Mappa del voto

Genova in blu, la geografia del voto spazza via il ricordo della città roccaforte di sinistra

Bucci dilaga anche nei quartieri di battaglie simbolo come Sampierdarena (depositi), Val Bisagno (skymetro), Nervi (viabilità e porticciolo). I progressisti "resistono" nelle enclave di ponente, vicoli, parte di Val Polcevera e Quezzi

mappa voto comunali 2017

Genova. E’ una città che cambia colore, ancora, più di quanto non lo avesse già cambiato cinque anni fa, quella che emerge dalla mappa del voto al termine di questa tornata di amministrative. L’onda blu del centrodestra e del sindaco Marco Bucci investe Genova da levante a ponente, senza grandi dubbi di interpretazione e con un risultato più che ribaltato in termini di presidenze di municipio rispetto al 2017: da sei a tre per il centrosinistra a sette a due per la coalizione opposta.

I progressisti “resistono” soltanto in alcune enclave tra l’estremo ponente e la Val Varenna, le alture di Sestri – quei quartieri soprannominati Corea non a caso – e poi nelle zone della Valpolcevera contrarie alla gronda, in alcuni quartieri popolari della Bassa Val Bisagno.

Sprazzi di rosso anche il centro storico profondo, dal Carmine al Molo. E anche nei quartieri come il Lagaccio e Oregina la coalizione che sostiene Ariel Dello Strologo prende più voti di quella di Bucci, forse per lo spauracchio del progetto della funivia. Non basta comunque a far pendere la bilancia del municipio a favore del candidato grillino Stefano Giordano: il leghista Carratù resta saldo al governo.

Un altro progetto che, in periodo di campagna elettorale sembrava poter cambiare le carte in tavola, e che invece non ha dato effetti è quello della skymetro in Val Bisagno. A giudicare dalla mappa del voto i residenti della vallata non sono contrari al piano infrastrutturale deciso dalla giunta Bucci forse anche perché dopo cinquant’anni di discussioni senza esito qualsiasi soluzione concreta è meglio che nessuna soluzione.

Allo stesso modo il colore blu di Sampierdarena – nonostante la vittoria del M5s Michele Colnaghi, che resta presidente di municipio – consegna l’immagine visiva di un quartiere apparentemente disinteressato alle sorti dei depositi chimici o forse “convinto” dal piano da 100 milioni di euro per la riqualificazione della Manchester d’Italia.

Analogamente chi si aspettava un ribaltone della sinistra a Nervi per via delle discusse operazioni su viabilità e porticciolo è stato smentito dai fatti. Lo stesso vale per Albaro con la osteggiatissima, almeno sulla carta, pista ciclabile. Il dissenso, forse, non era così ampio o forse, semplicemente, non si è recato alle urne. Forse, il dissenso, ha preferito esprimersi sui social network.

I “ribaltoni” cromatici più evidenti, ad ogni modo, restano le vallate: Valpolcevera e Val Bisagno. Rosse restano solo Quezzi, Forte Quezzi, parte di Molassana e San Fruttuoso. Sulle sponde del Polcevera le macchie rosse sono limitate a Teglia, Certosa e Rivarolo, Murta. La differenza tra le aree è che la Valpolcevera resta comunque un municipio in mano al centrosinistra, con Federico Romeo – che però rispetto ad altri presidenti di municipio si è messo meno di traverso rispetto alle politiche della giunta comunale, in un’ottica di collaborazione – mentre in Bassa e Media Val Bisagno la sconfitta del centrosinistra di Ferrante e D’Avolio è cocente.

A una prima analisi, in sostanza, la marea blu della mappa del voto non è necessariamente quella di una scelta di schieramento partito o politico ma quella della maggioranza silenziosa che, in questi anni, non è scesa in piazza e se non ha mostrato di apprezzare le politiche della giunta se non altro ha deciso che si tratta comunque del migliore dei mondi possibili.

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