Parata

Liguria Pride, oltre 20mila in piazza a Genova: due anni dopo la pandemia torna l’onda arcobaleno dei diritti fotogallery

Tanti giovanissimi in piazza. "Chiediamo pari diritti, chiediamo che le coppie genitoriali di ogni genere possano avere minori in affido"

Genova. Alla vigilia, a occupare la scena del Pride c’erano le polemiche sulla partecipazione o meno dei candidati sindaci – per la serie “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?” – d’altronde è la prima volta che la manifestazione si svolge a 24 ore dal voto alle comunali. Ma pochi minuti dopo l’avvio della grande parata arcobaleno è stato chiarissimo quale fosse, invece, la notizia: il numero, impressionante, di partecipanti.

E se non è facile stimare una cifra esatta e capire se sia corrisposta effettivamente ai quel 30mila auspicato dagli organizzatori (25mila erano stati all’ultima edizione, quasi 20mila sembrerebbero questa volta) è però un dato incontrovertibile il colpo d’occhio: quando parte del corteo era già alla Zecca, l’ultima parte era appena partita da via San Benedetto, a Principe.

Tantissime persone arrivate anche da fuori città, una maggioranza di studenti, giovanissimi, molti ampiamente minorenni e anche alcuni bambini, accompagnati dai genitori e non. Ma anche intere famiglie, i genitori dell’Agedo, gruppi di scout, turisti, artisti, coppiette e gruppi di amici, semplici cittadini che hanno voluto “come ogni anno”, dice qualcuno, fare sentire la propria presenza.

Pride 2022

Come ogni anno. Prima del 2020, in realtà. L’ultimo Pride genovese si era tenuto nel 2019. L’anno successivo era stato cancellato per ovvie ragioni legate alla pandemia e anche nel 2021 gli organizzatori avevano preferito dare vita a un semplice presidio in piazza De Ferrari. Ma le attività di Liguria Rainbow e delle tante associazioni dietro al Pride genovese non si sono mai fermate, dagli incontri agli sportelli alla nuova sede nel centro storico fino alle battaglie condotte quotidianamente.

“Il Pride non è più soltanto la piattaforma dei diritti Lgbt+, è la cornice politica per mettere in discussione ciò che in questo mondo non va, ciò che causa sofferenze, violenze, discriminazioni, povertà materiali e culturali”, dicono gli organizzatori.

Ma a poche dal voto per le comunali non mancano le rivendicazioni più “politiche”. Ilaria Gibelli e Laura Guidetti, Stefano Musso e Mattia Piccinini quelli che prima dell’avvio del corteo spiegano le ragioni della manifestazione: “Chiediamo pari diritti per le famiglie che non corrispondono necessariamente alla cosiddetta famiglia tradizionale, chiediamo che le coppie genitoriali di ogni genere possano avere minori in affido come invece non accade a Genova per via di una delibera votata da questa amministrazione”. Critiche anche nei confronti della gestione definita “opaca” dell’Agenzia comunale per la famiglia considerata un “veicolo per la propaganda no-gender”.

Pride 2022

Critiche alle quali oggi, per via del silenzio elettorale, non potrà rispondere l’attuale amministrazione di centrodestra ma su cui il dibattito potrà riaprirsi, comunque vada alle urne, a partire dal 13 giugno.

Prima della partenza gli organizzatori hanno lanciato qualche critica alla gestione dell’appuntamento da parte della polizia locale. “Va bene non avere il patrocinio da patte del Comune di Genova, ma almeno la gestione della sicurezza e della viabilità – accusano Laura Guidetti e Ilaria Gibelli – i vigili sono arrivati con mezzora di ritardo e abbiamo dovuto allestire tra le auto e i bus che passavano”.

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