Genova. Con ben undici unità urbanistiche differenti comprese nei sui confini il Municipio Levante, il nono, racchiude tante diverse anime territoriali che compongono un quadro molto veriegato in termini di identità, esigenze e opportunità. Da Bavari a Sant’Ilario, da Sturla a Nervi, passando da Borgoratti, Apparizone, Quarto e Quinto: sono tante le realtà all’interno di questa grande circoscrizione (la terza per grandezza) che ospita quasi 65mila genovesi, vale a dire poco più di un decimo di tutta la città.
Sul tavolo ci sono tante pratiche da sbrigare per il Levante, che in questi anni ha imboccato la via della rigenerazione urbana, con interventi arrivati da più parti per quanto riguarda l’assetto di strade, piazze e quartieri da parte della civica amministrazione, ma anche tanti interventi dal basso organizzati da volontari e attivisti che hanno saputo dare un supporto concreto al verde cittadino e alla qualità della vivibilità. E poi tanti cantieri e progetti, fatti, in itinere e futuri, su cui la cittadinanza si è anche divisa aspramente, portando a confronto diverse visioni di città.
A sfidarsi per la presidenza del municipio quattro candidati: il totiano Federico Bogliolo, già assessore della giunta uscente e sostenuto dalla coalizione di centro destra di Marco Bucci, Serena Finocchio, candidata per il Partito Democratico, già consigliera municipale, e sostenuta dalla coalizione progressista di Arièl Dello Strologo, Marzia Sansalone, ingegnere biomedico all’esordio in politica supportata dalla lista Uniti per la Costituzione di Mattia Crucioli e Alberto Soave candidato per la Sinistra Insieme di Antonella Marras.
Rigenerazione urbana e viabilità
Al centro dei programmi di tutti i candidati la rigenerazione urbana dei molti angoli dei quartieri del Levante, oggi alle prese con situazioni di necessità di intervento e nuove possibilità. “Il grosso è stato fatto in questi cinque anni – sottolinea Federico Bogliolo – abbiamo dato vita al nuovo porticciolo di Nervi e agli spazi verdi di Quinti, ma non abbiamo finito: abbiamo depositato il crono programma per la nuova illuminazione e pavimentazione di Nervi, stiamo definendo il progetto di rigenerazione a Vernazzola, su cui ci confronteremo ancora con i cittadini mentre siamo ala lavoro anche per Quarto, con i nuovi bagni monumento. E poi tutta la zona di Monte Moro, vera eccellenza del territorio”.
“In questi anni di rigenerazione urbana in realtò non si è fatto nulla – sottolinea Serena Finocchio – vedi la questione della Ex Casa del Soldato, che doveva diventare una casa di quartiere, poi una caserma dei vigili del fuoco, poi alla fine né uno né l’altro. Una serie di errori e promesse mai mantenute che non si deve ripetere a Quarto negli spazi dell’ex manicomio, dove bisogna supportare le associazioni già presenti come Quarto Pianeta e puntare ad acquistare come pubblico nuovi spazi. I soldi con cui si è fatto il porticciolo erano arrivati con il patto per Genova di Renzi finalizzati alla riqualificazione della piscina. Risultato? Nessuna piscina e nessun spazio aggregativi e di sport per i ragazzi. Doppia perdita”.
“La riqualificazione di Nervi è stata fatta male – sottolinea Marzia Sansalaone – andava riqualificata mantenendo l’impianto, ammodernandolo e facendolo rinascere dal punto di vista aggregativo come era sempre stato. Oggi i gradoni sono sfruttati poco solamente dall’unico locale li vicino. Era una delle poche aree aggregative. Bisogna sempre ripartire dal dialogo con i cittadini”.
“Abbiamo pochissime informazioni in merito alla parte progettuale, vediamo le cose quando vengono presentate – commenta Alberto Soave – Questo è un problema perché non ci permette di fare valutazioni a priori. Quello che vedo è una logica da vetrina, che non tocca i problemi nel profondo. L’esempio è il porticciolo di Nervi, per cui è stato imposto un progetto senza una reale interlocuzione con la popolazione. Forse valeva la pena ristrutturare. Tutte le costruzioni fatte negli 80 anni sono un pugno nell’occhio. Dobbiamo riqualificare senza aggiungere altro cemento, vista anche la crisi demografica, partendo dalle alture”.
Verde urbano
Senza dubbio il Municipio Levante è tra i più verdi della città, merito soprattutto della presenza di grandi aree boschive spesso prospicienti al mare. Poi il grande polo dei Parchi di Nervi, vero fiore all’occhiello del territorio e di tutta la città. Ma gli altri quartieri? La situazione è diversa da zona a zona, anche con criticità molto ‘vetuste’. “Abbiamo tante zone verdi e dobbiamo preservarle – osserva Bogliolo – i giardini di villa Gentile, il depuratore di Sturla, villa Loi, villa Stalder, i giardini di via bottini e di Quarto Area Coop. I posti ci sono e vanno curati. Abbiamo fatto gli interventi straordinari, ora dobbiamo puntare alle manutenzioni ordinarie: dobbiamo aumentare le risorse per la manutenzione continua per mantenere quanto fatto”.
Parere discordante invece per Finoccchio: “A parte i Parchi di Nervi, il verde nei quartieri del levante scarseggia ed è in condizioni di degrado, come a Villa Gentile. Servono più piantumazioni nelle strade, con alberi che possano rendere più piacevole vivere la città e tenete basse le temperature in città. E poi tanta manutenzione, quotidiana”.
