Genova. Limitare l’uso dell’acqua per finalità diverse dagli usi alimentari, igienici e per le attività produttive. E quindi, ad esempio, non annaffiare orti e giardini ed evitare di riempire le piscine private e le fontane. Sono le “linee guida” che la Regione Liguria invierà ai Comuni per combattere l’emergenza siccità, indicazioni che spetterà alle singole amministrazioni locali trasformare eventualmente in ordinanze con veri e propri divieti per i cittadini.
Nel frattempo si parla di un possibile decreto ad hoc in arrivo dal Governo entro la fine del mese con l’obiettivo di uniformare la gestione dell’emergenza a livello nazionale. Oltre a riconoscere lo stato di emergenza per le regioni più colpite, il provvedimento potrebbe dare il via ai primi razionamenti con possibile stop all’erogazione dell’acqua nelle ore notturne. Il livello più alto di criticità riguarda il settore agricolo, specialmente in Lombardia, Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna.
Sirene d’allarme che per ora non suonano in Liguria, a eccezione di alcuni Comuni dell’Imperiese che hanno già varato misure specifiche per risparmiare più acqua possibile. “Per il momento non vi sono particolari nostre indicazioni, salvo l’attesa delle strutture tecniche competenti che stanno valutando la situazione e a metà della settimana ci consentiranno una valutazione nella prossima giunta – ha detto oggi il presidente Giovanni Toti -. Al momento i grandi invasi della regione non sono a un livello d’allarme, tant’è vero che abbiamo autorizzato anche l’irrigazione della val Trebbia cedendo acqua ai nostri vicini emiliani per la loro agricoltura”.
“Certo che, se andrà avanti così, avremo difficoltà cui dovremo guardare con attenzione – ha avvertito il governatore -. Il pacchetto di indicazioni per gli ambiti territoriali idrici arriverà probabilmente a fine settimana. Dopodiché è chiaro che, se il Governo interviene con un decreto a sostegno delle categorie più colpite, penso soprattutto all’agricoltura, è bene farlo”.
Il primo atto concreto da parte della Regione arriverà giovedì e formalmente si tratterà di un “argomento di giunta”. Le linee guida sono state compilate dal dipartimento della Protezione civile sulla base dei dati del monitoraggio degli osservatori sugli usi idrici istituiti nell’ambito delle autorità di distretto del Po e dell’Appennino settentrionale. Si tratterà del primo passo, sperando che non sia necessario adottare misure più drastiche su scala regionale.
Da quanto si apprende il Comune di Genova al momento non ha in programma ordinanze perché non si registrano emergenze. La situazione verrà monitorata costantemente insieme a Iren, che gestisce i principali invasi che alimentano gli acquedotti.
Per quanto riguarda lo stato di emergenza decretato dal Governo, anche la Liguria dovrebbe rientrare tra le regioni interessate: la misura servirà soprattutto a garantire aiuti alle attività agricole in ginocchio a causa delle scarse precipitazioni. Dall’esecutivo stamani è arrivata la rassicurazione del sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “Credo ci siano le condizioni per arrivare a dichiarare lo stato di emergenza – ha detto a SkyTG24 -. Laa preoccupazione delle Regioni è giustificata e il Governo condividerà un percorso con le Regioni. Dobbiamo sostenere il comparto agricolo, che non è solo produttivo ma vitale per il nostro Paese grazie al presidio e alla manutenzione del nostro territorio”.