaricare le biciclette elettriche ma anche riposarsi nei momenti di pausa, sia d’inverno quando fa molto freddo e piove, sia d’estate”.

Oggi a Genova, come in molte città europee, i rider di varie aziende sono scesi in strada per esortare le istituzioni comunitarie ad approvare la direttiva europea volta a regolamentare il lavoro mediante piattaforme digitali.

“La Direttiva contiene una piccola rivoluzione copernicana – spiega Cgil Genova in un comunicato diffuso e ribadisce Alfredo Pongiglione della Camera del Lavoro – per la quale si intende finalmente ribaltare l’onere della prova: sarà il “datore-piattaforma digitale” a dover dimostrare che il lavoratore è autonomo e non quest’ultimo a dover rivendicare la subordinazione”.

E prosegue: “Insieme a ciò la direttiva intende intervenire sull’algoritmo, ossia maggiore trasparenza su quella tecnologia che consente una gestione automatizzata del lavoro. Una posizione che sposa ciò che da sempre dice il sindacato: se l’algoritmo regola il modello organizzativo dell’azienda allora è necessario poterlo contrattare”.

Poi conclude: “Di fronte a questi potenziali cambiamenti le lobby delle aziende ha fatto pressione per annacquare la direttiva. Si chiede una rapida approvazione di quest’ultima e una altrettanto rapida ed adeguata ricezione da parte delle nostre istituzioni nazionali”.

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