Genova. Questa mattina il consigliere comunale delegato al Welfare, Mario Baroni, ha presentato il bilancio dell’attività svolta con l’amministrazione Bucci nel campo del sociale e della cura alle persone fragili.
“La sinistra ama ripetere che non esiste un assessore al Welfare – ha sottolineato Baroni -. È quanto di più offensivo possa dire nei confronti delle 358 persone che quotidianamente si impegnano nell’assessorato del Comune, che esiste eccome. Una squadra che in questi giorni verrà arricchita con 35 nuovi assistenti sociali per la cui assunzione è in corso il bando”.
L’attenzione del consigliere delegato, candidato con la Lista Toti per Bucci al consiglio comunale di Genova, è rivolta al futuro. “Quello che abbiamo fatto mi piace ribadirlo per rendere merito al personale, ma posso assicurare che l’impegno di tutti è quello di lavorare per fare sempre meglio – ha aggiunto Baroni -. Come il presidente Toti ama ricordare, rappresentiamo l’anima moderata e sociale del centrodestra, e questi sono i nostri temi, quelli che ci stanno a cuore e che non sono certo un’esclusiva della sinistra. In particolare l’obiettivo è quello di continuare a sviluppare la sinergia tra il sociale e la sanità. Una sinergia fondamentale perché molto spesso le persone prese in carico dai servizi sociali sono anche in cura presso strutture di sanità pubblica. Basti pensare, a solo titolo di esempio, agli anziani, ai disabili, ai senza fissa dimora il cui 90 per cento necessiterebbe di assistenza anche da strutture ospedaliere, da Sert e altri presidi della Asl. Per questo è fondamentale proseguire e rafforzare questo rapporto con il nostro sistema sanitario. Anche nelle difficoltà delle emergenze, in occasione della pandemia ad esempio, la Asl ci ha assistito per intervenire con tamponi e vaccinazioni sui senza fissa dimora, organizzando in due giorni corsie speciali, con 138 e 120 persone assistite. E poi anche con l’arrivo dei profughi ucraini, la collaborazione è stata massima e i risultati si sono visti. Risultati che consideriamo però sempre una base per fare ancora meglio. Un esempio del rapporto welfare-sanità per l’immediato futuro lo suggerisce la grande riforma del settore con l’introduzione degli ospedali di comunità che potranno essere un eccezionale presidio e un primo punto di riferimento per le persone più fragili”.