Genova. “Abbiamo sempre svolto il ruolo di presidio per il territorio, eravamo un punto di riferimento per tantissimi cittadini della vallata ma da quando la strada è chiusa la situazione è precipitata e nonostante tutti gli sforzi oggi non ce la facciamo più. Se continua così tra poco chiudiamo per sempre”
Questo lo sfogo di Mauro Travi, titolare del Bar Carbone, storico locale di Ceranesi, località Santa Marta, che nonostante i suoi ottant’anni di storia oggi rischia di chiudere a causa dell’isolamento provocato dalla chiusura della strada provinciale numero 4 che di fatto ha tagliato fuori il locale dal normale flusso di clienti.
“Tutto è iniziato con i lavori del Terzo Valico – ci spiega Travi – quando sono iniziate le prime chiusure a singhiozzo per i cantieri. Poi la frana del 2018, che ha distrutto la strada. I primi interventi sono stati azzerati da un nuovo cedimento strutturale del 2019. Lavori fermi per mesi, con un rimpallo quasi senza fine tra Cociv e Città Metropolitana per la competenza, con l’unico risultato che oggi, a quasi quattro anni dall’arrivo delle transenne la viabilità è ancora chiusa”. E con la chiusura della strada per il bar si è praticamente azzerato il ‘giro’: “Tutte le persone che passavano da noi per la colazione, per il pranzo, chi si fermava trovandoci sulla strada. Niente, non è rimasto più niente, siamo completamente tagliati fuori“.

Quattro anni difficilissimi, vissuti tra dissesto e pandemia, che ora stanno chiedendo il conto: “Abbiamo tenuto duro fino ad adesso, ma ora siamo arrivati al limite – ci racconta con amarezza Mauro Travi – abbiamo una dipendente che lavora con noi da trent’anni e rischia di rimanere a casa, oltre a noi titolari“. Il locale nacque negli anni 40 quando i Fratelli Carbone tornarono dalle colonie, aprendo una bottiglieria, poi diventato bar, e infine bar tabacchi. L’unico della zona, un presidio per il territorio: “Spiace veramente di cuore per tutti i nostri affezionati clienti, noi qua siamo sempre stati un presidio anche sociale, per i pagamenti dei bollettini, ricariche telefoniche, bolli auto. E anche per le solite ‘quattro chiacchiere'”.
E poi lo sfogo: “Un sentito ringraziamento a tutti quei politici che in questa situazione hanno fatto da scarica barile – aggiunge sarcasticamente – adducendo la responsabilità della chiusura della strada a quello o a quell’altro ente. Senza accorgersi che la frazione di Santa Marta stava morendo“.