Speciale Elezioni

Politica

Media Valbisagno, il voto sarà il bivio da cui non si torna indietro tra trasporti, servitù e cultura

I quattro candidati in corsa per la presidenza del quarto municipio

val bisagno voto presidenti

Genova. Il secondo per dimensioni ma ultimo per numero di abitanti, da sempre l’unica direttrice della città priva di un sistema di trasporto su ferro. In questo schema è incasellata la Media Valbisagno, il quarto municipio di Genova, sospeso tra rigenerazione urbana e nuove servitù, verde e logistica, insediamenti industriali e quartieri collinari, e che arriva all’appuntamento elettorale col tavolo ingombro di antichi dilemmi e nuovi crocevia.

Se i problemi sono noti a tutti, le soluzioni e i progetti però dividono: il risultato delle urne potrebbe quindi essere decisivo per capire quale futuro aspetta la vallata. In questi anni, infatti, sono principalmente tre le tematiche che hanno tenuto banco e per le quali i contendenti alla carica di presidente di municipio propongono soluzioni anche sostanzialmente divergenti. Stiamo parlando ovviamente della viabilità e del trasporto pubblico, della presenza di vecchie e nuove servitù e della messa in sicurezza dal dissesto idrogeologico.

A darsi battaglia per la guida del municipio quattro candidati: Roberto D’Avolio, presidente uscente, cerca la riconferma con la sua lista civica ‘Insieme con Roberto D’Avolio’, supportato dalla colazione progressista di centro sinistra guidata da Arièl Dello Strologo e forte di una tradizione di voto tendenzialmente ‘a sinistra’ che accomuna tutta la vallata. A contendergli il posto Maurizio Uremassi, Lista Toti, già consigliere municipale nel levante cittadino supportato dalle tante liste del centro destra coalizzate per la rielezione del sindaco Marco Bucci. L’outsider sarà invece Giacomo Cafasso, della lista Uniti per la Costituzione di Mattia Crucioli, forte del sostegno che arriva da diversi ambiti territoriali legati a comitati e attivisti di quartiere, mentre Franco Fuselli farà la sua partita come candidato de ‘La Sinistra Insieme’ che sostiene la candidatura di Antonella Marras.

Una vallata soffocata dal traffico

La Valbisagno da sempre ha avuto il ruolo di direttrice nord-sud di accesso alla città per i territori dell’entroterra e, parimenti, come varco di uscita dalla città. Una vocazione fisiologica e secolare che sussiste ancora oggi, ma che si scontra con l’assenza di una rete di trasporto pubblico su ferro capace di essere alternativa reale alla mobilità su gomma. E infatti al centro dello scontro elettorale è il progetto della giunta Bucci di costruire un prolungamento della metropolitana sopraelevato che si snodi attraverso la vallata. E’ la famosa SkyMetro, il cui disegno è ancora tutto da definire, dopo una genesi piuttosto tormentata, passata attraverso continui aggiornamenti di visione e denominazioni.

skytram
Uno dei rendering della SkyMetro

“In Valbisagno in questi cinque anni il trasporto pubblico locale non ha avuto lo sviluppo positivo necessario – spiega Roberto D’Avolio – i soldi vengono utilizzati per assi di forza che non risolvono i problemi della vallata. Si poteva incominciare a investire su sistema di trasporto su sede protetta, non è stato fatto. Il prolungamento della metro al momento è solo sulla carta, non c’è progetto e non è stato condiviso col territorio. Dovremo valutare con gli abitanti e il territorio le sue reali ed effettive ricadute. Noi puntiamo su un trasporto che sia efficiente e sostenibile, capillare e veloce, e che possa arrivare fino a Struppa, condiviso il più possibile con la cittadinanza. Faremo il possibile affinchè la vallata abbia un sistema di trasporto adeguato con soluzioni operative già da subito, come linee veloci di amt che colleghino con il centro, in sede protetta e sincronizzate con i semafori. E’ una cosa che si poteva fare in questi anni, ma non è stata fatta”

