Politica

Energia, Campomenosi: “Prezzi destinati ad aumentare, Governo deve intervenire subito”

Intervista a tutto campo all’europarlamentare e capo delegazione della Lega ospite del podcast “La Telefonata” condotto dal giornalista Nicola Seppone

Campomenosi

Bruxelles. Il Parlamento deve lavorare sul potere di acquisto delle famiglie, dei lavoratori e dei pensionati. Saranno questi alcuni dei problemi che dovremo affrontare il prossimo inverno, durante il quale potremo scaldarci, anche se i costi sono destinati a lievitare tantissimo. Il Governo deve assolutamente intervenire sul tema dell’energia per tutelare le famiglie e le imprese. Diversamente ci aspetteranno dei mesi molto difficili”.

È questo il monito dell’europarlamentare ligure e capo delegazione della Lega a Bruxelles Marco Campomenosi intervenuto nel corso del podcast di IVGLa Telefonata” condotto dal giornalista della redazione Nicola Seppone.

ASCOLTA “LA TELEFONATA” CON MARCO CAMPOMENOSI

Diversi i temi affrontati dall’esponente europeo del Carroccio nel corso della telefonata, a partire dall’esito delle elezioni amministrative e del referendum sulla giustizia.

“CALO DI CONSENSI DELLA LEGA? NON MI SPAVENTA. ERO QUI ANCHE CON IL 4%”

La recente tornata elettorale ha messo in luce un importante calo di consensi per il partito guidato da Matteo Salvini, tuttavia Campomenosi spiega: “Il mio ruolo mi permette di confrontarmi con persone di tutte le Regioni di Italia e ho notato che sul territorio non è stato semplice spiegare il perché siamo parte di un Governo così variegato. Questo aspetto sicuramente ha influito molto, così come il momento storico particolarmente delicato che stiamo vivendo”.

“Alle amministrative i partiti tradizionali prendono sempre meno voti, ma indubbiamente è arrivato un segnale da parte dei cittadini – ammette l’europarlamentare -. Se qualche mese fa abbiamo pagato a Savona per gli errori commessi, il buon lavoro portato avanti a Genova e La Spezia invece ha pagato molto”.

“FLOP REFERENDUM? UN’OCCASIONE PERSA DI DEMOCRAZIA DIRETTA”

E poi c’è il referendum. Cinque quesiti per provare a cambiare la giustizia italiana. La politica ha passato la palla ai cittadini, ma quest’ultimi l’hanno rispedita al mittente. L’obiettivo era portare la partecipazione oltre il 50% degli aventi diritto, ma alla fine l’affluenza per i cinque quesiti si è fermata al 20,9% (praticamente la più bassa nel dopoguerra). Un flop, insomma.

Per Campomenosi l’esito finale del referendum “è un peccato, una occasione persa di democrazia diretta. Si parlava spesso di avere più momenti di democrazia diretta, in Svizzera quasi ogni 2-3 mesi si vota così. Abbiamo sottovalutato la situazione, il calo degli elettori in generale. È un peccato perché la giustizia meriterebbe delle risposte vere”.

“Secondo me – spiega – abbiamo sbagliato ad individuare solo temi della giustizia. Negli stessi giorni c’erano cittadini che hanno raccolto firme sul tema della droga e altre questioni ma la Corte Costituzionale non li ha ritenuti ammissibili. Forse con quei temi saremmo stati anche più fortunati”.

Generico giugno 2022

L’astensionismo ha giocato indubbiamente un ruolo chiave, ma Campomenosi non cerca alibi: “Io non do mai la colpa agli elettori se il mio partito perde una elezione. Gli elettori vanno sempre rispettati anche nella scelta che io non condivido di disertare le urne”.

Prima di volare con il pensiero a Bruxelles, chiediamo a Campomenosi un parere sul ruolo della Lega nel governo guidato da Mario Draghi: “Io ho paura che siano i cittadini a non vedercela bene (la Lega, ndr) nel Governo. Recentemente, nel corso del consiglio federale della Lega, abbiamo cercato di capire come meglio caratterizzare la nostra presenza in questo Governo. A metà settembre c’è la scadenza, con il raduno di Pontida. In questi due anni la Lega ha pagato molto perché è uno dei pochi partiti che può vantare ancora delle sezioni sul territorio. Abbiamo perso il rapporto con i cittadini a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia. Non siamo spaventati da un calo perché c’è ancora tanto tempo alle elezioni. E poi io non mi spavento. Io sono stato un militante semplice quando la Lega era al 4%. Poi siamo cresciuti e ora abbiamo una classe dirigente in gamba”.

