Tema caldo

Commercio, Dello Strologo: “Genova città di supermercati? Visione da America anni 80” ma per Bucci “Esselunga ha calmierato i prezzi”

Al dibattito per le comunali del 12 giugno organizzato dal SecoloXIX anche la proposta di una moneta locale dal candidato "no vax" Oliveri

Inaugurazione Esselunga via Piave

Genova. Quello del commercio, e della diffusione della grande distribuzione organizzata in città spesso ai danni delle piccole strutture di vendita, i negozi di vicinato, è sicuramente uno dei temi più caldi per la campagna elettorale a Genova. Un tema che è di reale competenza delle amministrazioni comunali le quali possono decidere, appunto, se concedere o meno l’autorizzazione alla costruzione di nuovi super e ipermercati. Lo ha fatto la giunta Bucci ma lo hanno fatto, in passato, anche molte giunte di centrosinistra.

“La quota della grande distribuzione organizzata rispetto a quella dei piccoli negozi a Genova è più bassa che nelle altre città italiane, parliamo di un 40% a 60% contro un 70% a 30%, l’arrivo di Esselunga ha permesso di calmierare i prezzi, il sostegno al commercio si fa attraverso i bandi come quelli per il centro storico o i piani di rigenerazione urbana come faremo a Sampierdarena”, Marco Bucci, sindaco di Genova candidato per il bis alle comunali del 12 giugno, difende la strategia dell’amministrazione di centrodestra sul tema del commercio durante il dibattito tra candidati organizzato dal SecoloXIX.

“Quella di Bucci è una visione da America degli anni Ottanta, completamente superata, ovvero quella di una città che vive bene con tanti supermercati, Esselunga avrà anche portato concorrenza ma con l’apertura del nuovo gigantesco ipermercato a San Benigno si vanificheranno anche gli sforzi fatti per rilanciare il tessuto commerciale di prossimità”, contrattacca Ariel Dello Strologo, candidato di centrosinistra e M5s. Anche gli altri avversari di Bucci sono critici sull’apertura di nuovi supermercati.

“Incompatibili con il piccolo commercio” secondo Antonella Marras (La sinistra insieme), “Troppe grandi strutture finiranno per rubarsi clienti tra loro e non porteranno a crescita di posti di lavoro” secondo Cinzia Ronzitti (Partito comunista dei lavoratori), mentre Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) sottolinea come il problema sia “di ordine pubblico, se si abbassano le serrande nei quartieri vengono a mancare anche presidi di sicurezza”.

Martino Oliveri, movimento 3V, dice no ai supermercati e “sì a una moneta complementare locale, garantita dal Comune, per favorire i piccoli negozi”. Carlo Carpi pensa invece che “la grande distribuzione non debba essere osteggiata in maniera manichea”.

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