Chi difende il progetto della SkyMetro è Maurizio Uremassi: “Darà continuità alla mobilità cittadina e permetterà di collegare Prato, Struppa e Molassana con il resto della città in pochi minuti. A completare il quadro è previsto una revisione dei collegamenti collinari, che saranno quindi più veloci, e parcheggi di interscambio nelle zone strategiche. La SkyMetro non toglierà spazio alle strade ma anzi permetterà lo sviluppo imprenditoriale della vallata: pensate alla Sciorba, che potrebbe diventare una vera e propria cittadella dello sport, con impianti, un albergo e una area camping per i camper. Il tutto a pochi minuti da praticamente tutti gli altri quartieri”.

“Ancora una volta il dibattito è viziato dalla mancanza di coinvolgimento dei cittadini – spiega Giacomo Cafasso – nessuno si è premurato di capire le vere esigenze della popolazione della Valbisagno. Bisogna partire da lì per progettare una infrastruttura così importante. Basta con i progetti calati dall’alto, da ogni parte essi arrivino, la priorità devono essere le necessità delle persone. I nostri paletti per metterci a discutere di una progetto del genere sono la sicurezza e le manutenzioni, la storia delle nostre autostrade insegna, la sostenibilità, l’effettiva capacità di garantire un trasporto veloce e la salvaguardia del commercio e della vivibilità di tutti i quartieri”.

Più cauto Franco Fuselli che ricorda come ogni progetto debba avere i requisiti “di rispetto della sicurezza del territorio e il fine di sviluppare l’identità dei quartieri e soprattutto delle persone che li abitano. La priorità deve essere data alle necessità dei giovani e alla qualità della vita, cosa che si fa partendo anche e soprattutto dal lavoro. Questo paradigma lo si deve utilizzare anche per la scelta di che tipo di trasporto pubblico sviluppare: a chi serve? Quanto pesa sulla comunità? Quanto aiuta a tutelare giovani e lavoro?”.

Tra antiche e nuove servitù

In tutto il Novecento la Valbisagno ha seguito le dinamiche economiche della città ospitando insediamenti industriali e i grandi impianti legati ai servizi pubblici, dalle rimesse del trasporto pubblico alla gestione dei rifiuti. Oggi quelle servitù sono rimaste, generando una convivenza forzata sempre più insopportabile per i residenti. La controprova è la ricchezza di comitati e associazioni che in questi anni sono nati per aggregare gli abitanti in difesa dei proprio territori e delle proprie esigenze: esempi sono le Gavette, alle prese con il gigante di cemento che è il viadotto Bisagno e l’impianto Amiu della Volpara, Staglieno e la nuova rimessa e il progetto del nuovo impianti crematorio, Molassana e la cava Montansco. Anche su questo si gioca il futuro della “Media”.

cava montan
La cava Montanasco

“In questi anni abbiamo assistito a progetti calati dall’alto arrivati senza nessuna vera consultazione dei territori – spiega Roberto D’Avolio – La rimessa di Staglieno, il crematorio, la gestione degli spazi di Amiu in via San Felice sono gli esempi maggiori, ma potrei citare anche la gestione dei progetti di manutenzione del viadotto autostradale e degli impianti della Volpara. E questo è un problema, perché solo chi vive un territorio può mettere insieme le soluzioni giuste per far convivere il giusto sviluppo con la vivibilità dei quartieri. Noi avevamo proposto aree alternative per la sede di Amiu, per esempio, oppure un progetto per il riutilizzo delle terre di scavo dei grandi cantieri oggi destinate al conferimento nella cava di Mmolassa per la messa in sicurezza della paleofrana del Geirato con la genesi di un grande parco urbano. Bisogna cambiare la prospettiva, accentrare le decisioni porta solo a decisioni sbagliate e promesse che non saranno mantenute”.