CONCESSIONI BALNEARI: “NON ABBIAMO OTTENUTO QUELLO CHE VOLEVAMO”

Sulla caldissima questione che vede i balneari italiani contrapporsi alla Bolkestein e sulle evoluzioni parlamentari a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, Campomenosi non si nasconde: “Quello che la Lega voleva a difesa delle aziende e dei lavoratori del settore balneare non è certo stato ottenuto – prosegue -. I rappresentanti di queste categorie conoscono il lavoro che abbiamo fatto con l’ex ministro Centinaio. Un lavoro purtroppo vanificato dalla caduta di quel Governo. Con il governo Draghi è arrivata una contrapposizione forte e francamente a me non è piaciuto il fatto di voler inserire questo tema in un decreto legislativo chiamato ‘concorrenza’, anche perché se c’è proprio un settore dove c’è concorrenza è quello balneare”.

Noi vigileremo affinché quella categoria non sia presa in giro. È possibile che gli operatori siano delusi in questo momento, ma noi staremo attenti”.

“AUTO E FUTURO 100% ELETTRICO? COSÌ SEMPRE PIÙ DIPENDENTI DALLA CINA”

Ormai la transizione ecologica è in atto e in buona parte del mondo diversi Paesi si stanno muovendo per garantire un futuro a emissioni zero. Il green-deal, il pacchetto di norme ambientali proposte dalla Commissione europea un anno e mezzo fa, va proprio in questa direzione.

“Siamo molto preoccupati – sostiene Campomenosi -. La transizione ecologica è importante ma non possiamo permetterci date troppo stringenti e limiti esagerati, anche perché c’è in gioco la competitività del sistema produttivo italiano ed europeo. Pensiamo all’inflazione e all’incapacità di reperire materie prime. Per le auto la soluzione elettrica sarà l’unica possibile e questo aumenterà la nostra dipendenza dalla Cina, un Paese che ha una capacità produttiva e di reperimento delle materie prime di certo non paragonabile alla nostra”.

“Le istituzioni europee dovevano prendere un po’ più di tempo per analizzare la situazione macro-econimica a livello generale. Il problema è che in assenza di alternative disponibili sul mercato per fare in modo che il settore produttivo abbia lo stesso ammontare di energia che oggi ha con le risorse che generano emissioni, ci sarà un costo e tutto si tradurrà in una tassa”.

L’esponente del Carroccio all’europarlamento lancia una frecciatina (anche) all’attuale Governo: “Quando io mi volto per vedere se alle spalle ho un Governo che difende gli interesse del mio Paese io non trovo mai nessuno. E questo è un vizio di qualsiasi Governo, di qualsiasi colore politico. Il problema è la tempestività, perché spesso abbiamo segnalazioni da Roma su provvedimenti che sono già stati approvati. Questa è una malattia del sistema politico italiano”.

EMERGENZA STAGIONALI: “NON È VERO CHE I GIOVANI NON HANNO VOGLIA DI LAVORARE”

L’emergenza sanitaria ha letteralmente cambiato il mercato del lavoro. Due anni di Covid hanno inciso profondamente sul modo di lavorare. Nel savonese mai come quest’anno si è registrata un’impennata di offerte di lavoro stagionali cadute – in buona parte – nel vuoto.

“Io non voglio commettere l’errore di chi accusa i giovani di non voler accettare lavori duri – è il pensiero di Campomenosi -, anche perché ne vedo tantissimi che invece ne fanno e che rifiutano soluzioni molto più agevoli pur di lavorare e crescere anche a livello stagionale. Ricordiamoci che non è un fenomeno solo italiano. Dopo due anni di pandemia e di attività ferme, chi è rimasto senza entrate, come gli stagionali, spesso ha trovato altri sbocchi. Per esempio, negli aeroporti del nord Europa ora è il caos perché invece della cassa integrazione per molti lavoratori attivi nel settore della sicurezza aeroportuale è scattato il licenziamento. Ora ci sono problemi a trovare persone qualificate perché chi ha perso il lavoro a causa della pandemia non è stato fermo a guardare, ma ha trovato un altro impiego”.

E il reddito di cittadinanza? Avrà inciso sull’aumento di “braccia conserte” nel mondo del lavoro? Secondo Campomenosi sì: “Il reddito di cittadinanza sicuramente ha inciso e per questo come Lega chiediamo di modificarlo per renderlo più utile”.

GUERRA IN CORSO: “LA FINE NON È VICINA”

La guerra in Ucraina preoccupa anche e soprattutto l’Europa. Il conflitto bussa alle porte di casa e Campomensi a Bruxelles ha avuto modo di ascoltare le voci dei colleghi degli altri Paesi: “La sensazione è che non siamo vicini ad una fine. Ci sono responsabilità diffuse da parte di tanti. Io non ho mai subita una certa fascinazione da parte di Putin nemmeno quando nel mio partito era visto come una figura stimolante. Mi piacerebbe che l’Occidente e il mondo a cui apparteniamo non cadesse nel tranello di utilizzare i metodi russi o cinesi nel silenziare le voci di dissenso. Lo dico perché nella prima fase del conflitto, ogni volta che si cercava di dire che queste sanzioni avranno degli effetti negativi venivi quasi visto come un traditore dell’Occidente”.

“Una delle grandi colpe di Putin – conclude l’europarlamentare ligure – è stato il fatto di aver creato conseguenze sull’economia di tutto il mondo”.

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