“Noi puntiamo a realizzare delle palestre a cielo aperto e soprattutto fornire le aree verdi di servizi, visto che oggi non sono presenti – spiega Sansalone – il verde è molto trascurato e serve una manutenzione costante, non esistono solo i parchi di Nervi, bisogna puntare su tanti luoghi verdi sparsi su tutto il territorio. E poi renderli fruibili a più persone possibili”.
“C’è molto verde a levante, ma perché i monti si tuffano in mare – spiega Soave – Si dovrebbe collaborare con il Cai e le associazioni per ricucire un rapporto con la città. Per il resto i parchi sono pochi e tenuti male, a partire da villa Gentile, che è un disastro. I Parchi di Nervi sono un gioiellino, ma la logica di fare i grandi eventi ha un fortissimo impatto sul loro micro ambienti, comprese le ricadute sui quartieri limitrofi. Gli eventi vanno fatti in un contesto che però può ospitarli”.
Commercio e movida
Il piccolo commercio dei quartieri, in questi anni, ha subito una battuta d’arresto per lo più a causa dei due anni di pandemia e per la concorrenza della grande distribuzione. Ma come fare per sostenere l’anima commerciale della zona?
“Bisogna supportare i nostro commercianti con una struttura amministrativo più vicina: propongo per ogni municipio la nascita di uno sportello dedicato, dove i commercianti possano trovare le risposte senza dovere andare al Matitone – specifica Bogliolo che poi sottolinea le intenzioni per gestire la night life del municipio – E’ difficile, ma dobbiamo mettere insieme l’interesse dei residenti e la voglia dei giovani di vivere e la stessa voglia dei quartiere di essere vissuti. Perché un quartiere vissuto è un quartiere anche più sicuro. Dobbiamo creare una rete, un coordinamento per fare degli eventi organizzati bene, sani e che non portino danni ai luoghi e alle persone dei quartieri”.
“Bisogna rendere più piacevole il vivere le nostre strade – spiega Finocchio – è una cosa che incentiverebbe le persone a vivere il quartiere, attraversarlo e quindi alimentare il tessuto commerciale. In questi cinque anni i giovani e gli adolescenti sono stati completamenti dimenticati, lasciando le porte spalancate per la socializzazione in modalità branco. Bisogno organizzare e fare rete con i locali per creare una proposta di eventi capace di assorbire in maniera diffusa le tante persone che giustamente vogliono divertirsi. Detto questo aggiungo che comunque in ogni caso la repressione non serve, non è la soluzione, serve solamente a spostare il problema un po’ più in là. Anzi spesso è controproducente”.
“Noi crediamo che si debba contrastare l’apertura di supermercati e grandi catene, dobbiamo invece sostenere le imprese a chilometro zero, di cui siamo ricchi in molti ambiti.. In questo modo le ricchezze resterebbero nel territorio – spiga Sansalone – Bisogna potenziare il trasporto pubblico, creando una rete di parcheggi di interscambio pensati per favorire poi un rete di servizo pubblico più capillare. Gli eventi devono essere organizzati in maniera coordinata, incentivando i locali per creare degli appuntamenti diversificati e in qualche modo sparsi, per evitare grandi concentrazioni di persone. La chiave rimane comunque il trasporto pubblico per spostare anche di notte le persone da una parte all’altra del quartiere e della città”.
“La perdita di tessuto commerciale è un grave problema per il levante come per tutta la città – osserva Soave – Il Municipio potrebbe farsi tramite per proporre una diversificazione della proposta commerciale nei quartieri. L’idea sarebbe quella di costruire una rete di negozio che creano un mercato rionale allargato, con le particolarità del territorio. La sperimentazione di Nervi e della Ztl doveva essere un esperimento, ma nonostante le aspre critiche resterà. Questo non è ascoltare i cittadini”
Da dove partire
E quali sarebbero le priorità del mandato? “Aumentare le risorse per le manutenzioni ordinarie, per il verde, e soprattutto per le creuze – chiosa Bogliolo – A levante abbiamo un patrimonio di creuze sterminato, che abbiamo trovato ridotte malissimo. Vorrei metterne a posto almeno due all’anno. E poi dobbiamo arrivare alla approvazione del Proud per i litorali, progettando e mettendoci al lavoro per delle opere di difese a mare a Quarto, Sturla e davanti a Quinto”.
“Assolutamente tornare al decentramento – è la priorità per Serena Finocchio – ‘ fondamentale, chi è sul territorio sa cosa succede e cosa serve, e ha la possibilità di intervenire in maniera più capillare ed efficace. Dobbiamo invertire la rotta”.
“La priorità è la manutenzione ordinaria, dalle aree verdi alle creuze. E poi tornare ad ascoltare i cittadini”, sintetizza Marzia Sansalone, mentre Alberto Soave ci elenca le sua lista dei desideri: “Riattivare la logica di ascolto dei cittadini, esigenza per cui nacquero gli stessi municipi: dobbiamo riattivare questo flusso perché solo chi vive nei quartieri sa cosa serve. Poi il Levante deve tornare ad essere un polo culturale della città, come era un tempo: cosa che si può fare anche nelle piccole cose, dando spazio e supporto alle realtà che già esistono, come Quarto Pianeta nell’ex manicomio e le tante associazioni. In questo modo di creerebbero tanti poli di interesse che renderebbero i quartieri più vivi”.