“Dobbiamo intendere la Valbisagno non più come una periferia ma come territoro al centro e in centro – riflette Uremassi – per fare ciò bisogna prendere decisioni coraggiose e metterle in atto, come è stato fatto da questa amministrazione comunale. Per esempio la Volpara aspetta da tempo la demolizione dell’inceneritore e del fangodotto, cosa che potrebbe portare al riorganizzazione delle attività in loco e che faremo nel caso nei primi mesi del 2023. Questa ottica di riorganizzazione deve essere portata anche alle Gavette e a Staglieno, dove da anni è richiesto un intervento dell’area dei marmisti. L’amministrazione ha portato tanti soldi per la riqualificazione del cimitero Monumentale, e deve essere messa a sistema con altre rigenerazioni e la nuova logistica garantita dalla SkyMetro. Ma non solo. La nostra proposta è quella di potenziare la mobilità verticale”.

“Noi contestiamo il fatto che si continui a usare la Valbisagno come area di servizi per le servitù funzionali al centro – incalza Cafasso – bisogna cambiare prospettiva partendo dalle vere necessità di tutti i cittadini, soprattutto quelli che abitano i territori dove arrivano dall’alto certi progetti. Siamo molto preoccupati e indignati per la poca trasparenza con cui è stato deciso l’ampliamento degli impianti della Cava Montanasco, a pochi metri dal centro di Molassana, che avrà un impatto devastante per la qualità della vita e della salute dei cittadini. Si tratta di scegliere in che città vivere: se vogliamo una città che mette al centro la vita delle persone e la sicurezza, certi impianti non possono più esistere in zona urbana. Sono logiche di un passato che da la priorità al business. Si veda anche il nuovo crematorio, noi queste logiche le vogliamo chiudere per sempre”.

“Alle servitù e ai progetti faraonici noi preferiamo ripartire dal basso e dal lavoro – spiega Fuselli – e abbiamo visto come la generazione di nuove servitù non è andata di pari passo con la tutela di lavoro e lavoratori. Bisogna ripartire dalle cooperative territoriali, dalle potenzialità del settore agricolo di qualità e dalla restituzione degli spazi pubblici per attività culturali che siano davvero alla portata di tutti”.

L’incubo del dissesto

Come il nome richiama, il principale “asset” della vallata, e quindi del municipio, è il torrente Bisagno, il cui bacino idrografico avvolge completamente i quartieri, dalle alture al fondo valle. E se la messa in sicurezza del torrente è in opera, o almeno dovrebbe, restano esplosive le criticità legate ai piccoli rivi e ai versanti. Lo abbiamo visto lo scorso autunno, quando poche ore di pioggia particolarmente intensa hanno fatto letteralmente finire sott’acqua strade e negozi. Come accade praticamente tutti gli anni. Come risolvere questo dilemma decennale?

Detriti e allagamenti via Lodi
Via Lodi dopo la pioggia

“Serve manutenzione vera, programmata, costante e potenziata da piccoli interventi coordinati dal territorio – sottolinea D’Avolio – i municipi possono essere in primissima fila con competenze fondamentali, ma l’accentramento amministrativo voluto da Bucci rischia di inceppare la macchina, come abbiamo già visto per le Banchelle, via Lodi, via Trensasco e Sant’Eusebio. E’ davvero urgente che Tursi dia le risorse necessarie al municipio per intervenire prontamente e capillarmente. Solo i municipi possono fare questo lavoro”.

“Non possiamo più aspettare – spiega Uremassi – ci sono criticità storiche che devono essere affrontate una volta per tutte, come la regimentazione delle acque alle Gavette e le tante paleofrane che insistono sul nostro territorio. Il municipio da solo non può farcela, ed è per questo che la riforma voluta dalla giunta svela il suo valore aggiunto, garantendo fondi e finanziamenti senza alcun tipo di limite. Serve lavoro e progettazione e il comune saprà ascoltare”.

