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Comunali, Passeri (Sinistra Italiana): “Genova non sa usare gli spazi, il rilancio passa dai giovani”

Paggiola Bertochi: "I balneari hanno disatteso gli impegni, servono più spiagge libere"

mariano passeri

Genova. “Genova è una città che oltre ad avere pochi spazi, non li sa usare, non li sa gestire. La desertificazione sociale portata dalla pandemia ha reso evidenti le lacune di una città che ha smesso di essere inclusiva e non vuole aprirsi ai giovani, rischiando di perderli per strada”. Così Mariano Passeri di Sinistra Italiana.

“Esistono realtà che funzionano, che portano cultura, arte, sport, nuove tecnologie ma sono sempre sotto il mirino di uno sgombero o di una chiusura; è il caso, per esempio, del Laboratorio Sociale Buridda, da anni un vero punto di riferimento per giovani e meno giovani, un punto di incrocio fra universitari e frequentatori di ogni età, che in questi ultimi giorni è finito alla ribalta per un ipotesi di sgombero (il secondo in pochi anni)”.

“Siamo la città delle serrande abbassate, del baronato immobiliare, dell’aristocrazia citando il Parini della “vergine cuccia”, vuota, svuotata ma potente feudataria, che tiene in scacco tutte le attività, con prezzi osceni visti i tempi e con il godimento, piuttosto, a tenerne bassa la saracinesca”.

“Genova deve tornare a pulsare, di vita, e lo potrà fare solo dando spazio alle nuove generazioni attraverso spazi a canoni irrisori, come hanno fatto in molte città europee, di per se più brutte ma molto più attrattive per gli studenti e non solo. Genova deve smetterla di pensare al cittadino come fosse un cliente, dinamica che in questi cinque anni ha visto un escalation incredibile, come deve smetterla di investire sulle spese di sicurezza “militarizzata”, perché non funziona, non può funzionare”.

“Mi auguro che i prossimi cinque anni siano caratterizzati da un reale cambio di passo, e che il nuovo sindaco, augurandomi che quello uscente esca senza rientrare, attraverso il sostegno di forze progressiste e ambiziose, possa realizzare il sogno di avere una città dinamica, multiculturale, inclusiva e aperta”, conclude Passeri.

“Si parla tanto della Bolkestein e come indennizzare chi non verrà ritenuto idoneo a partecipare alla gara di assegnazione degli spazi demaniali e ai vincitori della gara, che non hanno le risorse economiche per iniziare la nuova attività. Aiutare una nuova attività è giusto e lodevole, ma non dare una sorta di buonuscita ad imprese che per oltre 40 anni hanno gestito e quindi guadagnato, spazi, rubati ai cittadini”, aggiunge Adele Paggiola Bertocchi di Sinistra Italiana.

“L’impegno dei gestori balneari era quello di lasciare libero il passaggio per raggiungere la riva ed eventualmente fare un bagno e poter sostare per breve tempo.  Tutto questo è stato disatteso e raggiungere la riva senza pagare l’ingresso è ancora oggi un miraggio. Il sindaco dice che nel Comune di Genova ci sono 17 spiagge libere, ma questo non risponde a verità. Ritornando alla Bolkestein occorrerebbe ripensare alle spiagge libere e cercare di inserirne un po’ di più”, conclude Paggiola Bertocchi.

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