Genova. Nel 2021 l’economia della Liguria si è ripresa dall’emergenza Covid, ma i rincari sull’energia, le difficoltà di approvvigionamento e in conflitto in Ucraina hanno frenato la crescita e le prospettive per il 2022, sebbene con un impatto inferiore alla media nazionale. È quanto rileva la Banca d’Italia nel rapporto annuale sull’economia della regione.
Secondo i risultati dell’indagine sulle imprese industriali e dei servizi della Banca d’Italia su un campione di 111 imprese industriali
con almeno 20 addetti, il recupero dell’attività registrato nella seconda metà del 2020 è proseguito anche nel 2021. Le ore lavorate sono cresciute del 6,7% rispetto all’anno precedente, sebbene il fatturato a prezzi costanti sia rimasto sostanzialmente stabile anche a causa ella rilevanza in regione di comparti con cicli produttivi lunghi, come la cantieristica navale.
Ma sulle prospettive per l’anno in corso pesano le conseguenze economiche della guerra tra Russia e Ucraina. L’indagine rileva che la maggior parte delle aziende liguri, pur non avendo relazioni commerciali dirette con le nazioni coinvolte nel conflitto, dichiara di attendersi un effetto negativo sulla propria attività determinato principalmente dall’aumento dei costi energetici e degli altri input produttivi.
I traffici mercantili marittimi sono cresciuti dell’8,3%, ma dall’ultimo trimestre del 2021 quelli containerizzati hanno risentito delle disfunzioni delle catene logistiche internazionali, dovute anche ai periodi di chiusura di alcuni scali cinesi – in funzione di contrasto
alla pandemia – e alla congestione dei principali scali statunitensi del Pacifico orientale, con rilevanti effetti negativi sul rispetto dei termini di consegna, sui tempi di permanenza nei porti e sul riposizionamento dei contenitori vuoti. A ciò si sarebbero aggiunte, coinvolgendo la movimentazione Ro-Ro, le crescenti difficoltà di reperimento di componentistica elettronica, in particolare per la filiera dell’auto. Nel primo trimestre dell’anno in corso si è osservata una nuova ripresa del traffico complessivo, riconducibile soprattutto al positivo andamento delle rinfuse liquide.
Il conflitto in Ucraina e le sanzioni adottate verso Russia e Bielorussia dovrebbero avere tuttavia un impatto diretto limitato sulle esportazioni liguri: nel 2021 le vendite verso questi paesi rappresentavano l’1,6% del totale, una quota inferiore rispetto alla media italiana, già di per sé contenuta (2%). Tra i settori maggiormente esposti c’era quello dei prodotti chimici, con una quota di esportazioni verso questi mercati superiore al 6% del totale. Anche dal lato delle importazioni l’esposizione dell’economia regionale alla fornitura di input non energetici provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia risultava inferiore alla media nazionale. Secondo elaborazioni di Bankitalia, la quota del valore della produzione riconducibile direttamente o indirettamente all’impiego di tali input era inferiore di oltre il 30% rispetto a quella stimata a livello nazionale. A influire è soprattutto la bassa incidenza in Liguria delle importazioni destinate al settore metallurgico.
Da registrare soprattutto la ripartenza del turismo e delle crociere, coi pernottamenti tornati a livelli prossimi a quelli prima della pandemia. L’aumento di passeggeri nei porti liguri è stato del 60%. E il numero di viaggiatori nell’aeroporto di Genova ha conseguito un recupero di entità simile a quello del sistema portuale.
La ripresa del settore edile si è rafforzata, beneficiando della prosecuzione dei lavori alle principali opere infrastrutturali e delle agevolazioni fiscali connesse con gli interventi di ristrutturazione edilizia. Alla fine del 2021 risultavano pervenute all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) circa 1.100 richieste di asseverazione relative al Superbonus, per un valore di oltre 180 milioni di euro. Prosegue anche il recupero delle compravendite nel settore immobiliare.
Per quanto riguarda il lavoro, sono tornate a crescere le assunzioni nette a tempo determinato, che avevano risentito in modo particolare degli effetti della pandemia, anche per la rilevanza che in Liguria rivestono le attività caratterizzate da forte stagionalità, mentre continuano a diminuire gli autonomi. Il recupero dei redditi da lavoro si è riverberato positivamente sulla dinamica dei consumi, che tuttavia risentono dei rincari dei beni energetici e alimentari che incidono di più sulle fasce meno abbienti.