“Come è evidente il problema è la manutenzione e la scarsa conoscenza dei territori, spesso attraversati da rivi spessi sconosciuti alle carte – rincara Cafasso – Basti pensare che ancora in molti quartieri le acque piovane vengono convogliate nella rete fognaria, mandandola in tilt puntualmente ad ogni temporale. Se la priorità è la sicurezza, questa dovrebbe essere messa al centro di ogni programma politico, non solo seguendo la logica dell’emergenza, la logica del giorno dopo. E come al solito, per fare ciò, bisogna invertire il processo decisionale amministrativo, tornando ad ascoltare chi vive nei quartieri”.

“La Valbisagno è stata deturpata da una lunga stagione di lottizzazioni e cemento, lasciandoci un fardello di cui oggi paghiamo ancora il conto – aggiunge Fuselli – Dobbiamo dare priorità al monitoraggio dei versanti con un sistema che sia capace di attivare manutenzioni puntuali e rapide dove serve, quando serve, per evitare i disatri del passato. E poi prestare massima attenzione all’edilizia, piccola o grande che sia, cosa che peraltro potrebbe generare nuovi posti di lavoro, nuove professionalità, capaciti di dare spazio ai nostri giovani”.

Da dove partire

Infine, messe da parte le criticità, da dove si potrebbe partire per dare un nuovo impulso a questo territorio? Lo abbiamo chiesto ai candidati, che ci hanno indicato il punto di forza dal quale inizieranno il loro lavoro di amministratori.

“La Media Valbisagno è di fronte ad un momento storico in cui ha tante possibilità e tante potenzialità da sviluppare grazie alle sue caratteristiche e soprattutto grazie alla rete associativa che in questi anni ha cambiato la prospettiva con cui intendere la difesa di beni comuni. L’esempio su tutti è l’Acquedotto Storico: i tanti volontari che in questi anni lo hanno curato e reso il museo a cielo aperte che è sono il vero tesoro della vallata. Il Municipio deve facilitare questa rete, supportandola con ogni mezzo possibile. Uno dei nostri obiettivi principali, dopo averne portato a casa l’acquisizione, è quello di fare del Cinema Nazionale un fulcro culturale per tutto il municipio, oltre ad espandere l’esperienza delle case di quartiere. E poi, non in ultimo per importanza, intervenire nel cimitero di Staglieno che versa in condizioni drammatiche quando dovrebbe essere una perla. E sarebbe da rivedere la gestione dei servizi cimiteriali…”.

Genova Cinema Nazionale Molassana
Il Cinema Nazionale di Molassana

“Dobbiamo valorizzare la cose belle che abbiamo – spiega Uremassi – a partire dell’Acquedotto, che deve essere messo in collegamento con il parco dei forti. Poi ripristinare il Cimitero Monumentale di Staglieno, e fare del Cinema Nazionale un nuovo centro culturale. Il Comune ha già detto che i soldi ci sono e le cose di possono fare, noi saremo qua per farle. Ma il progetto principale sarà la cittadella sportiva della Sciorba: un vero polo attrattivo che deve essere messo in rete con le realtà di questi luoghi e che potrà cambiare volto alla vallata”.

“La priorità è il recupero dei monumenti e dei luoghi storici della vallata che vanno salvaguardati – sottolinea Cafasso – serve una maggiore partecipazione e un maggior coinvolgimento dei cittadini per le scelte che riguardano la loro vita nel quartiere. Il concetto è che bisogna restituire il territorio agli abitanti, con più autonomia del municipio, più soldi. Insomma riportare al centro il cittadino”.

Valorizzare la cultura e i saperi della vallata – è lo step numero uno secondo Fuselli – il nostro sogno è quello di aprire una sede universitaria in valle, dedicata alla alta formazione agricola e botanica. E poi ancora lavoro e spazio ai tanti giovani che vivono in questi quartieri”.

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.