Liberi tutti

Addio mascherine anche sui mezzi pubblici? Il Governo ci pensa ma c’è chi invita alla prudenza

Dal 15 giugno fine dell'obbligo al lavoro, al cinema e al teatro ma non all'esame di maturità. Toti: "Anacronistiche e illogiche"

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Genova. Le mascherine rimarranno obbligatorie per gli studenti che sosteranno gli esami di terza media e la maturità, ma a partire dal 15 giugno non serviranno più al teatro, al cinema e per le manifestazioni sportive al chiuso. E il Governo sta discutendo se continuare a imporle sui mezzi pubblici o proclamare il liberi tutti anche su bus, metropolitane e treni. Nonostante i contagi non siano ancora a zero e le sotto-varianti Omicron preoccupino l’Europa, il simbolo del Covid per eccellenza sembra destinato a finire in soffitta.

A delineare gli scenari futuri è stato ieri il sottosegretario alla Salute Andrea Costa: “C’è ancora una riflessione che riguarda i mezzi di trasporto. Per tutti gli altri luoghi le mascherine verranno tolte e non ci sarà più l’obbligo ma ci sarà la raccomandazione“. Lo stesso discorso varrà anche per i luoghi di lavoro dal 15 giugno e ai seggi elettorali il 12 giugno. Lo stesso Costa ieri sera a Genova ha auspicato “che si arrivi a un atto di coerenza: nel momento in cui abbiamo scelto di far votare gli elettori senza mascherina credo che sia giusto consentire lo stesso anche i ragazzi che tra pochi giorni dovranno sostenere l’esame di Stato”.

Le mascherine all’esame di maturità “mi sembrano un po’ anacronistiche in questo momento – ha rimarcato oggi il presidente Giovanni Toti -. È vero che il Covid c’è ancora e dobbiamo stare attenti, ma alla maturità, per ragioni di riservatezza, si sta piuttosto distanziati, non ci sono folle che abbiamo visto in altri momenti come sui mezzi pubblici. Costringere un ragazzo alla mascherina durante gli esami, mentre poco dopo quello stesso ragazzo festeggerà in qualche locale, abbracciato con i suoi amici, mi sembra qualcosa di piuttosto illogico”, ha aggiunto Toti.

Per ora l’obbligo resta grazie anche alla decisione del Tar che ha respinto il ricorso del Codacons contro l’ordinanza del ministero della Salute. I giudici hanno ritenuto legittimo il provvedimento nonostante la norma non si applichi ad altri luoghi di lavoro. Intanto la Lega ha ritirato il ricorso sulle mascherine obbligatorie per votare, vista la parziale modifica al protocollo di sicurezza che ha stabilito di rendere la protezione “fortemente raccomandata”.

D’altra parte non mancano i richiami alla prudenza. Come quello di Nino Cartabellotta, presidente della fondazione Gimbe: “In un contesto epidemiologico che conta ancora oltre 600 mila positivi (numero peraltro largamente sottostimato), tenendo conto delle incertezze sulla prevalenza della variante BA.5 oltre che del basso numero di anziani e fragili coperti con la quarta dose, è prudente continuare ad indossare la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati, indipendentemente dalla decisione del Governo di prolungarne l’uso sui mezzi di trasporto. In questa direzione va la forte raccomandazione all’uso della mascherina prevista in occasione delle consultazioni elettorali e referendarie: è fondamentale ridurre al minimo la probabilità di focolai nei seggi, oltre che innalzare il livello di protezione per anziani e fragili, che devono avere la possibilità di esercitare il loro imprescindibile diritto di voto in condizioni di massima sicurezza”.

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